
Guerra sì, ma solo alla lingua
Conte tutto da ridere: su Trump e Kiev il suo inglese maccheronico alla Giggino Di Maio disorienta la giornalista. E non solo (video)
Guerra? Si ma solo all'inglese: le curiose dichiarazioni di Conte poliglotta sulla negoziazione di Trump per la pace in Ucraina lasciano interdetti i giornalisti: specie una di loro che non decodifica il suo criptico messaggio in un'idioma maccheronico modello Di Maio nelle migliori occasioni
L’unica certezza che abbiamo su Giuseppe Conte, tra incursioni in ambito europeo e irruzioni a spot in sede nazionale, è che giravolte e tuffi carpiati annunciati gli riescono meglio delle dichiarazioni ufficiali con cui vorrebbe dargli seguito in ambito istituzionale. Specie se, per spiegare la notizia del giorno a un’ampia platea in ascolto, bisogna ricorrere all’inglese. Un’idioma che, però, non può essere adottato nella versione del suo ex delfino, Giggino Di Maio. Intendiamoci: non che il leader pentastellato attualmente in carica riesca a fare di meglio: ma di certo, qualcosina in più ci si aspetterebbe dal leader della frastagliata e terremotata galassia grillina.
Guerra? Si ma solo all’inglese: le curiose dichiarazioni di Conte poliglotta
E così, Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio e attuale leader del Movimento 5 Stelle, torna a dispensare perle di saggezza geopolitica con la solennità di un oracolo di mitologiche ascendenza, senza però assolvere al compito della intrinseca chiarezza di rimando. Insomma, si presta a vaticini e premonizioni viziati da un esperanto della comunicazione che ne vizia chiarezza di contenuti e nitidezza di esposizione. Pertanto, parlando della guerra in Ucraina, il leader grillino ha sentenziato: “La miglior soluzione per garantire sicurezza è il dialogo, la mediazione, un accordo di pace, non il riarmo dell’Europa, è molto chiaro».
Giuseppe Conte e la diplomazia da bar: il mistero della negoziazione con Putin
Chiaro a lui, più che altro. Un po’ meno a chi è in attesa di una risposta esauriente. E per un attimo tutti gli auditori in ascolto sospendono il giudizio: la guerra sarebbe finalmente finita? Bastava davvero sedersi a un tavolo con thè e biscottini per dirimere il contenzioso? Tutto qui, davvero abbiamo fin qui sopravalutato e mal considerato? Il dubbio serpeggia e apre al colpo di scena. Che con la complicità involontaria di una giornalista che, ingenuamente azzarda: «Ma adesso, come si negozia con Putin?». Ed è qui che casca l’asino. Con Conte che, chiamato a dare conto della verità (in tasca) rivelata a favore di telecamera annaspa e si arrampica su una risposta talmente tanto altisonante che la cronista in attesa di replica non riesce a cogliere nel suo nesso logico e senso concettuale. Una risposta che la cronista non riesce a capire.
Conte pacifista in lingua inglese, ma se la pace dipendesse dalle sue dichiarazioni
Perché va bene temporeggiare fino allo sfinimento dell’interlocutore, con digressioni sulla bellezza della mediazione, la necessità del dialogo e l’importanza di prendere tempo, senza mai arrivare al dunque. Un po’ come quando, da premier, Conte parlava per ore in conferenza stampa senza dire nulla di concreto, ma con un tono così rassicurante da far credere di aver capito qualcosa. Solo che nel frattempo, mentre il leader 5 Stelle continua a cercare le parole giuste per spiegare la sua visione della diplomazia, Putin prosegue la sua guerra e l’Europa si interroga su come affrontare la situazione. Ma una cosa è certa: se la pace dipendesse dai monologhi di Conte, la guerra finirebbe prima per noia che per un accordo.
Conte e l’inglese? Menomale che Giorgia c’è…
Così, non stupisce se l’account di Fratelli d’Italia nell’allineare l’intervento di Giuseppi a quello della premier al Cpac, la convention dei conservatori americani, metta in evidenza le differenze che saltano agli occhi ( e alle orecchi anche di chi purista filologo e linguista non è). E allora, nel primo caso c’è l’ex presidente del Consiglio che, parlando della guerra in Ucraina, dice: «La miglior soluzione per garantire sicurezza è il dialogo, la mediazione, un accordo di pace, non il riarmo dell’Europa, è molto chiaro». Dicendosi contrario, insomma, all’aumento delle spese militari per continuare a sostenere Kiev.
L’ironia dall’account social di FdI
Salvo poi, cadere dal pero quando una giornalista gli chiede «come si negozia con Putin?», a cui il presidente del Movimento dà una risposta che la cronista non riesce a capire. Di tutt’altro tipo il discorso tenuto da Meloni, applaudita dalla platea americana, a cui ha ribadito: «Dobbiamo essere tutti uniti e credetemi questo fa tutta la differenza. Grazie, che Dio vi benedica, che Dio benedica tutte le nazioni libere del mondo», ha detto la premier alla fine del suo intervento raccogliendo entusiasmo e applausi del pubblico in sala. E il commento finale dell’account social di FdI non può che essere: «Che fortuna avere Giorgia presidente»…
Di Giuseppe Conte una sola cosa è chiara: le giravolte. pic.twitter.com/d1SPIjE1JH
— Fratelli d’Italia 🇮🇹 (@FratellidItalia) March 11, 2025