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il no di Valditara e della Fondazione Dante Alighieri ad asterischi e schwa

Identità linguistica

Basta geroglifici nell’italiano, dopo Valditara anche la Fondazione Dante Alighieri rottama i diktat woke: e bandisce asterisco e schwa

No a pasticci con la lingua: dopo il ministro dell'Istruzione e del Merito, anche l'istituzione che ha lo scopo di tutelare e diffondere la cultura italiana nel mondo si associa. E rigetta l'uso di segni grafici che fanno torto al nostro idioma

Politica - di Lara Rastellino - 26 Marzo 2025 alle 19:00

Asterischi e schwa nel mirino. Il ministro Valditara apre la strada, e sullo stesso viatico si inserisce la Fondazione Dante Alighieri: stop a pasticci linguistici, allo sconvolgimento di grafemi e morfemi con l’introduzione di simboli che nell’ossequiare i dettami del manifesto woke mortificano dignità e bellezza del nostro idioma.  E allora ecco che, a quanto apprende l’Adnkronos, asterisco e schwa vengono banditi dalla Fondazione Dante Alighieri. Da fonti vicine all’istituzione culturale italiana che ha lo scopo di tutelare e diffondere idioma e cultura italiana nel mondo, la stessa avrebbe sottolineato la «proibizione culturale dell’asterisco e dello schwa perché in netto contrasto con le regole della lingua italiana».

Proibizione che qualche giorno fa il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha decretato con una circolare nella quale bandiva appunto asterisco e schwa dalle comunicazioni ufficiali, dove invece vanno rispettate le regole della nostra bella e blasonata lingua italiana: «L’uso di segni grafici non conformi, come l’asterisco (*) e lo schwa (ə) – recita la circolare – è in contrasto con le norme linguistiche e rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale».

No a asterischi e schwa: dopo Valditara, anche la Fondazione Dante Alighieri si associa

Dunque, dopo il titolare del dicastero di Viale Trastevere, anche la Fondazione Dante Alighieri dice basta agli esperimenti linguistici e mette al bando asterischi e schwa. Una decisione che sulla scia della rivoluzione della scuola avviata dal ministro Valditara, ha il valore un atto di rivendicazione culturale in un’epoca in cui la grammatica sembra essere diventata terreno di battaglia ideologica. Ideologica. Sociologica. Culturale o lessicale che sia, resta un punto fermo in questa resistenza ai dettami imposti dalla cultura woke: la lingua italiana, patrimonio di secoli di letteratura e di bellezza espressiva, che non può essere ridotta a un insieme di segni grafici che non appartengono alla sua tradizione.

Basta pasticci con la lingua

Un concetto che, come ribadito poco sopra, ha ribadito il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara con la sua circolare che mette fuori legge l’uso di questi simboli negli atti ufficiali della scuola . E a cui ora si associa anche la Fondazione Dante Alighieri, che di tutela della nostra lingua se ne intende eccome.

Banditi asterischi e schwa

E allora: niente schwa, niente asterischi. La chiarezza prima di tutto. Perché, diciamolo chiaramente: la lingua si evolve, certo, ma non si snatura. I promotori di questi segni sostengono di voler rendere l’italiano più inclusivo. Ma inclusivo in che senso? Se la chiarezza cede il passo all’indistinto, chi ne beneficia davvero?
L’italiano ha regole precise e una struttura che consente di esprimersi con eleganza e precisione. Stravolgerlo per un’ideologia – peraltro imposta dall’alto da una minoranza rumorosa – non è progresso, è confusione. E a ribadirlo non è un gruppo di reazionari nostalgici, ma chi la lingua la studia, la insegna e la tutela.

In difesa della nostra identità linguistica

La presa di posizione della Fondazione Dante Alighieri segna un punto importante nella difesa della nostra identità linguistica. L’italiano appartiene a tutti e non può essere sacrificato sull’altare movimentista del momento. Se davvero vogliamo che la nostra lingua rimanga viva e accessibile, dobbiamo proteggerla dagli esperimenti estemporanei e riportarla nel solco della sua straordinaria tradizione.

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di Lara Rastellino - 26 Marzo 2025