
Indaga la Procura di Milano
Drone russo sul lago Maggiore sopra il centro di ricerca Ue. Crosetto: “E’ in corso una guerra ibrida”
La procura di Milano ha aperto un fascicolo per spionaggio politico o militare, dopo l’avvistamento del drone russo in volo sul lago Maggiore. Il velivolo sarebbe passato più volte anche sopra la sede del Joint research centre della Commissione europea a Ispra. L’inchiesta riguardante l’accaduto si basa sull’articolo 257 del codice penale, con l’aggravante dovuta alla finalità del terrorismo in riferimento a condotte che “per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese”. A pochi chilometri dal centro di ricerca europeo si trovano anche gli stabilimenti di Leonardo, un’azienda aerospaziale fondamentale per la difesa. Per giunta, Il pool dell’Antiterrorismo e il personale del Ros si riuniranno nel pomeriggio in Procura per fare il punto sugli elementi a disposizione, ma anche per stilare una tabella di marcia su eventuali accertamenti su un episodio che potrebbe aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale.
Il mistero del drone russo e le indagini
Sul misterioso drone russo che ha sorvolato il Joint research centre sta investigando la procura milanese, coordinata procuratore Marcello Viola, dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Alessandro Gobbis, ma anche i rappresentanti politici italiani ed europei hanno espresso il proprio interesse per l’accaduto. Per di più, sulla struttura “spiata” e sugli altri edifici circostanti è attiva una “No fly zone”, che proibisce l’accesso dei velivoli non autorizzati. Inoltre, sono stati proprio i responsabili del centro europeo a segnalare ai vertici della sicurezza la presenza di un drone, attraverso il sistema di rilevamento sperimentale degli aeromobili sconosciuti. Nei giorni scorsi, l’apparecchio avrebbe sorvolato il Joint research centre europeo almeno cinque volte, facendo scattare l’allarme dopo le intercettazioni compiute dagli esperti.
Stando alle informazioni reperibili fino a questo momento, sembra che il drone sia di fabbricazione russa ed equipaggiato con telecamere, oltre alle strumentazioni digitali capaci di riprendere un obiettivo nei minimi dettagli, anche di notte, eseguendo mappature tridimensionali. Stando a quanto è trapelato dalla procura, è ancora presto per sapere se esiste un collegamento con l’investigazione che lo scorso novembre aveva portato le autorità a puntare i riflettori su due imprenditori brianzoli, che avrebbero collaborato con l’intelligence russa “per mappare i sistemi di videosorveglianza di Roma e Milano” dietro una retribuzione in criptovalute.
Crosetto: “E’ in corso una guerra ibrida pericolosa”
”Vedo che, oggi, molti si stupiscono per una notizia uscita ieri e che riguarda un conclamato tentativo di spionaggio industriale. In questo caso, ai danni di eccellenze industriali italiane”. Queste le parole contenute in un post pubblicato dal ministro della Difesa Guido Crosetto su X, che ha poi rammentato quali contromisure siano state prese sul caso fino ad ora.
”Mi limito ad aggiungere questo. Sono anni che sollevo l’attenzione e lancio allarmi, a volte inascoltato, e in ogni occasione possibile, per mettere sotto i riflettori quanto accade”, ha aggiunto il titolare del dicastero: “E’ in corso una guerra ibrida. Pericolosa quanto sotterranea, costante e asfissiante quanto quotidiana, che è fatta da un mix di attacchi cyber mirati, reclutamento di attivisti (traduco: persone a libro paga di potenze o entità straniere e ostili), scientifiche e massicce campagne di disinformazione di massa, furti di tecnologie e brevetti militari e industriali, più molti altri atti ostili, perpetrati da più attori, statuali e non”.
“Ma, non a caso, quando parlo, fino allo sfinimento, della necessità di difendere il nostro Paese, le comunità cui apparteniamo e le alleanze di cui facciamo parte – ha proseguito Crosetto – dico anche che non mi convince il termine riarmo e lo slogan Rearm Europe”, per poi sottolineare che “la nostra difesa e la nostra sicurezza, nazionale e collettiva, vanno garantite su più piani, compresi quelli della guerra ibrida e non solo quelli tradizionali, i quali pure restano i più evidenti davanti gli occhi di tutti”.