
Smascherati
Elly Schlein dice no al Piano per il riarmo europeo e il Pd esplode
La segretaria Pd ci ripensa sul fatto che bisogna stare con l'Europa senza se e senza ma e alla presidente della Commissione Ue risponde: «Noi non ci stiamo»
Si fa presto a sinistra a dire che sull’Ucraina “bisogna stare con l’Europa”. Poi l’Europa batte un colpo con il piano per il riarmo europeo ed è tutto un fuggi fuggi, a partire da quel Pd la cui segretaria – vale la pena ricordarlo – giusto un paio di giorni fa intimava a Meloni di dire da che parte sta, accusandola sostanzialmente di non stare da quella dell’Europa. Ma ora che l’Europa chiama, Elly Schlein diserta. «Quella presentata oggi da von Der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse», ha detto, aggiungendo che il Piano della presidente della Commissione Ue «così rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 Paesi e noi non ci stiamo».
L’Europa chiama, Elly diserta
Schlein, entrando poi nel merito delle proposte von der Leyen, ha fatto sapere che «noi porteremo la nostra posizione già al prossimo vertice dei socialisti e democratici a Bruxelles, in vista del Consiglio straordinario». Il punto, però, in questo caso non è tanto nel merito quanto nel metodo. Che fine ha fatto il perentorio obbligo morale, politico, si direbbe esistenziale di stare con l’Europa a prescindere? Che fine ha fatto il necessario «salto quantico»? E, soprattutto, Schlein come risponderebbe alla domanda “con chi stai?”, che ha rivolto con quel tono accusatorio alla premier? Si tratta di un tema che la stessa Meloni aveva focalizzato ieri, quando nel corso della trasmissione XXI secolo Francesco Giorgino le ha chiesto conto delle polemiche sollevate dalla sinistra sulla sua presunta collocazione poco chiara.
La differenza tra slogan e realtà
«La linea mia è che sto con l’Italia, in Europa, per l’Occidente, e le letture infantili le lascio ad altri perché in questo momento non ce le possiamo permettere», ha detto il premier, sottolineando che «gli slogan sono bellissimi, dopodiché però agli slogan seguono delle scelte e io sarei contenta di avere un’idea più chiara di cosa vogliono fare, anche perché ho rispetto ovviamente della posizione delle opposizioni».
Il Piano per il riarmo manda in tilt il Pd
Ora la risposta è arrivata, anche se poi entrando maggiormente nelle pieghe del dibattito si scopre che non è così granitica. «Nelle parole di Von der Leyen non solo non c’è l’Europa che vorremmo ma neppure qualcosa che assomigli ad un sistema di difesa comune», ha scritto sui social Andrea Orlando, mentre Pina Picierno ha lanciato un appello in 5 punti «per un’Europa libera e forte, che sappia difendersi, che sia competitiva e tuteli la democrazia partendo dall’Ucraina», che prevede anche la difesa comune, compreso lo scorporo delle spese militari dal Patto di Stabilità. All’appello hanno risposto tra gli altri Carlo Calenda, Benedetto Della Vedova di +Europa e alcuni deputati Pd.
La chiusura di M5S e Avs: «Follia bellicista»
Netta invece la chiusura di M5S e Avs. Giuseppe Conte ha parlato di «una furia bellicista, che noi contrasteremo in ogni modo». «Il blu dell’Europa si tinge di verde militare», ha detto, rilanciando la piazza del 5 aprile. Per il leader di Avs, Nicola Fratoianni, poi, «Ursula Von der Leyen è inadeguata e pericolosa» e per Angelo Bonelli trascina «completamente l’Europa in un’economia di guerra».
Però poi chiedono a Meloni quale sia la sua posizione sull’Europa…
In compenso, però, tutti insieme i partiti d’opposizione chiedono a gran voce che Meloni riferisca in aula prima del Consiglio europeo di giovedì per sapere «qual è la posizione su Europa, sulla collocazione internazionale, sulla difesa comune, sull’Ucraina, sui dazi».