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Cittadinanza, si cambia. Tajani: stop abusi e automatismi, si rafforza il legame affettivo con l’Italia

Consiglio dei ministri

Cittadinanza, si cambia. Tajani: stop abusi e automatismi, si rafforza il legame affettivo con l’Italia

Il governo ha approvato la riforma: da oggi diventa cittadino italiano solo chi ha i nonni italiani. Le domande basate su avi più lontani non verranno accettate. Aumentano le spese e si intensificano i controlli sui documenti

Politica - di Elsa Corsini - 28 Marzo 2025 alle 15:50

Via libera del governo alla riforma sulla cittadinanza. Il Consiglio dei ministri ha acceso il semaforo verde alle nuove norme adottando un decreto e due disegni di legge che ridisegnano il percorso e le regole per diventare cittadini italiani. Una stretta che mette fine agli abusi e al business delle cittadinanze false. La nuova norma pone un limite generazionale alle richieste: d’ora in poi potrà ottenerla solo chi ha nonni italiani, escludendo i bisnonni. Parola d’ordine: rafforzare il legame affettivo ed effettivo con l’Italia.

Cittadinanza, Tajani: è una riforma seria che rafforza il legame con l’Italia

“È una riforma di grande importanza perché punta a rinforzare il legame tra chi vuole essere cittadino italiano e l’Italia. Essere cittadino italiano è una cosa seria”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, illustrando in conferenza stampa i contenuti del pacchetto. “Purtroppo – ha spiegato il vicepremier – ci sono stati nel corso degli anni abusi e richieste di cittadinanza che andavano un po’ al di là del vero interesse nei confronti del nostro Paese”. L’obiettivo principale è quello di “tutelare coloro che vogliono essere cittadini italiani. I veri cittadini italiani all’estero e i tantissimi Comuni italiani che sono oberati di lavoro per la ricostruzione della cittadinanza”.

Stop agli abusi, un duro colpo per chi voleva fare affari

Si cambiano le procedure dando un duro colpo a chi utilizzava la cittadinanza per fare affari. Tra le novità introdotte l’aumento delle spese per ottenerla. “Questi costi ammontavano a 300 euro; dal primo di gennaio abbiamo cambiato a 600 euro, la proposta è di arrivare a 700 euro. Perché i Comuni, soprattutto quelli piccoli, sono ingolfati”. “Dalla mezzanotte di oggi cambiano le regole: si diventa cittadini se si ha fino ai nonni cittadini italiani. La concessione della cittadinanza non può essere un automatismo per chi ha un antenato emigrato secoli fa, senza alcun legame culturale o linguistico con il Paese”.  Migliaia di richieste, soprattutto dal Sud America, sfruttavano la vecchia legge che permetteva di risalire fino al 1861. La svolta riguarda soprattutto il riconoscimento della cittadinanza per discendenza.

Escalation di riconoscimenti nei paesi di emigrazione italiana

I Paesi di maggiore emigrazione italiana – si legge in una nota della Farnesina – hanno registrato infatti negli ultimi anni un forte incremento di riconoscimenti della cittadinanza. Dalla fine del 2014 alla fine del 2024 i cittadini residenti all’estero sono aumentati da circa 4,6 milioni a 6,4 milioni: un aumento del 40% in 10 anni. I procedimenti giudiziari pendenti per l’accertamento della cittadinanza sono oltre 60mila.

La nuova legge non creerà apolidi

“Gli italo-discendenti acquisteranno automaticamente la cittadinanza se nascono in Italia, oppure se uno dei loro genitori cittadini ha risieduto almeno due anni continuativi nel nostro Paese. La legge quindi – puntualizza il ministro – non creerà degli apolidi”. Con la riforma “non verrà meno il principio dello ius sanguinis e molti discendenti degli emigrati potranno ancora ottenere la cittadinanza italiana. Ma verranno posti limiti precisi per evitare abusi o fenomeni di ‘commercializzazione’ dei passaporti italiani”.

Rafforzeremo l’immigrazione di ritorno ma combattiamo gli imbrogli

Con la riforma – ha puntualizzato Tajani – “rafforzeremo anche il sostegno all’immigrazione di ritorno, a dimostrazione che non vogliamo punire coloro che si sentono italiani. Anzi incentiviamo a farlo ma non possiamo incentivare imbrogli o la finta cittadinanza. La richiesta della cittadinanza  deve essere una vera richiesta di far parte della comunità nazionale del nostro Paese, non deve essere uno strumento per andare a fare un viaggio a Miami con il passaporto europeo…”.

Cambiano le procedure, nasce un ufficio ad hoc alla Farnesina

In una nota il ministero degli Esteri  chiarisce ulteriormente le novità del pacchetto del governo sulla nuova cittadinanza. “Ai cittadini nati e residenti all’estero si impone di mantenere nel tempo legami reali con il nostro Paese, esercitando i diritti e i doveri del cittadino almeno una volta ogni 25 anni. La riforma è completata da un secondo disegno di legge che rivede anche le procedure per il riconoscimento. I residenti all’estero non si rivolgeranno più ai consolati, ma ad un ufficio speciale centralizzato alla Farnesina. Ci sarà un periodo transitorio circa di un anno per l’organizzazione dell’ufficio. L’intento è rendere più efficienti le procedure. I consolati dovranno concentrarsi sull’erogazione dei servizi a chi è già cittadino e non più a ‘creare’ nuovi cittadini”.

 

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di Elsa Corsini - 28 Marzo 2025