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Il botta e risposta

Dopo il pomeriggio infernale Zelensky rilancia: “Non devo scuse a Trump, dobbiamo fermare Putin”

Dopo il faccia a faccia nello Studio Ovale, il presidente ucraino chiarisce la sua posizione: "Non possiamo cedere, vogliamo una pace giusta e maggiori garanzie di sicure"

Esteri - di Alice Carrazza - 1 Marzo 2025 alle 09:40

L’incontro di ieri tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump nello Studio Ovale si è trasformato in un confronto teso, con un botta e risposta che ha infiammato l’arena politica americana e internazionale. Nell’intervista concessa dal presidente ucraino a Fox News subito dopo la sua uscita di scena dalla White House Zelensky ha respinto l’idea di dover porgere delle scuse al presidente Usa, ribadendo la necessità di un’alleanza ferrea contro Mosca e ammonendo l’ex presidente americano a «non fidarsi di Putin».

Zelensky: “No, non devo scusarmi”

Interrogato sulla reazione stizzita di Trump, che lo ha accusato di aver mancato di rispetto a lui e all’America, Zelensky ha risposto senza esitazioni: «No. Rispetto il presidente e il popolo americano. Non so se abbiamo fatto qualcosa di sbagliato. Anche in un dialogo così difficile, credo che dobbiamo essere molto onesti e diretti. Siamo partner, partner molto vicini. Dobbiamo essere equi, dobbiamo essere sinceri».

Il presidente ucraino dunque non si piega, non ritratta. Eppure, anche Trump ha ribadito la volontà di chiudere rapidamente il conflitto, sostenendo che un cessate il fuoco immediato sia l’unica via percorribile. «Ho sentito molte volte il presidente dire che porrà fine alla guerra, e spero davvero che lo faccia. Ma dobbiamo fare pressione su di lui, insieme all’Europa e a tutti i partner», ha spiegato Zelensky, ricordando una frase di Ronald Reagan: «La pace non è solo assenza di guerra. Stiamo parlando di una pace giusta e duratura, di libertà, di giustizia, di diritti umani. Ecco perché ho detto ciò che penso».

“Senza gli Usa, per l’Ucraina è difficile”

Trump, tornato alla Casa Bianca con la promessa di ridurre l’intervento americano nei conflitti globali, ha chiarito a Zelensky che il sostegno degli Stati Uniti non sarà più incondizionato. Il messaggio è stato chiaro: o Kiev si allinea alle nuove direttive, o rischia di perdere il supporto americano. Il leader ucraino, dal canto suo, ha detto: «Sarà difficile senza il vostro sostegno, ma non possiamo perdere i nostri valori, il nostro popolo. Non possiamo perdere la nostra libertà».

Trump, nelle dichiarazioni successive all’incontro, ha descritto il leader ucraino come un uomo determinato «a combattere, combattere, combattere». Zelensky non ha smentito, ma ha rilanciato: «Vogliamo la pace, ma vogliamo una pace giusta e duratura. E questo significa negoziare da una posizione di forza. I negoziati dovranno coinvolgere Ucraina, Russia, Stati Uniti ed Europa». E l’avvertimento sotteso che se si cede senza garanzie, Putin tornerà domani.

Il nodo minerali e le garanzie di sicurezza

Il colloquio tra Washington e Kiev avrebbe dovuto vedere al centro la firma dell’intesa sulle terre rare, un tema prioritario per la Casa Bianca, in cambio di protezione. Secondo Zelensky però le garanzie di sicurezza messe nero su bianco dall’amministrazione Trump non basteranno. «Siamo pronti a firmare questo documento. È un primo passo, ma non è sufficiente. Il cessate il fuoco senza garanzie è un tema sensibile».

Dietro le parole, una realtà evidente: Kiev teme che un accordo affrettato possa compromettere la sua capacità di resistere all’aggressione russa in futuro. «Gli Stati Uniti sono il maggiore sostenitore della pace e della sicurezza, ma non dobbiamo perdere l’Europa. Anche loro vogliono sapere quali saranno i prossimi passi», ha avvertito il leader ucraino.

Zelensky: “Gli americani scelgono il loro presidente, gli ucraini il loro”

Le parole di Zelensky sono state anche una risposta alle dichiarazioni del senatore repubblicano Lindsey Graham, che ha ipotizzato un cambio di leadership a Kiev come possibile chiave per arrivare a un accordo con Mosca. Il presidente ucraino ha respinto ogni ipotesi di dimissioni: «Solo gli ucraini possono decidere. Gli americani scelgono il loro presidente, gli europei scelgono i loro presidenti, gli ucraini scelgono il loro. Funziona così».

“Con Trump possiamo recuperare il rapporto”

Nonostante il duro scontro, Zelensky ha lasciato aperta la porta a una possibile riconciliazione con l’amministrazione Trump: «Certo, possiamo recuperare il rapporto con il presidente. Sono rapporti che vanno oltre due presidenti, sono rapporti storici tra i nostri popoli».

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di Alice Carrazza - 1 Marzo 2025