
Pd bifronte
Elly “grillina” sola contro tutti. I socialisti europei le concedono le briciole
Pd bifronte, spaccato in casa, e lasciato al suo destino dagli alleati socialisti e democratici in Ue. Elly Schlein va in piazza sotto le bandiere europee al seguito di Michele Serra per protestare contro il governo Meloni. Ma a Bruxelles veste i panni arcobaleno di Giuseppe Conte che ha bocciato il piano di riarmo e grida all’occidente guerrafondaio. E ne esce con le ossa semi-rotte. Non ha dato una grande prova di forza al tavolo del Pse dove è andata con i suoi paletti invalicabili – il piano von der Leyen non è la strada giusta – ed è uscita con le armi spuntate. Da pasdaran dell’opposizione parla un’altra lingua da chi nel suo paese siede al governo, come Pedro Sanchez. Per i suoi alleati a Strasburgo invece il piano della Ue è un primo passo necessario, altro che strada sbagliata. Glielo ricorda anche Marianna Madia che su twitter scrive: “Per i socialisti e democratici europei, il piano per la difesa comune è un primo passo avanti e ne richiede molti altri. Di fronte a una crisi si risponde con il coraggio. Insieme”.
Schlein voce isolata al vertice dei Socialisti europei
Coraggio, appunto. Proprio quello di cui difetta la segretaria che, davanti alle sfide cruciali, continua a fingersi morta, accerchiata da una parte dal pacifismo senza se e senza ma dei 5Stelle e dall’altra dalla richiesta di chiarezza in politica estera che reclamano i riformisti e i cattolici del Nazareno. Dopo il vertice la parola d’ordine del Nazareno è aver strappato agli alleati il no all’utilizzo dei fondi di coesione per le spese militati. Poca cosa, anche perché il governo è su queste posizioni, come ha detto chiaramente il ministro degli Esteri Antonio Tajani, Sulle sfide cruciali meglio glissare. Nel tentativo di accreditare la strategia del Pd (quale?) nel consesso europeo è un tam tam di dichiarazioni con grande attenzione alle parole, smussando gli angoli, soppesando le virgole.
Unico punto d’incontro: il no all’utilizzo dei fondi di coesione
Deborah Serracchiani ce la mette tutta per accreditare la posizione minoritaria della segretaria. “Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione”. Tanto basta per ritagliarsi un briciolo di protagonismo. Non a caso il non utilizzo dei fondi di coesione per spese militari diventa il filo rosso della narrazione dem. Insomma Schlein deve accontentarsi di portare a casa il ‘no’ dei socialisti all’utilizzo dei fondi di coesione e sviluppo per finanziare il riarmo europeo. Per il resto, il prevertice socialista non è bastato a far passare la bocciatura al piano von der Leyen sbandierato dalla segretaria.
Per la famiglia socialista europea il piano è un passo nella giusta direzione
“Insisteremo per cambiare quelle proposte e naturalmente speriamo di farlo anche insieme alle altre forze socialiste rappresentate in Parlamento”, avvertiva Schlein prima di volare a Bruxelles. Ma l’orientamento del resto della famiglia socialista è stato chiaro fin dall’inizio, “il ReArm Eu è un primo passo nella giusta direzione”. Un concetto ribadito oggi con più forza. Non solo “Si’ al riarmo dell’Europa”, ma “c’è bisogno di ancora di più'”, si legge sui profili social del gruppo S&D. A questo si aggiungono le prese di posizione dei leader socialisti alla guida delle istituzioni nazionali ed europee, come Pedro Sachez e Antonio Costa. Schlein può uscire dal vertice socialista con in mano la convergenza dei “fratelli e sorelle di S&D” – definizione della segretaria – sulla necessità di non attingere ai fondi di coesione e sviluppo europei per finanziare la spesa militare. Tutto qui. Anche perché dall’Italia i 5Stelle rovinano tutto. “Sul ReArm Europe devo dire che siamo contenti che Elly Schlein pensi come noi che sia una cosa folle”, dice il capogruppo Riccardo Ricciardi. E ora chi glielo dice ai Ssocialisti europei?