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Femminicidio sinistra

Polemiche oltre la decenza

Boschi, Paita Boldrini & Co: le donne di sinistra al delirio contro il ddl femminicidio: “Il solito spot del governo”

Esponenti del centrosinistra all'attacco del governo anche su una norma di civiltà che segna un mutamento culturale e di approccio al drammatico fenomeno. Contestazioni surreali dell'inasprimento delle pene che lasciano senza parole. Una carrellata horror

Politica - di Adriana De Conto - 8 Marzo 2025 alle 15:41

Il mutamento culturale che il decreto legge sui femminidi apporta ad opera dell’iniziativa del governo Meloni lascia fredde le opposizioni e soprattutt le donne di sinistra. Il decreto-legge estremamente significativo, che introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo è stato salutato con estremo favore dalle famiglie di chi tale tragedia ha subito. Eppure c’è chi ha la faccia tosta di parlare di una “trovata” propagandistica da parte dell’esecutivo. E’ il caso di una nota congiunta del duo Boschi-Paita.

Un commento surreale, sempre più svincolato dalla realtà: “Ancora una volta il Governo pensa di risolvere i problemi introducendo un nuovo reato. Come se la violenza sulle donne fosse solo una questione di giustizia penale. Però, quando si tratta di lavorare sulla prevenzione, investendo risorse, batte in ritirata. È l’ennesimo provvedimento spot”. Le capigruppo di Italia viva alla Camera e al Senato preferirebbero le soliute fiaccolate, le panchine verniciate di rosso, le scarpette rosse sparse in ogni parte d’Italia? Preferirebbero iniziative che durino lo spazio d’un mattino? Il femminicidio è una piaga, un reato che va affrontato. Se il governo non avesse fatto niente, le donne progressiste avrebbero intonato il coro che abbiamo imparato a conoscere: Meloni dov’è? Il premier donna che no occupa delle donne. Ora che il segnale è stato fortissimo come mai in precedenza inizia il delirio.

Boschi e Paita: “il solito spot del Governo”

“In quasi tre anni, il Governo Meloni – si lagnano  Paita e Boschi- ha introdotto decine di nuove fattispecie di reato e inasprito le pene per oltre 400 anni di carcere. Eppure la sicurezza dei cittadini non è aumentata. Adesso arriva il reato di femminicidio: ben venga stabilire la specificità del fenomeno: ma vale la pena ricordare che i fondi per il reddito di libertà li ha dovuti mettere l’opposizione lo scorso anno. Per non parlare dei braccialetti elettronici, strumenti fondamentali, che in due anni i ministri competenti non sono stati in grado di far funzionare adeguatamente. Altro che svolta epocale. È il solito Governo degli spot e degli annunci roboanti”. Una nota a dir poco delirante e astiosa. Che si inquadra nella solita cornice di chi ha poco o nulla da replicare. Il silenzio di Elly Schlein in materia è eloquente. C’è un governo che risponde alle emergenze sentite dagli italiani e c’è un’opposizione che cincischia e sottilizza al limite della decenza.

Le donne dem: l’approccio securitario non va bene…

Parla per lei nel Pd, Roberta Mori, portavoce nazionale della Conferenza delle donne dem. Non è affatto contenta:  «Ci saremmo aspettate un intervento strutturale per l’autonomia economica e sociale delle donne che è uno degli strumenti più decisivi di libertà per sottrarsi a contesti violenti. L’approccio securitario, che continua a essere la risposta prevalente alla violenza di genere, può forse sollevare le coscienze; ma non la responsabilità politica di chi dovrebbe garantire pari opportunità». Insomma, i dati sulle donne uccise sono agghiaccianti e le donne dem si scandalizzano dell’approccio “securitario”?

Avs: “Insufficiente”. Bonino: “Difficile appplicarlo”

Sulla stessa linea Laura Zanella di Avs: «Introdurre il reato di femminicidio era un atto dovuto. Ma la vita delle donne si salva prevenendo la violenza prima che reprimendo. Senza l’educazione affettiva nelle scuole, la formazione di forze dell’ordine, magistrati, operatori e il finanziamento dei centri antiviolenza, lo sforzo sarà insufficiente ». Fanno specie la freddezza e lo scetticismo di Emma Bonino di +Europa: “Va bene” che il Governo abbia avanzato una legge che introduce il reato di femminicidio. Ma “il problema sarà l’applicazione, e questo sarà tutto da vedere. Poi se sarà realizzato o no, si vedrà”, ha commentato a Start su Skytg24. Insomma, il governo introduce nel codice penale il reato di femminicidio, come fattispecie distinta dall’omicidio. Il che segna un salto di qualità nella lotta contro un crimine tra i più odiosi. Non è così per le donne di sinistra che animano il dibattito pubblico: si stracciano le vesti per il patriarcato (che non c’è) quando piangono le vittime della violenza maschile; ma non sono disposte a riconoscere che il dl del governo è un passo avanti epocale. Anche Laura Bodrini la butta sul fattore economico. Scrive su X:

Boldrini: “Non bisogna solo parlare di violenza”…

“Parlare di diritti delle donne non significa solo parlare di violenza maschile sulle donne. Significa affrontare le disuguaglianze”, “significa combattere il patriarcato”; “significa fare in modo che abbiano le stesse opportunità degli uomini a prescindere che scelgano di fare figli oppure no”. In tutto questo sproloquio manca una cosa fondamentale: per ottenere tutto questo occorre che nessuno uccida le donne. Il decreto del governo su questo dramma ha inteso operare. Il resto sono chiacchiere. E sul piano dei diritti e del lavoro femminile, il governo ha fatto molto in soli due anni. Leggano dati e cifre che Meloni ha snocciolato.

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di Adriana De Conto - 8 Marzo 2025