
Il silenzio di Elly su Prodi
Bocca cucita di Schlein: aveva l’occasione per diventare una leader “adulta” e liberarsi del patriarcato. Ma non ce l’ha fatta
La segretaria del Pd avrebbe avuto l'occasione di dire una parola, criticare, distanziarsi apertamente da un modo vecchio e "patriarcale" di porsi. Con un suo intervento avrebbe potuto smarcarsi dai Soloni del suo partito che le fanno la guerra. Ma non ha saputo o potuto farlo
Il silenzio di Elly Schlein sul caso Prodi e sul suo gesto orribile verso la giornalista Lavinia Orefici è una partita persa per la segretaria del Pd. Un’occasione mancata per diventare adulta, per diventare la leader del primo partito di opposizione svincolandosi da “padri” o “patriarchi” così scomodi che nel suo partito le impartiscono lezioni (e legnate) malevole a mezzo stampa. L’ex premier, appunto. Smarcarsi da questa presenza ingombrante sul suo cammino di leader era alla portata. Bastava biasimare quella tirata di capelli a una giornalista, che certo ha imbarazzato una sinistra silente, che ha difeso l’indifendibile parlando di “paternalismo da anziano professore”. Avrebbe avuto l’occasione di dire una parola, criticare, distanziarsi apertamente da un modo vecchio e “patriarcale” di porsi, lei giovane segretaria. Avrebbe potuto differenziarsi da altri patetici difensori del professore, come il suo ex segretario Enrico Letta. Che senza visionare i video che sarebbero stati visti da milioni di italiani su Rete 4 e su la7 ha twittato: “Io sto con Romano”.
L’occasione mancata di Elly per smarcarsi da Prodi
Avrebbe potuto ma non l’ha fatto. La storia dei veri leader non si fa con troppi condizionali. Ora è tutto un interrogarsi su un retroscena malizioso che circola in queste ore -rimbalzato dal Giornale a vari siti- proprio riguardo alla messa in onda su La7 del video con Prodi e la Orefici tirata per la lunga ciocca bionda. Si ipotizza che dietro ci possa essere stata la “manina” di Elly. “Schlein vuole impallinare Prodi come i ‘101’ sul Quirinale?”, avrebbe detto a mezza bocca qualcuno dentro al Pd, rievocando il “botto” più fragoroso nella lunga, interminabile guerra tra le correnti dem. Fatto sta che Prodi viene inchiodato da quelle immagini. Persino Massimo Giannini, da strenuo difensore, ha dovuto a malincuore ammettere che “è stato un gesto sgradevole e non doveva farlo”. Il fatto che il video sia stato mandato in onda su una rete che più lontana non si potrebbe dal centrodestra, sarebbe la prova del nove dello zampino della Schlein, secondo i retroscenisti.
Schlein tace ed ha evitato di “crescere”
Questo interessa margiinalmente. Indipendentemente se Elly abbia avuto un ruolo o meno nella vicenda televisiva, resta agli atti il fatto che ufficialmente Elly non è stata capace di biasimare Prodi; non ha saputo dimostrare di essere cresciuta politicamente, acquisendo quell’autonomia per affrancarsi da un Pd di vecchi Soloni che le fanno guerra da tutte le parti. Non sono passate inosservate le molte interviste che l’hanno delegittimata da quella di Prodi, appunto, a quella di un altro ex premier come Paolo Gentiloni. Che accarezza l’idea di subentrarle come aggregatore del centrosinistra un giorno sì e l’altro pure. Insomma, Elly Schlein poteva segnare un goal a porta vuota, dare un calcio a tutti, silenziare i detrattori e prendere le distanze dal comportamento di Prodi. Tanto più che il professore non è stato neanche in grado di chiedere scusa: ha farfugliato parlando di un suo “errore”, ma incapace di pronunciare la parola magica “mi scuso”. Che se ne fa Elly di un padre-patrigno così?
Schlein, Prodi e i “patriarchi” del Pd
Dopo tutto questo teatrino la segretaria avrebbe potuto prendere una posizione netta da vera leader che non teme la gerontocrazia che alligna in molti settori del suo partito. Rimanendo silente, sta dimostrando la sua permanenza in una fase ancora “adolescenziale” della sua parabola politica. Un vorrei ma non posso. E’ dunque valida la premessa posta da una studiosa come Lucetta Scarrafia, che in un’intervista si è data una risposta per questo comportamento: “A sinistra hanno difficoltà ad attaccare i loro patriarchi”. Elly ne ha dato prova. Poteva essere una grande occasione per lei, per un processo di autodeterminazione verso una leadership “matura”, ma non l’ha sfruttata. Le vicende politiche non sempre concedono i tempi supplementari.