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Le reazioni del centrodestra al Piano per il riarmo europeo

ReArm Europe

Dalle parole agli strumenti concreti: perché il centrodestra guarda con favore al Piano per il riarmo

La proposta von der Leyen è il segno della volontà di andare spediti verso la costruzione di una difesa europea per questo convince FdI e FI. Lega contraria, ma Salvini non drammatizza

Politica - di Natalia Delfino - 4 Marzo 2025 alle 17:25

Un passo avanti per la costruzione della difesa europea e, dunque, una novità che va nella giusta direzione. Il centrodestra ha accolto sostanzialmente con favore il Piano per il riarmo europeo presentato da Ursula von der Leyen, al netto di una posizione di netta chiusura espressa dalla Lega, ma attenuata a livello di governo da Matteo Salvini, che ha usato toni più smorzati rispetto al partito.

Fidanza: «Il Piano per il riarmo ha il merito di passare dalle parole agli strumenti concreti»

«Il piano “ReArm Europe” delineato nella lettera della presidente Ursula von der Leyen ha il merito di passare finalmente dalla mera enunciazione di principio a strumenti concreti per rafforzare il quadro degli investimenti europei nella difesa», ha detto il capodelegazione di FdI-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. «Particolarmente importante per l’Italia – ha aggiunto – è la possibilità di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del patto di stabilità, che consentirà finalmente di scomputare i maggiori investimenti richiesti dai parametri deficit/Pil. Una misura che l’Italia, il governo Meloni e Fratelli d’Italia chiedono da sempre e che finalmente trova accoglimento. Quanto agli investimenti comuni e alle altre misure proposte le valuteremo nel merito una volta presentate».

Procaccini: «L’Ue si risveglia dal suo sogno bucolico»

Per l’eurodeputato di FdI e copresidente dei Conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, «con il nuovo piano per la difesa Ue esposto da Ursula von der Leyen, finalmente l’Unione europea si risveglia dal sogno bucolico di poter essere una sorta di superpotenza erbivora in un mondo di carnivori». Per Procaccini, è «giusto aumentare gli investimenti in difesa e sicurezza, che è il diritto che consente l’esercizio degli altri diritti, nella speranza naturalmente di non dover mai utilizzare gli strumenti della difesa militare. Gli investimenti in campo militare, inoltre, hanno una forte componente “dual use”, perché – ha ricordato – sono da sempre un formidabile veicolo di crescita in campo civile, come è accaduto per lo sviluppo della rete internet».

Tajani: «Finalmente passi in avanti concreti per la difesa europea»

«Bene von der Leyen: finalmente si fanno concreti passi in avanti per costruire una indispensabile difesa europea. Era il grande sogno di De Gasperi e Berlusconi», ha scritto su X il segretario di FI e vicepremier Antonio Tajani, sottolineando che «ora bisogna realizzarlo, senza indugi, nel modo migliore possibile per rendere più forte l’Europa nel contesto di una solida alleanza con gli Stati Uniti».

La netta contrarietà della Lega: «Preoccupante deriva bellicista»

Decisamente contraria la posizione della Lega, la cui delegazione al Parlamento europeo ha parlato di «preoccupante deriva bellicista dell’Ue, che mentre l’America di Donald Trump lavora per la pace e parla di fine del conflitto in Ucraina, corre al riarmo e parla di soldati al fronte» e ha rivendicato che «investire nella difesa è importante, ma è prerogativa dei singoli Paesi, non della Commissione europea». Per gli eurodeputati del Carroccio, inoltre, il Piano annunciato da von der Leyen rappresenta una «escalation militare inquietante» e non è «per nulla proporzionale agli sforzi effettuati da Bruxelles, negli ultimi tre anni, per fare sì che la diplomazia si sostituisca ai fucili e alle bombe: se qualcuno in Europa vuole la terza guerra mondiale, non lo fa a nostro nome».

Ma Salvini usa toni smorzati ed esprime perplessità

Più sfumate però le parole di Salvini, che ha preferito porre domande piuttosto che dare risposte perentorie. Il Piano «è la via maestra per sostenere e lasciare ai nostri figli un continente in pace? Ragioniamoci profondamente», ha detto il vicepremier a margine di un evento a Milano. Rispetto a un «presunto esercito comune europeo», io «mi tengo stretta la Marina militare italiana». «Già hanno fatto l’esperimento di una moneta senza Stato, l’esercito senza Stato chi lo comanda? Chi decide?», si è chiesto Salvini, osservando che «oggi un presunto esercito comune europeo se si votasse a maggioranza probabilmente partirebbe per l’Ucraina. È il nostro interesse? Lascio delle domande io ho le mie risposte».

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di Natalia Delfino - 4 Marzo 2025