
Difesa
Crosetto mette i paletti: “Smettere di aiutare l’Ucraina mentre Putin bombarda sarebbe assurdo”
Il ministro della Difesa è stato chiaro: "Senza la possibilità di difenderti non esiste neanche la possibilità di avere istituzioni libere"
Il ministro della Difesa Guido Crosetto non si lascia trascinare dall’ottimismo facile, ma neppure dal pessimismo paralizzante. Commentando la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, avvenuta nelle scorse ore, Crosetto sceglie una metafora prudente: «Nel bicchiere c’è un po’ più di acqua rispetto al giorno precedente. Il punto di arrivo è il bicchiere pieno, questo è un piccolissimo passo in avanti. Noi dovremmo arrivare al giorno in cui non cadrà più una bomba in nessuna parte dell’Ucraina». Un progresso minimo, dunque, ma comunque nella giusta direzione.
La tregua possibile, ma non a qualsiasi prezzo
Ragionando sulla possibilità di un cessate il fuoco, Crosetto mantiene però il punto: la pace non si ottiene con concessioni unilaterali. «Se ci sarà la tregua, se smetterà di attaccare allora saremo tutti contenti, ma smettere di aiutare l’Ucraina finché lui continua a bombardare mi sembra una richiesta assurda in questo momento». Dunque, ogni ipotesi di ridimensionamento del sostegno a Kiev dovrà passare attraverso un’iniziativa russa concreta, falsi proclami o gesti di buona volontà a senso unico non verranno considerati.
Crosetto: “Senza la possibilità di difendersi non esiste libertà”
Crosetto, incalzato poi sulle spese militari, rovescia l’argomento in diretta a Mattino Cinque News su Canale 5: non è la difesa a essere un lusso, bensì la sicurezza a essere un prerequisito essenziale. «È giusto difendersi? È giusto garantire la sicurezza e la pace? Non esiste una Nazione al mondo che non abbia un ministero della Difesa. Senza la possibilità di difenderti non esiste neanche la possibilità di avere istituzioni libere». E il riferimento al passato non è casuale: «Fino alla guerra fredda investivamo il 3,5% in Italia in difesa, poi siamo scesi. Vorrei una garanzia che se qualcuno ci attaccasse per tre ore come è successo in Israele le bombe non cadano sulle nostre città». Un avvertimento che suona come un monito per chi, oggi, vede la spesa militare solo come un costo da tagliare.
La difesa come fondamento della società
«La difesa e la sicurezza sono prerequisiti irrinunciabili. La difesa è il pilastro che definisce una casa, poi dopo vengono l’arredamento e tutto il resto». E l’esempio dell’Ucraina è lì, lampante: «In Ucraina adesso non c’è più sanità, non c’è più scuola, non c’è più democrazia, perché non c’è stata prima una adeguata difesa rispetto a ciò che hanno subito». La protezione non è per cui una questione secondaria, ma la condizione primaria per garantire la tenuta stessa della società.
Crosetto: “Assurdo abbandonare Kiev”
Il messaggio di Crosetto è, ancora una volta, inequivocabile: solo quando le bombe smetteranno di cadere sul popolo ucraino, Putin «potrà chiedere che dall’altra parte si smetta di aiutare l’Ucraina e si inizi a ricostruirla».
Nel frattempo, l’Italia continua a essere presente ai tavoli strategici. Domani, a Londra, si terrà una riunione tecnica convocata non da Starmer, ma dagli Stati Maggiori della Difesa di Regno Unito e Francia. Non parteciperanno i capi militari, ma esclusivamente tecnici, ha chiarito il ministro alla Camera prima del dibattito sulle comunicazioni della premier Meloni. «Non ci sarà quindi il generale Luciano Portolano, né i suoi omologhi. L’Italia sarà rappresentata da tecnici decisi da Portolano, si stanno affrontando possibili scenari e possibili soluzioni».