
La lezione della scrittice
“Da Prodi retrivo paternalismo”: Lucetta Scaraffia non perdona. “Un uomo di destra non avrebbe trattato così una giornalista”
«Quello di Prodi è stato un gesto irritante di retrivo paternalismo»: è definitiva Lucetta Scaraffia, non nuova a giudizi fuori dal coro e onesti intellettualmente. La scrittrice, già professoressa di Storia Contemporanea alla Sapienza di Roma, Legione d’Onore in Francia per la sua attività di storica e giornalista, paladina delle donne e cattolica adulta. Il caso dell’ex premier e che ha tirato i capelli a Lavinia Orefici domina da giorni le cronache politiche, anche se Corriere, Stampa e Repubblica hanno trattato con scarsa evidenza il caso imbarazzante per la sinistra. Vale la pena insistere sul tema se non altro per lle diverse versioni date al gesto: i difensori di Prodi l’hanno paragonato a un nonno benevolo uso ad atteggiamenti paternalistici. Prodi prima non ha chiesto scusa, ma anzi ha rivendicato l’atto “familiare” (a casa sua…). Successivamente, nella serata di mercoledì, ha parlato di “errore”, di atto “d’affetto”, ma non ha chiesto scusa di fatto. Solo Jasmine Cristallo, ex sardina ed ora nella direzione del Pd ha sparigliato tra i dem, indignandosi. Ed oggi su Libero, Lucietta Scaraffia dà belle legnate al professore e non solo.
“Il gesto mi ha ricordato quei maestri di un tempo che tiravano le orecchie agli studenti asini- incalza la docente e scrittrice- . Prodi ha mancato di rispetto alla giornalista, l’ha voluta trattare da bambina sciocchina. Ha svelato tutta la sua figura di antico uomo che non conosce il nuovo galateo dei sessi e non sa come si tratta una donna oggi. Un tempo forse si poteva, adesso non più”. Una bella lezione a coloro che hanno preso le difese di Prodi senza avere visto il video integrale mandato in onda prima da “Quarta Repubblica” e poi da “DiMartedì”. La domanda sul manifesto di Ventotene e la proprietà privata non era piaciuta all’ex premier, si è visto dal tono irrispettoso. «Poteva decidere di non rispondere – risponde Scaraffia a Senaldi-, di rispondere causticamente o di darle una lezione a parole. Invece con quel gesto si è comportato come tutti quegli uomini di un tempo che partivano dal presupposto di saperne più di qualsiasi donna».
L’intervista a “Libero”
Poi aggiunge che «con un uomo non si sarebbe mai permesso. E aggiungo che nessun uomo di destra si sarebbe mai comportato così con una giornalista». C’è da chiedersi a cosa sia riconducibile il silenzio o l’assenso che nei giorni immediatamente successivi al “fattaccio” il mainstrem politico e mediatico ha riservato a Prodi. Scaraffia un’idea precisa ce l’ha: «La sinistra non attacca mai i suoi patriarchi, che forse per questo, per troppa sicurezza, talvolta hanno qualche caduta di stile. Sanno di essere considerati comunque sopra le parti e le umane viltà e di godere di una sorta di impunità verbale». E poi, parlare di “gesto d’affetto”, ma che senso ha? Una toppa peggio del buco. «Escludo l’affetto, peraltro non richiesto. Forse si illudeva fosse un gesto scherzoso. Invece ne è uscito fuori un atto aggressivo molto antipatico».
E sul silenzio delle dnne di sinistra Scaraffia è caustica: “Quali? Schlein non poteva attaccarlo, sarebbe sembrato un tentativo di approfittarsene. Quanto alle altre, hanno una lunga tradizione di obbedienza nei confronti del maschio. A sinistra non vedo grandi casi di carriere politiche femminili indipendenti dalle scelte maschili. Non sarà mica un caso se Giorgia Meloni è di destra…». Ne ha anche per una sua vecchi conoscenza “Mi ha stupito solo Massimo Giannini, il mio ex direttore alla Stampa: uomo intelligente e con il quale, pur non condividendone le opinioni, mi sono trovata bene: non mi aspettavo che lo difendesse”.