
L'autocritica
Bertinotti certifica il flop epocale della sinistra: “Abbiamo fallito, i lavoratori ci hanno abbandonato”
“Perché vince Trump? Perché i dem hanno abbandonato i lavoratori e i lavoratori hanno abbandonato i dem”. Lo afferma Fausto Bertinotti, ex presidente della Camera e leader di Rifondazione Comunista, intervistato dalla Stampa in occasione dei suoi 85 anni e del suo libro in uscita “La sinistra che non c’è”.
“La traversata è finita in un fallimento”
“Noi – dice ad Alessandro de Angelis – abbiamo fatto una traversata verso l’ignoto, ed è finita in un fallimento. La sua misura è nel dissolvimento di quel popolo riassunto nella canzone ‘qualcuno era comunista’ di Gaber. Un popolo tenuto insieme non da un’ideologia ma da un bisogno di alternativa. Quella dopo è una classe politica senza storia e senza memoria, rassegnata all’ineluttabilità del capitalismo. Questa è diventata l’unica ideologia che ha divelto l’autonomia della politica”.
Bertinotti parla del libro “La sinistra che non c’è”
Oggi, prosegue Bertinotti, vedo “quello che vedeva Riccardo Lombardi, socialista, a proposito del Psi: ‘La mutazione genetica’. È il paradigma di tutte le sinistre di governo dopo la caduta del Muro. Dall’ancoraggio di classe al primato di una visione liberale. La prospettiva irenica di un mondo segnato dalla fine della storia è stata una catastrofe. Dunque: la mia generazione è una transizione verso la fine, quella dopo è la fine”.
Bertinotti si rimprovera “di non aver sciolto il partito, Rifondazione, nel movimento altermondista come nuova soggettività politica per uscire da sinistra dal Novecento. Un’operazione luxemburghiana, che avrebbe anticipato una piega diversa dal populismo. Quello è stato l’ultimo grande movimento di massa di critica alla globalizzazione. Ci aveva visto giusto. Da lì sgorgò anche il movimento della pace che portò 15 milioni di persone nelle piazze del mondo. Il NYT lo ribattezzò come una nuova potenza mondiale”. Invece Rifondazione tornò al governo. “Fu una scelta obbligata. Non potevamo – spiega – essere accusati per la seconda volta di far vincere Berlusconi. Sbagliammo l’analisi: pensavamo che i movimenti sarebbero ancora cresciuti, e non accadde, e che il Parlamento fosse permeabile ai movimenti. E invece cominciava la crisi antipolitica della democrazia Parlamentare”. E’ all’inizio degli anni Duemila che “lì prende forma la sconfitta di entrambe le sinistre: radicali e riformisti. Gli uni perdono soggettività, gli altri si perdono nel governo senzanima. Oggi siamo ancora dentro quella storia”.
Lo snobismo sul popolo di Atreju: ora è piccolo-borghese
Non manca una domanda di Alessandro De Angelis sul popolo di Atreju e le differenze con il passato. «La prima volta, da presidente della Camera – dice Bertinotti – ho incontrato il popolo dei militanti di Colle Oppio. L’ultima Atreju è stata l’immersione nel senso comune piccolo-borghese». E dietro quello snobistico “piccolo-borghese” è racchiusa l’analisi snobistica e sprezzante che spiega meglio di mille saggi come mai la sinistra di Bertinotti continua a perdere.