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La prima volta in Italia

Lady Vance a Torino: la moglie del vicepresidente guiderà la delegazione Usa agli Special Olympics

Da avvocata di uno studio progressista a moglie del vicepresidente che combatte quell’ideologia. L’affascinante paradosso di Usha Chilukuri, attesa a Torino per gli Special Olympics

Società - di Alice Carrazza - 6 Marzo 2025 alle 10:05

Usha Chilukuri Vance non è solo la moglie del vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance. È una figura che sfida ogni etichetta, che smentisce le categorie care alla sinistra progressista e che rappresenta un’eccezione tanto affascinante quanto irritante per chi vorrebbe incasellarla in un copione già scritto. Sarà a Torino per gli Special Olympics World Winter Games, ma la sua presenza sulla scena pubblica è già di per sé un evento che rompe gli schemi. Proprio come quel blazer oversize anni ’90, sfoggiato in netto contrasto con l’ordinato tailleur grigio scuro della First Lady durante il discorso di Donald Trump al Congresso.

Lady Vance: dall’élite woke al cuore del conservatorismo

Usha, figlia di accademici indiani, cresciuta tra i corridoi delle più prestigiose università, laureata in storia a Yale, poi giurista nella stessa università, avvocato in uno degli studi legali più apertamente progressisti d’America, il Munger, Tolles & Olson. E poi? Moglie dell’uomo che Trump ha scelto come numero due nella sua crociata contro l’ideologia woke. Il cortocircuito è evidente, e i Dem americani non riesce a farsene una ragione.

Quando Trump ha revocato per ordine esecutivo la cittadinanza per diritto di nascita, misura subito impugnata da 18 Stati, la sinistra ha trattenuto il fiato: cosa avrebbe detto Usha, lei che è nata da immigrati indiani giunti negli Usa negli anni ’70? Ma il silenzio della signora Vance è stato più assordante di mille dichiarazioni. La risposta? Nessuna polemica, nessuna dissociazione. Solo apparizioni pubbliche in cui guarda J.D. con occhi che raccontano più di qualsiasi comunicato stampa.

L’intelligenza di Usha Vance e l’invidia della sinistra

Usha non è un’appendice decorativa del marito. È l’ombra dietro la sua ascesa, lo «spirito guida», come lui stesso l’ha definita, che lo ha portato a scrivere Hillbilly Elegy, il libro che ha raccontato l’America rurale senza complessi di colpa e che ha distrutto la narrazione del suprematismo bianco, mettendo in luce un’altra verità: il disagio della working class americana, bianca e dimenticata.

A Yale, dicono, aiutava tutti. Condivideva gli appunti, consigliava i colleghi, non sgomitava per emergere, perché non ne aveva bisogno. «Era una studentessa eccellente, la migliore della classe di giurisprudenza», ha raccontato il suo ex compagno di studi Charles Tyler, ora professore di Legge. Eppure, «lei no, lei era una che condivideva sempre i suoi appunti. Ed erano appunti perfettamente organizzati, codificati con colori diversi, precisi». Intelligenza e generosità. Qualità che la sinistra predica, ma che invidia quando emergono nelle file avversarie.

Il matrimonio che manda in tilt i progressisti

La loro storia è la sintesi perfetta del sogno americano: un ragazzo cresciuto nella povertà dell’Ohio, allevato dalla nonna, incontra una ragazza di famiglia colta e benestante. «Mi sono innamorato perdutamente di lei da subito», ha scritto Vance, confessando di aver infranto «ogni regola del dating moderno». Come? Dichiarandole, già dopo il primo appuntamento, di essere pronto a sposarla. Lei, più razionale, ha atteso. Ma alla fine ha detto sì. Si sono sposati nel 2014, con una doppia cerimonia: rito cristiano e rito indù.

Ma la vera rivoluzione non sta nel rito, sta nel messaggio: Usha ha scelto J.D., e J.D. ha scelto la politica di Trump. La sinistra si chiede: com’è possibile che una donna così brillante abbia sposato un uomo che lotta contro le loro stesse ideologie? La risposta è semplice: il progressismo non è sinonimo di intelligenza. Usha è pragmatica, realista, vede la realtà per quella che è, non per come la sinistra vorrebbe raccontarla.

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di Alice Carrazza - 6 Marzo 2025