CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Gualtieri e Lepore i sindaci Pd nella bufera

Resa dei conti?

Bufera sui sindaci Pd, dopo Gualtieri tocca a Lepore dare conto su soldi pubblici per eventi di piazza di parte. Bignami: non finisce qui

Fondi comunali per manifestazioni politiche spacciate per eventi "istituzionali", dopo il primo cittadino di Roma ora è il numero uno del Comune di Bologna nel mirino. Scatta la denuncia di FdI che avverte: guarderemo anche a altre future sedi...

amministratori - di Chiara Volpi - 22 Marzo 2025 alle 14:39

Dopo il caso Roma, il caso e i sospetti che porta con sé del sottile discrimine tra “manifestazioni “istituzionali” e “non politiche”, e la connessione con la spesa di denaro pubblico sostenuta per organizzare e sponsorizzare l’evento, si sposta dalla capitale a Bologna. E in merito alla città delle Torri sono ben due le notizie che attualizzano vicenda e speculazioni annesse. La prima: Fratelli d’Italia ha pronto un esposto contro i sindaci che ricorrono ai fondi della collettività per eventi di piazza “politici”. La seconda è che il primo cittadino di Bologna, il dem Matteo Lepore, ha posticipato di un giorno la manifestazione “pacifista”, dal 5 al 6 aprile.

L’esposto di FdI sui sindaci dem: dopo Gualtieri è la volta di Lepore

La motivazione che, pur pensando male, magari si fa peccato, ma ci si azzecca, è probabilmente quella secondo cui il sindaco della “Dotta” teme il confronto con l’altra “piazzata” (chiediamo scusa: con l’altro evento di piazza), che è quello targato Cinquestelle nella capitale, prevista appunto il giorno 5. Ma la nostra, va detto, è solo una supposizione, già adombrata da Libero peraltro, e in assenza di conferme o spiegazioni utili al momento non pervenute sospenderemo il giudizio sulla questione, almeno per ora. E allora procediamo con la vexata quaestio “spese, fondi pubblici, e eventi istituzionali-politici”…

La vicenda Roma e il caso Bologna

Negli ultimi giorni, il dibattito politico italiano è stato scosso da polemiche riguardanti l’utilizzo di risorse pubbliche per l’organizzazione di eventi politici da parte di amministrazioni comunali guidate dal Partito Democratico. In particolare, i casi di Bologna e Roma hanno sollevato interrogativi sull’opportunità e la legittimità di tali scelte.

Il sindaco contro la corona commemorativa per il Giorno del Ricordo

A Bologna, il sindaco Matteo Lepore ha denunciato l’ingresso non autorizzato di militanti di Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, all’interno di Palazzo d’Accursio, sede del Comune. Secondo Lepore, i giovani avrebbero deposto una corona commemorativa per il Giorno del Ricordo senza alcun accordo con l’amministrazione comunale, con la presunta complicità di esponenti locali di Fratelli d’Italia, tra cui il deputato Galeazzo Bignami e la consigliera comunale Zuntini. Lepore ha annunciato l’intenzione di sporgere denuncia per l’accaduto.

La replica di Bignami

E la replica di Bignami non si è fatta attendere: il capogruppo di FdI alla Camera ha respinto le accuse, annunciando una querela per calunnia e diffamazione nei confronti del sindaco, e sottolineando che la corona è stata deposta all’esterno del Comune e che la sua partecipazione si è limitata a tale gesto, documentato da materiale video.

Ma non finisce qui, l’annuncio di Bignami: «Guarderemo a Roma, a Bologna e altre future sedi»

E allora eccola la risposta di Bignami che allarga il raggio d’azione e lo spettro di eventuali dubbi. «Presenteremo un esposto alla procura di Roma e alle autorità competenti delle città in cui legittimamente si sono tenute e si terranno manifestazioni di parte come quella di sabato scorso, per fare chiarezza sulle spese della loro organizzazione».

E ancora. «Vogliamo una risposta chiara sull’eventuale compartecipazione del Comune di Roma e di altre amministrazioni locali, in particolare sull’utilizzo dei soldi di tutti i cittadini per finanziare iniziative di parte. E questo riguarda in particolare anche Bologna visto che è stata annunciata nei prossimi giorni una manifestazione di parte che si vuole ammantare di istituzionalità. Esposti che depositeremo anche alla Corte dei Conti», dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami.

