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Colpo di mano sulle elezioni in Romania: l’esclusione di Georgescu «attacco alla democrazia»

Paese nel caos

Colpo di mano sulle elezioni in Romania: l’esclusione di Georgescu «attacco alla democrazia»

L'ufficio elettorale cancella la candidatura del leader sovranista, infiamma il Paese e apre scenari preoccupanti per ciò che avviene nel cuore d'Europa. Fidanza: "Difendiamo il diritto di chiunque a candidarsi, anche se sgradito all’establishment della sinistra liberal e post-comunista"

Esteri - di Gabriele Caramelli - 10 Marzo 2025 alle 10:00

L’ufficio elettorale della Romania ha bocciato la candidatura del leader della destra sovranista, Calin Georgescu, alle prossime elezioni senza specificarne le ragioni. Dopo la notizia dell’ineleggibilità di Georgescu, candidato indipendente sostenuto anche dalla destra conservatrice di Aur, guidata da George Simion, molti dei suoi sostenitori sono scesi in piazza a Bucarest per protestare. Le contestazioni sono poi sfociate negli scontri tra i manifestanti e la polizia, che ha lanciato gas lacrimogeni nel tentativo di far disperdere la folla. Georgescu ha definito la sua esclusione dalle elezioni «un colpo diretto alla democrazia nel mondo». «L’Europa – ha aggiunto – è ormai una dittatura, la Romania vive sotto la tirannia». Georgescu, secondo quanto riferito dalla stampa romena, ha deciso di impugnare la decisione presso la Corte costituzionale, lo stesso organismo che a dicembre del 2024 aveva annullato le elezioni. Il termine per la presentazione del ricorso è la mezzanotte di oggi. La Corte costituzionale dovrà poi pubblicare la sentenza definitiva entro e non oltre 48 ore dalla presentazione.

Caos in Romania dopo l’esclusione di Georgescu dalle elezioni

«Il rifiuto del dossier di candidatura di Calin Georgescu è un nuovo abuso e una continuazione del colpo di Stato del 6 dicembre. Abbasso Ciolacu, abbasso i dittatori!», ha scritto sulla sua pagina Facebook Simion, dando notizia dell’esclusione di Georgescu dalle elezioni.

Fidanza: «Situazione preoccupante, difendiamo la democrazia in ogni Nazione»

«Ciò che sta avvenendo in Romania è sempre più preoccupante», ha commentato il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, ricordando che l’ufficio elettorale centrale di Bucarest è «un organo di natura politica» e che l’affermazione di Georgescu «al primo turno dello scorso dicembre e il timore che potesse vincere al ballottaggio avevano portato all’annullamento di quel voto per presunte – e mai dimostrate – ingerenze russe. Ora la storia si ripete, addirittura per via amministrativa». «Non abbiamo simpatia per i filo-russi, ma vogliamo difendere la democrazia in ogni Nazione europea e il diritto di chiunque a candidarsi, anche se sgradito all’establishment della sinistra liberal e post-comunista. Sosteniamo la battaglia di George Simion e degli amici di Aur. Per la democrazia in Romania e in tutta Europa!», ha concluso Fidanza.

Salvini: «Euro-golpe in stile sovietico»

Di «euro-golpe in stile sovietico», ha parlato su X Matteo Salvini. «Prima annullano – a urne aperte – le elezioni che stava vincendo, poi lo arrestano, poi addirittura lo escludono dalle elezioni per paura che vinca», ha proseguito il ministro delle Infrastrutture, parlando della necessità di «rifondare l’Europa per difendere la democrazia». «La Lega – ha concluso Salvini – è vicina ai tanti cittadini rumeni che, in patria e in Italia, sono derubati del loro diritto di voto da un furto di democrazia gravissimo».

Abascal: «Al fianco di Aur ed Ecr, la democrazia non può morire in Europa»

«Condividiamo con i nostri amici rumeni di Aur e del gruppo Erc la preoccupazione per il blocco della candidatura di Calin Georgescu, vincitore delle elezioni nel primo turno in Romania, blocco prodotto dopo l’inconcepibile pressione dei burocrati di Bruxelles», ha scritto su X il leader del partito di Vox e presidente del gruppo europeo Patrioti, Santiago Abascal, sottolineando che «in un momento di estrema indignazione e confusione, ribadiamo la nostra difesa incondizionata della volontà popolare espressa in libertà dai rumeni. La democrazia non può morire precisamente in Europa», ha concluso.

Musk: «Una follia». E rilancia un post di accusa a Soros

«Poche storie, questa è una gravissima lesione della democrazia», è stato poi il commento che Enrico Mentana ha affidato ai suoi social, insieme a una foto del titolo di Open sulla vicenda. Ma l’eco del caso è arrivata anche Oltreoceano: «La democrazia è ufficialmente morta in Romania e nell’Unione Europea», ha scritto Elon Musk su X, parlando di «follia». Inoltre, tra i post condivisi da Musk ce n’è uno a firma dell’imprenditore e influencer Mario Nawfal secondo cui ci sarebbe «una ong sostenuta da Soros dietro la censura a Georgescu». «Ancora Soros», ha sottolineato.

Il precedente delle elezioni annullate

Calin Georgescu era già uscito vincitore dal primo turno delle elezioni presidenziali della Romania lo scorso novembre, ma queste furono in seguito annullate dalla Corte costituzionale due giorni di prima del ballottaggio: le accuse rivolte nei confronti del leader sovranista riguardavano una serie di irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale e anche ingerenze russe, sebbene lui abbia sempre negato i legami con Mosca. Alla fine del mese di febbraio Georgescu fu fermato dalla polizia e dopo un interrogatorio con i giudici romeni è finito sotto indagine con accuse molto pesanti. Attentato all’ordine costituzionale, false dichiarazioni sul finanziamento della sua campagna elettorale, costituzione di un’organizzazione di carattere fascista, razzista e xenofoba: queste sono le incriminazioni a carico del leader sovranista romeno, che nonostante tutto aveva scelto di ripresentare la sua candidatura.

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di Gabriele Caramelli - 10 Marzo 2025