
Rischio di un'escalation
Attacchi dal Libano in Israele, alta tensione: l’Idf lancia un’offensiva a sud, l’Unifil invita alla calma
L’Unifil ha manifestato la propria inquietudine per il rischio di un’intensificazione del conflitto nel sud del Libano, dove sono ricominciati i raid aerei dell’Idf dopo il lancio di 4 razzi verso il nord di Israele. Per il momento le forze di peacekeeping rimangono nella loro posizione mentre l’esercito libanese ha affermato di aver smantellato tre rampe per il lancio di razzi artigianali a nord del fiume libanese Litani.
Nel frattempo Hezbollah ha negato in una nota “qualsiasi coinvolgimento nel lancio di razzi a partire dal territorio meridionale del Libano verso i territori palestinesi occupati”, respingendo le accuse israeliane e descrivendole come dei “pretesti per i suoi continui attacchi sul Libano”. I miliziani sciiti hanno ricordato di essere impegnati “nel rispetto del cessate il fuoco” raggiunto con Israele e di non volersi discostare dall’accordo. Eppure l’Idf non si è fidato delle parole dei miliziani sciiti, scegliendo di condurre un altro raid aereo nell’area meridionale libanese, provocando la morte di una donna e il ferimento di altre 3 persone: secondo il Times of Israel, non è chiaro se questi siano militanti islamisti o civili.
Tenenti, Unifil: “Siamo allarmati dalla possibile escalation di violenza”
“Rimaniamo sicuramente allarmati dalla possibile escalation di violenza, dopo il lancio di quattro proiettili questa mattina dal Libano verso Israele, nei pressi di Metula, che hanno provocato una risposta immediata da parte dell’Idf”. Questa la testimonianza preoccupata del portavoce dell’Unifil Andrea Tenenti intervistato dall’Adnkronos. “Stiamo dialogando con le parti per evitare di mettere a rischio i progressi compiuti negli ultimi mesi, anche se le violazioni della risoluzione 1701 da parte israeliana sono state numerose – ha proseguito Tenenti – La situazione rimane molto fragile e questi eventi potrebbero avere gravi conseguenze per l’intera regione”.
Il portavoce delle Nazioni unite ha poi spiegato che l‘Unifil sta continuando ad assistere il dispiegamento dei militari libanesi in tutte le zone che in precedenza erano occupate da Israele, ma stando alle sue parole “gli israeliani devono ritirarsi per fare sì che l’esercito libanese possa riportare al sud l’autorità dello Stato”. “La situazione rimane estremamente fragile e incoraggiamo entrambe le parti a rispettare i propri impegni”.
Tenenti ha poi raccontato che un militare finlandese è rimasto ferito a causa di una mina e che ora è stato momentaneamente riportato a casa per un intervento al tallone. “È successo durante una delle tante attività condotte dai peacekeepers – ha rammentato il rappresentante dell’Onu – il sud è pieno di mine e ordigni inesplosi, e una delle nostre attività è anche dedicata alla mine clearance (sminamento di un’area)”.
Il presidente libanese Aoun condanna gli attacchi contro Israele
Intanto, il presidente libanese Joseph Aoun ha condannato gli attacchi verso Israele, definendoli come “tentativi di trascinare nuovamente il Libano in un ciclo di violenze” e chiedendo ai militari di “adottare le misure necessarie per preservare la sicurezza dei cittadini”, oltre ad avviare un’indagine sul lancio dei razzi. “”Quello che è successo oggi nel sud e quello che continua lì dal 18 febbraio rappresentano un duro colpo al progetto di salvataggio del Libano su cui i libanesi hanno concordato all’unanimità”, ha spiegato Aoun.
Successivamente, il presidente libanese ha precisato di aver invitato “tutte le forze interessate nel sud del Libano, in particolare il comitato di monitoraggio creato dopo l’accordo del novembre 2024, e l’esercito a seguire quanto sta accadendo con la massima serietà”, per fare in modo che non si verifichi alcuna ripercussione e per controllare qualsiasi violazione o confusione che potrebbe mettere in pericolo il paese in queste delicate circostanze.