«Esposti ad autorità, no a soldi di tutti per manifestazioni di parte»

Che poi aggiunge in calce: «Fratelli d’Italia ritiene ovviamente fondamentale che venga garantito a tutti il diritto di espressione e libertà di parola. Ma anche che i contribuenti non vengano costretti a pagare iniziative di parte con soldi destinati a sociale, servizi, infrastrutture. A Roma, dove ci aspettiamo che in 72 ore si compiano tutti gli atti dovuti conseguenti. E a Bologna e nelle altre future sedi di questa iniziativa di parte».

Il caso di Roma: la piazza “offerta” al Pd di Elly Schlein

Dunque, mentre FdI presenta gli esposti alle autorità competenti per chiarire l’organizzazione delle manifestazioni di piazza (e il loro finanziamento) sarà utile ricordare il caso della Capitale dove, parallelamente a quanto enucleato su Bologna, parallelamente a Roma, il sindaco Roberto Gualtieri è finito al centro delle polemiche per aver finanziato con fondi comunali l’allestimento di una manifestazione politica promossa dal quotidiano Repubblica a sostegno dell’Unione Europea, alla quale ha partecipato la segretaria del Pd Elly Schlein.

Secondo quanto riportato da “Libero”, il Comune avrebbe speso 270.000 euro per coprire i costi dell’evento, inclusi palco, transenne, sorveglianza, servizi audio-video e bagni pubblici. A questo, come noto, lo staff del sindaco ha risposto giustificando la spesa col definire la manifestazione come «istituzionale e non politica», promossa da sindaci di diversi schieramenti a sostegno dell’Unione Europea.

Lepore come Gualtieri? Un confronto necessario

Ma veniamo a Bologna, perché entrambi i casi sollevano questioni cruciali sull’uso delle risorse pubbliche per fini politici. Come a Roma, dove si discute della legittimità di finanziare con fondi comunali un evento che, sebbene presentato come istituzionale, ha assunto connotati chiaramente “di parte”. E per cui è fondamentale che le amministrazioni locali mantengano una netta separazione tra attività istituzionali e iniziative di partito. Garantendo al contempo trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici e rispettando il pluralismo politico.

Anche perché l’uso di risorse comunali per favorire una specifica parte politica mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. E solleva contestualmente perplessità sulla correttezza dell’operato degli amministratori. In conclusione, sia il sindaco Lepore sia il sindaco Gualtieri dovrebbero fornire chiarimenti dettagliati sulle rispettive vicende. Assicurando che l’interesse pubblico prevalga sempre su quello di parte. Infatti, solo attraverso una gestione trasparente e imparziale delle risorse pubbliche è possibile rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.

La sinistra dei due pesi e delle due misure…

Eppure, il sindaco di Bologna Matteo Lepore, sembra sempre più incarnare il modello di amministrazione tipico della sinistra: autoritario con gli avversari. Indulgente con sensibilità politiche più vicine a quella dell’amministrazione. Il caso dell’esposto presentato da Fratelli d’Italia solleva allora un dubbio legittimo: Lepore utilizza le risorse pubbliche in modo imparziale? O sta provando a trasformare Bologna in un feudo politico del Pd?

Viene il dubbio, allora, che l’episodio dell’ingresso dei militanti di Gioventù Nazionale a Palazzo d’Accursio possa essere stato strumentalizzato dal sindaco per attaccare il centrodestra. Ignorando il fatto che la deposizione di una corona in onore delle vittime delle foibe è un atto istituzionale, non di parte. Al contrario, si potrebbe obiettare che Lepore non ha mai mostrato la stessa solerzia quando spazi pubblici e risorse comunali venivano concessi a manifestazioni di sinistra. A eventi dell’Anpi. O ad iniziative chiaramente filo-Pd.

Lepore, Gualtieri e la questione della “doppia morale” dem

Questa doppia morale ricorda da vicino quanto accaduto a Roma con il sindaco Gualtieri, che ha “offerto” Piazza del Popolo. E finanziato con 270.000 euro un evento che, guarda caso, ha visto protagonista Elly Schlein. Il paradosso è evidente: se un’amministrazione di centrodestra osasse anche solo lontanamente qualcosa di simile, verrebbe sommersa dalle accuse di abuso di potere e clientelismo. Ed è proprio questa ipocrisia il primo, vero scandalo, della sinistra italiana…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Chiara Volpi - 22 Marzo 2025