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Delitto di Garlasco, la gioia di Feltri: “Zero prove: da sempre sono convinto dell’innocenza di Alberto Stasi”

La svolta dell'inchiesta

Delitto di Garlasco, la gioia di Feltri: “Zero prove: da sempre sono convinto dell’innocenza di Alberto Stasi”

Cronaca - di Monica Pucci - 12 Marzo 2025 alle 08:17

A quasi 18 anni dal delitto di Chiara Poggi, dopo cinque processi ad Alberto Stasi condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di carcere (sta finendo di scontare la sua condanna nel carcere milanese di Bollate) per l’omicidio dell’allora fidanzata, dopo due tentativi della difesa di riaprire il caso di Garlasco, da ieri Andrea Sempio – già indagato otto anni fa e poi archiviato – è tornato al centro della cronaca: ha ricevuto un avviso di garanzia dalla procura di Pavia per omicidio “perché con il concorso di altri soggetti o con Alberto Stasi cagionava la morte” della ventiseienne. Giovedì 13 marzo dovrà sottoporsi all’esame del Dna e se lui si dice sconvolto, per la famiglia Poggi – mamma Rita Preda e papà Giuseppe – “si riapre un calvario”.

Garlasco, la tesi di Vittorio Fetri su Alberto Stasi

Tra i più soddisfatti,  Vittorio Feltri, da sempre in controtendenza sulla condanna di Stasi. “Sono sorpreso, quasi commosso. Non ci speravo più. Evidentemente i fatti mi stanno dando ragione, con molto ritardo rispetto a quello che mi sarei aspettato. Ma, come si dice, meglio tardi che mai», dice oggi a Libero. Secondo Feltri il “biondino dagli occhi di ghiaccio” ha subito un’ingiustizia «acclarata, e per me evidentissima. Aggiungo che sedici anni sono un’eternità per un ragazzo che evidentemente ha perduto in carcere gli anni migliori della sua vita». Mentre “le indagini e le deduzioni tratte da quelle indagini erano chiaramente errate. Avevo capito subito che quel ragazzo non c’entrava nulla. Poi davanti alla condanna mi sono arreso”. Prove? Zero. “Neanche una vera e concreta. I pedali della bicicletta; le scarpe da ginnastica; lei che aveva aperto la porta all’aggressore, quindi per tutti era inevitabile che fosse Alberto. Ma non c’erano l’arma del delitto e neppure il movente. Anche la faccenda del materiale pornografico era subito caduta. E poi gli orari, mi scusi. Stasi non avrebbe potuto uccidere Chiara Poggi semplicemente perché nell’ora in cui Chiara veniva uccisa lui era a casa sua e lavorava alla sua tesi di laurea. Sul pc resta la memoria di tutto ciò che si fa. Come è possibile che non sia emerso?”.

Il ruolo dell’amico del fratello Andrea Sempio

Sempio, che oggi compirà 37 anni, era stato tirato in ballo da un’indagine difensiva dei legali Angelo e Fabio Giarda, contenuta in un esposto depositato dalla madre di Stasi in cui – facendo ricorso a un investigatore privato – si dava conto della corrispondenza tra il Dna maschile, trovato sulle unghie della vittima, e il profilo genetico del giovane dipendente di un negozio di telefonia. Il suo Dna era stato prelevato ‘rubando’ una bottiglietta d’acqua, una tazzina da caffè e un cucchiaino da un bar. Ma nel 2016 l’ambizione di riaprire il caso si era infranta contro la decisione della procura di Pavia di chiedere l’archiviazione, dopo aver disposto intercettazioni telefoniche e ambientali, archiviazione disposta nel marzo 2017 dal gip Fabio Lambertucci.

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di Monica Pucci - 12 Marzo 2025