
I dem si coprono di ridicolo
Benigni, la sinistra in estasi per il comizio pro Ventotene su Rai1. Ma non erano loro a delirare su TeleMeloni?
La lezioncina politica antigovernativa del Premio Oscar fa il boom di ascolti sull'ammiraglia Rai e il Pd si copre di ridicolo: Chiara Braga, capogruppo dem alla Camera esalta "una tv che è stata davvero servizio pubblico". Ma come? Fino a ieri demonizzavano il clima di censura... Ora vanno in visibilio, con i giornaloni al seguito
Roberto Benigni in prima serata sulla rete Ammiraglia e in eurovisione ha fatto un comizio sull’Europa facendo come al solito il maestrino e dando lezioni di storia. Doveva essere solo uno “show-evento”nello speciale “Il sogno”. Ma a tratti si è trasformato in un comizio politico sul futuro dell’Unione europea. “Sta pontificando su Raiuno, infilando una banalità dietro l’altra a ritmo impressionante”, è uno dei tanti commenti che in tempo reale mercoledì sera appariva sui social. Raccontando la nascita dell’Unione europea, Benigni inizia da Ventotene nel 1941. “La pagina più commovente ed entusiasmante è qui in Italia, in una piccola isola del Tirreno che si chiama Ventotene. Nel 1941 succede una cosa incredibile, qualcuno ha un’idea, di cambiare tutto, l’idea dell’unità europea. E non era facile, intorno era tutto rovine e morti. Tre uomini Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli pensarono al nostro futuro, con un documento che era un sogno e anche di una concretezza e profondità straordinaria”, dice Benigni.
La sinistra in estasi per il comizio di Benigni su Rai1
E ringraziando di non essere nato in epoca fascista, ha sottolineato che “Con questo spettacolo mi mandavano a Sant’Elena, altro che Ventotene“. Una stupidata. I pochi rimasti a ridere delle battute del premio Oscar si saranno accorti di essere su Rai1, ossia sulla temibilissima presunta “TeleMeloni”, dove un comico ha potuto parlare a ruota libera di cosa pensa dell’Europa. Proprio in barba a quel pluralismo che il manifesto di Ventotene – osannato da Benigni- voleva abolire. Dunque chi parla di Rai asservita alla destra dovrà rimangiarsi le tante frescacce dette in questi due anni e mezzo. Allora: non esiste censura esiste il pluralismo. Viva mamma Rai targata centrodestra.
Il Pd si copre di ridicolo: “E’ stato vero servizio pubblico”
E’ l’ammissione – non sappiamo se involontaria- Chiara Braga, visto che si è precipitata ad alimentare la polemica politica dando onore al merito alla Rai. “Non poteva esserci risposta migliore alle farneticazioni di Meloni. Le parole di Benigni, lo share: 4 milioni e mezzo di telespettatori per una tv che è stata davvero servizio pubblico. Cioè,mezzo per dire le cose come stanno: la storia non si riscrive, l’Europa è radici e futuro”. Lo scrive su X il capogruppo Pd alla Camera. Meno male che il Pd può contare su Benigni e su una Rai vero servizio pubblico. Sarà comicità involontaria? Ci sembrava di ricordare che i dem dicessero il contrario… Anche Matteo Ricci si “genuflette” al Benigni-pensiero andato in onda sulla Rai: “E’ stato straordinario sentire ieri sera il monologo straordinario di Roberto Benigni su Rai 1, che in poche parole ha dato alla premier la migliore risposta alle sue accuse scomposte”.
L'”osanna” a Benigni della Cuzzocrea
Sui maggiori giornali leggiamo estasi e osanna: Il critico tv del Corriere Aldo Grasso plaude: “La risposta più bella, in Eurovisione, alla lettura infelice che la presidente del Consiglio ha fatto ieri del Manifesto di Ventotene (ma sapeva del programma?), è stato proprio l’elogio di quella famosa utopia da parte di Roberto Benigni”. Annalisa Cuzzocrea su Repubblica tocca vette liriche: “Quando Roberto Benigni scandisce la parola Ventotene, il pubblico – per la prima volta applaude come liberato. In prima serata, in eurovisione, su Rai Uno, il comico più amato d’Italia fa in poesia un ripasso della storia che sembra fatto apposta per la presidente del Consiglio”.
Benigni fa il booom di ascolti
Sono stati 4 milioni 396 mila i telespettatori che hanno seguito in diretta Rai1 “Il Sogno” di Roberto Benigni. Lo share è stato del 28.1%. Il monologo è andato in onda anche in Eurovisione, in contemporanea su Radio 2 e in streaming su Raiplay. All’inizio molta fuffa: “Il sogno della pace universale è fattibile? Quasi tutti mi risponderebbero di no, io vi dico che non solo è raggiungibile ma inevitabile – arringa il pubblico il comico e regista toscano, premio Oscar con La vita è bella -. La guerra finirà per sempre, non c’è alternativa, non può che finire così. E siamo noi europei che dobbiamo dire agli altri: siete fratelli”.
Molta retorica, alla sua maniera: “Ne abbiamo fatte di belle cose noi europei, è giusto ricordarsi chi siamo, c’è da essere orgogliosi di essere europei: l’Europa è il continente più piccolo del mondo che ha acceso la miccia di tutte le rivoluzioni; ha trasformato il pianeta, da tremila anni è la fucina dove sono stati forgiati alcuni fra i più grandi pensieri dell’ manità, inventando la logica, la ragione, il dubbio”, e ancora “la libertà, la democrazia, il teatro lo sport, la chimica moderna, la coscienza di classe, spaccando l’atomo, dipingendo la Sistina. Un patrimonio comune, un tesoro immenso in tutti i campi”, ha detto in un passaggio del suo monologo. C’è chi lo propone senatore a vita.