
Lettera al Corriere della Sera
Crosetto: “L’unico modello di difesa praticabile è quello della Nato. Lo dicono i Trattati. Evitiamo polemiche sterili”
Il ministro della Difesa chiarisce sui temi della difesa con i testi alla mano: dai trattati istitutivi Ue all’ordinamento italiano, dalla Costituzione alle leggi. "Per evitare interpretazioni distorte e polemiche sterili su temi di assoluta rilevanza che oggi vanno scuotendo i governi come l’opinione pubblica". L'articolo 4 della
“Vorrei chiarire alcuni punti essenziali sul tema della difesa nazionale e del suo rapporto con la Ue e le nostre alleanze internazionali“. E’ l’incipit di una lettera che Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha inviato al Corriere della Sera, oggi in edicola. Uno scritto chiarificatore di nodi essenziali quali difesa comune e riarmo, sui quali il ministro non intende lasciare campo a visioni non corrette. Per questo ha inteso condividere “alcune informazioni che si basano sui trattati istitutivi Ue e l’ordinamento italiano, dalla Costituzione alle leggi: per evitare interpretazioni distorte e polemiche sterili su temi di assoluta rilevanza che oggi vanno scuotendo i governi come l’opinione pubblica”. Punto primo: “Partiamo dalla normativa europea, chiara e inequivocabile, sul tema. L’articolo 4 del Trattato sull’Unione europea (Trattato di Maastricht, modificato dal Trattato di Lisbona) stabilisce un principio fondamentale e, per me, chiarissimo: ‘Qualsiasi competenza non attribuita all’Unione nei trattati appartiene agli Stati membri’. In buona sostanza, vuol dire che ‘la sicurezza nazionale resta di esclusiva competenza di ciascuno Stato membro‘ (cito). Non è un’interpretazione di parte, ma un principio giuridico, fondante, dell’Unione. Vuol dire che ogni Paese è responsabile della sua Difesa. E non esiste, ad oggi, la possibilità, né concreta né giuridica, di un meccanismo automatico di mutuo soccorso, intra-Ue, in caso di aggressione di una Nazione, o un’entità, esterna”.
Crosetto: “La difesa europea non può sostituire la Nato”
“A differenza dell’articolo 5 della Nato- spiega Crosetto- , così spesso citato, a volte anche a sproposito, il quale impone – prosegue Crosetto – a tutti gli alleati di intervenire in difesa di un membro che venga attaccato, il Trattato di Maastricht, poi modificato a Lisbona (all’art. 42) ‘non’ prevede un obbligo vincolante di intervento. Ogni eventuale aiuto militare dipenderebbe, esclusivamente, dalla volontà politica dei singoli Stati membri, senza alcuna garanzia di un’azione collettiva immediata. Questo rende evidente che la difesa europea, rebus sic stantibus, non può sostituire la Nato; né offrire lo stesso livello di protezione. Il Trattato Ue stesso prevede, è vero, in prospettiva, la possibilità di una politica di difesa comune, ma solo a seguito di una decisione unanime del Consiglio Europeo. Circostanza che, dal 1992 ad oggi, non si è mai verificata. Né è in discussione, oggi, in alcun governo o Stato membro. Inoltre, lo stesso articolo 42 del Trattato di Lisbona torna e ribadisce il rispetto della sovranità nazionale in materia di sicurezza e difesa e riconosce il ruolo centrale della Nato (o altre alleanze) a quei Paesi, come l’Italia, che vi siedono”.
Lettera di Crosetto al “Corriere della Sera”
Precisazioni molto importanti in vista di questa due giorni – giovedì 20, e domani, venerdì 21 marzo- in cui Giorgia Meloni è a Bruxelles per il Consiglio europeo su Ucraina e difesa. Il conflitto in Ucraina resta il grande nodo sul tavolo. La lunga telefonata tra il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir Putin è il ‘fatto nuovo’ che potrebbe segnare una svolta nella guerra che da tre anni insanguina l’est del Continente europeo. Nella serata di mercoledì il Presidente del Consiglio è volata a Bruxelles dove ha avuto un colloquio con la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. L’incontro ha consentito uno scambio di opinioni sui temi in agenda del Consiglio europeo, a partire dagli ultimi sviluppi in Ucraina e in Medio Oriente. Particolare attenzione è stata infine riservata al rilancio della competitività europea.
Pertanto, le parole di Crosetto consegnate al Corriere definiscono alcuni nodi essenziali. “La sicurezza e la Difesa dei Paesi Nato (retti, loro sì, da un patto di mutuo e immediato soccorso e mutua assistenza, in caso di pericolo o minaccia esterna) si basa, tuttavia, vale la pena, qui, ricordarlo ancora una volta, sulla capacità (militare, economica, politica e sociale) di ogni Nazione di investire nelle singole abilità/capacità di Difesa; garantendo così la prontezza necessaria contro ogni minaccia esterna. In un tale, ma preciso, contesto, l’unico modello di difesa concreto e praticabile, qui ed ora, è quello della Nato”, ribadisce forte e chiaroil ministro. Venendo al nostro Paese, Crosetto tiene ad evidenziare “che il ruolo e i compiti delle Forze Armate italiane sono, a loro volta, definiti, in modo preciso, dalla Costituzione e da diverse leggi dello Stato, a partire dalla legge 331/2000. Sono, e siamo, al servizio della Repubblica”.
“Senza sicurezza non esistono libertà e sviluppo”
Compito primario – elenca Crosetto- “la difesa dello Stato; la tutela delle istituzioni democratiche e la partecipazione a missioni internazionali per la pace e la sicurezza; oltre che fornire un supporto in situazioni di emergenza nazionale. Chi considera la spesa per la Difesa come ‘costi inutili’ dimentica che senza sicurezza non esistono né libertà né sviluppo sociale. La Difesa – conclude Crosetto – è un pilastro essenziale della nostra democrazia e della nostra credibilità internazionale. Ogni giorno, le Forze Armate italiane operano, con professionalità e dedizione, per garantire sicurezza e pace. È nostro dovere sostenerle e investire nelle loro capacità”.