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Meloni inchioda Schlein su Trump: “Cosa intende quando dice che non sarà mai un alleato?”

Dem in confusione

«Cosa intende quando dice che Trump non sarà mai un alleato?»: Meloni inchioda Elly Schlein

Il Pd come un disco rotto: continua a chiedere al premier se «sta con l'Ue o con Trump». Lei coglie l'assist e rilancia: «Per voi dobbiamo uscire dalla Nato?»

Politica - di Viola Longo - 19 Marzo 2025 alle 15:07

La sua posizione, Giorgia Meloni, l’ha ribadita un numero di volte di cui a questo punto si è perso il conto. Eppure, nel corso del dibattito alla Camera sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, il Pd è tornato a chiederlo: «Sta con l’Ue o con gli Usa?». Il premier l’ha scandito nuovamente: «Io sto con l’Italia. Sto con l’Italia e con l’Europa, ma sono anche per la compattezza per l’Occidente». Ma a quel punto ha anche colto l’assist per porre a sua volta una domanda: «Cosa intende Elly Schlein quando dice che Trump non sarà mai un alleato? Che dobbiamo uscire dalla Nato? Cosa intende? Magari ce lo spiegherà in Aula». «Io penso – ha aggiunto il premier – che i Paesi alleati non cambino a seconda di chi vince le elezioni, ma mi pare che voi la pensiate in modo diverso».

Meloni inchioda Schlein ai suoi slogan: «Cosa intende su Trump?»

Le repliche sono state anche l’occasione per commentare quanto accaduto ieri, con la lunghissima telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin. «Da quello che apprendiamo finora c’è una ipotesi di cessate il fuoco parziale limitato a infrastrutture strategiche, è un primissimo spiraglio nel senso di quanto concordato a monte tra Trump e Zelensky», ha detto Meloni, ribadendo che «sosteniamo gli sforzi di Trump, è un leader forte e autorevole che può imporre le condizioni per una pace giusta e duratura».

Il premier: «Dalla telefonata tra Trump e Putin un primissimo spiraglio»

«Credo – ha aggiunto – che non vedremo le scene di debolezza occidentale che abbiamo visto in Afghanistan, la questione si gioca sulle garanzie di sicurezza» e con queste «vedremo se quello di Mosca è un bluff. Noi dobbiamo fare le nostre proposte». «Sull’Ucraina non ho mia usato la parola vittoria, ho sempre detto che quello che dovevamo fare era garantire la deterrenza necessaria ad arrivare alla pace», ha poi ricordato, rispondendo a un’altra contestazione dell’opposizione e rivendicando la coerenza di una posizione di responsabilità che non è maturata con l’approdo a Palazzo Chigi, ma che sempre è stata la cifra del modo di fare politica di FdI.

La coerenza di FdI sull’Ucraina

«Non sono stata un oppositore facile, ma rimane alla storia che quando c’è stata l’invasione russa dell’Ucraina la prima cosa che ho fatto è stata chiamare l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi per assicurare il sostegno di Fratelli d’Italia», ha detto Meloni, ricordando anche che «Mario Draghi poté andare al Consiglio europeo con una posizione chiara dell’Italia grazie alla risoluzione che aveva presentato FdI», mentre «c’era stata molta difficoltà per la maggioranza a mettere insieme le posizioni».

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di Viola Longo - 19 Marzo 2025