
Maestro di stile
Bruno Pizzul, narratore romantico della nostra passione. Sport e politica piangono la sua scomparsa
Un'epoca irripetibile di un calcio che fu si chiude con la scomparsa del grande cronista di tante pagine esaltanti di sport. Professionalità, stile, voce iconica che ha attraversato le generazioni. Eloquio colto e passionale. Scompare un inimitabile
La scomparsa di Bruno Pizzul ha gettato il mondo sportivo e non solo nella tristezza per un’epoca irripetibile: la telecronaca che diventava narrazione e al tempo stesso rigore, precisione, come richiedeva il mestiere. Nel passaggio delle generazioni ognuno di noi ricorda qualcosa. Non solo una voce, ma un clima, un momento storico, un frammento della vita di innamorati di calcio.
Addio a Pizzul, la voce romantica dello sport
Un “freddo” come Fabio Capello ha affermato: “La sua voce mi emozionava”. Tutte le nazionali sono passate attraverso il suo racconto e il suo sguardo: Pizzul ha raccontato cinque Mondiali e quattro Europei. “La tua voce riecheggia per l’eternità”, scrive su Instagram, Roberto Baggio postando il gol da lui segnato contro la Cecoslovacchia ai Mondiali di Italia ’90 con il commento di Pizzul. Il servizio pubblico e il mondo dello sport lo piangono e lo rimpiangono. Colpiscono tuttavia le dimostrazioni di stima provenienti dal mondo politico tutto. “È stata la più grande voce di sempre tra le telecronache, non solo del calcio, sport che ha amato e raccontato in modo a dir poco epico. È sempre stato schietto e un grande lavoratore che ha fatto del racconto il suo stile di vita. Attraverso la sua voce ha fatto vivere a tutti, amanti e non del “balon”, le emozioni delle battaglie solenni, dalle gare dal campetto alla finale di Coppa Campioni. Il Friuli e l’Italia lo hanno sempre amato e lo ameranno per sempre”. Una nota piena di sentimento di Walter Rizzetto, Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati di FdI.
Mollicone: “Pizzul voce iconica per più generazioni”
Alla quale si aggiunge quella di Federico Mollicone: “Una delle voci più iconiche nel mondo dello sport per più generazioni. Che ha incastonato nella memoria comunitaria momenti che non dimenticheremo mai”, dice il presidente della Commissione Sport della Camera di FdI. “Il suo modo di fare giornalismo e raccontare il calcio resterà per sempre un esempio per tutti coloro che si approcceranno a questo lavoro. Oggi perdiamo un punto di riferimento che ha raccontato pagine della storia – sportiva e non – della nostra Nazione”. Da Iv al M5S tante le voci che si sono levate dal mondo plitico che hanno riconosciuto onore e merito a Bruno Pizzul. Uno degli ultimi narratori “romantici” del gioco del pallone che non c’è più. Un grande professionista, capace di cogliere tutte le sfumature che accadevano sul rettangolo verde.
Un maestro, un signore, linguaggio inimitabile
Le sue frasi forbite rimangono un patrimonio del lessico sportivo. “Tutto molto bello”. “Lo sciabordio”. “La battuta di prima intenzione”. Sobrietà nel bene e nel male. Rigore sbagliato e sconfitta: “Alto. Il Campionato del Mondo è finito, lo vince il Brasile”. Cos’altro? “Dicevano che il mio linguaggio era eccessivamente forbito”, disse in un’intervista. “Erano parole che mi venivano sul momento, non le avevo preparate prima. Lo sciabordio. Chissà come mi venne. Forse per qualcosa legato alla navigazione”. “Un linguaggio sempre originale, il suo racconto era parte dello spettacolo”, commenta il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi. “Rimarrà un maestro, come Martellini: due signori che hanno segnato la storia dello sport e la storia del racconto, che giornalisticamente va anche oltre quello che viene raccontato”. “Ha scandito momenti importanti della vita di tutti di noi. Lo ricordiamo con grande commozione, rinnovando il nostro affetto e il nostro riconoscimento nei suoi confronti e verso tutti coloro che raccontano agli italiani momenti di emozione e di vero sentimento popolare”. Le parole del presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
La Rai: “Ha dato voce alla nostra passione”
Era un grande competente, aveva giocato al calcio, anche nell’Ischia e nel Catania. Lui ricordava con grande piacere questi trascorsi e con la consueta autoironia, si definiva “buono in barriera”. Si deprezzava come calciatore ma era il principe dei telecronisti. Commossa la nota della Rai:“Con la scomparsa di Bruno Pizzul la Rai perde un volto e una voce che sono rimasti nell’immaginario collettivo degli italiani anche dopo il suo ritiro dall’azienda: alla quale ha lasciato l’indimenticabile esempio di passione, competenza, eleganza con le quali – non senza ironia e leggerezza – ha raccontato lo sport e il calcio in particolare”. Si legge nella nota, “ha dato voce alla nostra passione”. “Un ‘maestro’ al quale va il nostro ringraziamento per quanto ha dato alla Rai nella sua lunghissima carriera. E per l’affetto sincero con il quale ha continuato a seguire la ‘sua’ azienda. Nello stringerci affettuosamente ai suoi cari, ci impegniamo a mantenerne vivi il ricordo e l’esempio di uomo che ha incarnato profondamente i valori di una Rai al servizio di tutti”.
Pizzul, la serata più tragica della sua carriera
La serata più tragica della sua carriera. Quella notte dell’Heysel, 29 maggio 1985. I telespettatori guardavano la tragedia sfilare nelle immagini: “è anche compito del cronista cercare di dare le notizie a mano a mano che giungono: chiedo scusa a tutti per la frammentarietà delle informazioni”. Quella notte fu l’Heysel, 29 maggio 1985, come ricorda la Gazzetta dello sport. L’Italia guardava scorrere la tragedia in tv. La polizia si riversò in campo. Commento: “Entrano in campo le forze dell’ordine, magari ci si sarebbe potuto pensare prima”. L’angoscia, l’attesa. L’umiltà: “E’ anche compito del cronista cercare di dare le notizie a mano a mano che giungono: chiedo scusa a tutti per la frammentarietà delle informazioni”. E poi: “A questo punto il risultato diventa assolutamente irrilevante”. C’è tutto Bruno Pizzul.
Si terranno venerdì 7 marzo alle ore 14.30 nel Duomo di Cormons le esequie di Bruno Pizzul. La camera ardente sarà allestita nel medesimo Duomo e sarà aperta dalle 10 della mattina di venerdì.