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Askatasuna, cade l’associazione a delinquere: 10 assoluzioni e 18 condanne. I ‘bravi ragazzi’ festeggiano

Violenze no tav

Askatasuna, cade l’associazione a delinquere: 10 assoluzioni e 18 condanne. I ‘bravi ragazzi’ festeggiano

Montaruli: la sentenza conferma la pericolosità. Chi usa la violenza, devasta le città, aggredisce gli agenti, minaccia le istituzioni non può essere un interlocutore. Il sindaco di Torino non si pieghi

Cronaca - di Alessandra Danieli - 31 Marzo 2025 alle 18:11

È arrivato l’atteso verdetto di primo grado del maxi processo a 28 attivisti di Akatasuna per le violenze ripetute in val di Susa. Un appuntamento cavalcato da giorni dai bravi ragazzi del centro sociale torinese, dediti dalla guerriglia urbana e agli scontri con la polizia. Oggi autonomi a antagonisti di Askatasuna possono cantare vittoria per il pericolo in parte scampato. E infatti, coccolati dal sindaco dem Lo Russo, applaudono e si danno ai festeggiamenti dopo la sentenza dei giudici di Torino che assolvono 16 imputati su 28 dall’accusa di associazione per delinquere “perché il fatto non sussiste”.

Askatasuna, 18 condanne e 10 assoluzioni per i No tav

Diciotto invece le persone condannate per i reati minori. Con pene molto ridotte, che vanno dai 4 anni è 9 mesi ai 5 mesi. Per i 28 imputati la Procura a dicembre aveva chiesto condanne per un totale di 88 anni di carcere. Per i pm, infatti, all’interno di Askatasuna si è creata una “associazione per delinquere” che da oltre un decennio coordina e dirige gli scontri di piazza in città e gli attacchi ai cantieri della linea ferroviaria Torino-Lione in Valle di Susa. Due anni di indagini, migliaia di ore di intercettazioni telefoniche e ambientali e settantadue capi di imputazione.

Askatasuna, 18 condanne e 10 assoluzioni per i No tav

Restano decine di condotte singole legate a disordini avvenuti in Val Susa al cantiere del Tav e ad alcune proteste avvenute a Torino per i quali sono maturate 18 condanne 10 assoluzioni. Al termine della lettura del dispositivo il pubblico presente in aula ha intonato cori scanditi da applausi. Durante l’udienza, fuori dal tribunale, fin dalla mattina un centinaio di attivisti del centro sociale, palestra di violenze, abituati a scorrazzare impuniti per la città, ha presidiato l’ingresso in segno di solidarietà ai compagni imputati. Con loro collettivi universitari e associazioni ambientalisti. Dopo la sentenza è un tam tam di dichiarazioni di giubilo per l’assoluzione degli eroi dediti alla guerriglia urbana e agli scontri con la polizia. Oltre che occupanti abusivi da 40 anni di uno stabile di proprietà del Comune.

Gli attivisti festeggiano fuori da tribunale: il teorema è crollato

“Il teorema è crollato perché chi lotta ogni giorno non può essere equiparato a un delinquente”. Eccola la narrazione degli attivisti in  presidio davanti al Palagiustizia di Torino. “C’è ancora a molto da fare per quei compagni che sono stati condannati e che noi riteniamo sia stata un’ingiustizia”. Parole scandite al megafono e accompagnati da balli e musica. Al microfono anche Dana Lauriola, imputata assolta: “Hanno provato a riscrivere nelle aule di tribunale la storia di questa città, una storia trentennale. Ma non ci sono riusciti e continueremo a lottare”. Non manca chi minaccia e rappresaglie e giura che la lotta in Val di Susa non si fermerà. Parola d’ordine: il conflitto sociale (scontri con la polizia, città messe a ferro e fuoco) “è linfa vitale di una vera democrazia”.

Zangrillo: rispetto la sentenza, ma andatelo a dire agli agenti

Tra i primi a commentare il ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. “Massimo rispetto per il lavoro della magistratura, ma il mio parere non cambia. La violenza va sempre condannata e Askatasuna deve essere chiuso e restituito alla città. Non si può tollerare chi limita con la violenza la libertà dei cittadini, chi non rispetta le leggi e attacca in maniera impunita le Forze dell’Ordine. È a loro che va spiegata la sentenza”.

Montaruli: la violenza resta, il sindaco ne prenda atto

Da FdI a parlare è Augusta Montaruli, torinese doc, portabandiera della richiesta di sgombero del centro sociale. “Chi usa la violenza come strumento di lotta, ideologica e politica, chi minaccia le istituzioni, devasta la città, aggredisce le forze dell’ordine, non può mai essere un interlocutore dello Stato”. Così la parlamentare che mette in guardia il Comune di Torino da qualsiasi ipotesi di sanatoria. “Le 18 condanne ai militanti di Askatasuna emesse dal tribunale di Torino oggi, lo confermano. Anche se cade l’associazione a delinquere, la pericolosità degli esponenti di Askatasuna resta ed è molto grave, proprio perché i militanti, pur condannati, sono fieri dei loro comportamenti. Il Comune di Torino non può piegarsi alla violenza, all’illegalità esibita con orgoglio, perché è un messaggio contro tutti i cittadini che rispettano le regole. Torino non deve essere ostaggio”.

Gasparri: il sindaco revochi le intese con i teppisti

Maurizio Gasparri non fa sconti. “Diciotto condanne ai teppisti del centro sociale Askatasuna dovrebbero indurre il sindaco di Torino, persona ben diversa da questo gruppo di condannati che semina violenza in Piemonte e non solo, a revocare ogni tipo di intesa con una banda di personaggi che anche la giustizia ha condannato. Contrabbandare la mancanza della condanna per associazione a delinquere quasi come una vittoria – conclude il presidente di FI in Senato –  vuol dire truffare la pubblica opinione”.

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di Alessandra Danieli - 31 Marzo 2025