
Risarcimento ai migranti
Caso Diciotti, Orfini fa il maestrino ma la Viero lo infilza: “Messaggio devastante ai trafficanti di migranti” (video)
La sentenza surreale della Cassazione crea tensione anche nei talk show. Matteo Orfini fa l'immigrazionista a "Quarta Repubblica" e si allinea con le toghe, ma viene sbugiardato dalla giornalista che illustra i pericoli insiti in tale decisine: l'assist a chi sfrutta il "mercato" dei clandestini
Il caso della nave Diciotti e la sentenza della Cassazione che sancisce il risarcimento ai migranti tiene banco nella politica e nei talk show di approfondimento. Il tema è stato affrontato durante Quarta Repubblica su Rete4. Oltre al merito giuridico della decisione della Corte, a preoccupare e a far discutere sono stati i risvolti pratici della sentenza. Perché in Italia si fa presto a dire risarcimento. Come ha spiegato il signor Luciano Di Marco, ospite di Nicola Porro, protagonista nel giugno 2019 di un caso giudiziario per un crimine mai commesso. Fu accusato di una rapina commessa ad una gioielleria di Cerignola, in Puglia, diversi chilometri di distanza dal luogo della sua abitazione. Lui fu portato in carcere. “Mia moglie invece viene messa ai domiciliari con quattro minori”, ha raccontato. Mesi di calvario, poi tutto fu archiviato.
Caso Diciotti. Scontro Orfini-Viero
A “inchiodarlo” sarebbe stato infatti un clamoroso abbaglio, una somiglianza con il vero autore del furto. Ebbene, ha detto in trasmissione, non ha visto dopo anni neanche un euro di risarcimento per ingiusta detenzione: richiesta a cui ha dato avvio una volta fuori di prigione. Più per “una questione morale” – ha detto- che per bisogno di soldi. La sua esperienza è stata messa a confronto con il caso dei migranti della Diciotti. A lui il Tribunale di Bari ha rigettato il ricorso. “Perché secondo loro la mia troppa somiglianza ha fatto sì che io abbia deviato le indagini”. Dunque, ottenere un risarcimento per ingiusta detenzione è complicatissimo. Tutto l’opposto nel caso dei migranti, che ottengono l’ok al ricorso per l’ingiusto trattenimento. Ne discutono in studio animatamente Matteo Orfini del Pd che ovviamente plaude alle toghe e alla decisione che va contro il nostro paese e, tra gli altri, Alessandra Viero, giornalista e conduttrice. Il dem inisiste eb fa la lezioncina: “Un’operazione di salvataggio si completa con lo sbarco in un porto sicuro il prima possibile. La prima violazione che c’è stata è che lo sbarco è avvenuto dopo 10 giorni. Secondo punto: non è che si può levare la libertà a una persona senza che ci sia una ragione, ci deve essere una convalida giudiziaria”. “Questa è bella, non succede mai”, commenta ironico Tommaso Cerno, direttore del Tempo.
Viero a Orfini, “Il messaggio ai migranti illegali è: venite”
“Io mi sono letto 37 pagine della sentenza”, interviene Viero. “Tecnicamente – dice la giornalista di Mediaset – succede che si crea un precedente giuridico importante, questo è certo. Questa è una sentenza di massimo livello; anche se in primo grado si diceva che quello fu un atto politico e l’Appello aveva detto un’altra cosa ancora. Cosa succede ora: precedenti giuridici, quindi si possono aprire le porte ad altre richieste simili”. L’input offerto da questa sentenza della Cassazione potrebbe essere devastante: “Secondo me si manda un messaggio ancora più rischioso, e lo si manda a chi gestisce l’immigrazione illegale che è un business. E il messaggio è: venite!”. Già. Orfini affondato. Del resto la sua opinione cozza con le recenti decisioni che in sede europea stanno ridisegnando la politica migratoria. Oggi a Strasgurgo si discute delle nuove norme, che vanno nel senso indicato dall’Italia. I socialisti voteranno contro, ma è incontrovertibile il fatto che l’Ue fa sul serio. E i dem dovranno ob torto collo convenire che governare i fenomeni significa mettere nero su bianco decisioni concrete.