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Eppur si muove. Ora Schlein va in piazza per l’Europa minacciata. Ma l’avete mai vista in foto con Zelensky?

Le giravolte dem

Eppur si muove. Ora Schlein va in piazza per l’Europa minacciata. Ma l’avete mai vista in foto con Zelensky?

La segretaria dem annuncia trionfante la sua partecipazione alla piazza senza bandiere di partito convocata da Michele Serra. Un ottimo alibi per fare rumore contro l'odiato Trump e il pericoloso governo Meloni

Politica - di Stefania Campitelli - 1 Marzo 2025 alle 15:35

I tempi giusti di reazione in politica, come nella vita, sono quasi tutto. Dalle parti del Nazareno, invece, non spiccano per tempestività. Galleggiano tra una sguaiata dichiarazione di guerra al governo Meloni, qualche slogan resuscitato dagli anni settanta in mezzo a un bla bla bla su diritti civili, green e gender. In politica estera Elly Schlein è praticamente muta, salvo, fuori tempo massimo cavalcare l’ultima crociata europeista in salsa progressista. In questi lunghi tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina nessuno ha capito la posizione del secondo partito italiano. Si è visto un Pd semi-muto,  immobilizzato dalla sue storiche contraddizioni sul terreno della geopolitica.

Ora Schlein scende in piazza con Michele Serra per l’Europa

Parola d’ordine di Schlein “see and wait”, non potendo schierarsi apertamente con l’Occidente e l’Europa per non infastidire i 5stelle pacifisti senza se e senza, e perdere lo zoccolo duro dei compagni anti-Usa, costretta a dribblare continuamente per non finire nel calderone dei putiniani. Per tre anni la segretaria dem, come gli rimproverano anche i suoi, sulle grandi scelte si è ‘finta morta’ barcamenandosi malamente tra fedeltà euro-atlantista e crociata contro l’Occidente guerrafondaio dell’alleato Conte e del tandem Fratoianni-Bonelli. Qualche avvisaglia di esistenza in vita arriva con l’adesione alla piazza per l’Europa convocata da Michele Serra. All’indomani della rottura tra Trump e Zelenky, consumatasi in diretta mondiale dal salotto dello Studio Ovale,  la segretaria dem fa sapere che sfilerà alla manifestazione promossa dalla firma progressista. Silenzio invece sull’altra piazza convocata dai 5Stelle contro il governo (probabilmente il 5 aprile).

I dem pronti a nascondersi nel mare blu delle bandiere Ue

“Noi – scrive su Repubblica –  siamo pronti a dare una mano. A metterci a disposizione di una grande piazza senza bandiere di parte se non quella europea, a esserci e pure ‘scomparire'”. Ora la segretaria dem si rifugia nel fascino del Vecchio Continente ed esibisce una fede incrollabile per quel “mare blu di quelle bandiere che per noi rappresentano identità e speranza”. Tutti in piazza per un abbraccio collettivo. Molto peace and love. Una Woodstock per reagire all’offensiva dei nazionalisti, per “superare gli egoismi e fare finalmente l’Unione per davvero”. L’Europa, insomma, è l’alibi perfetto per un’esibizione muscolare contro il governo e il presidente Usa, “un pericoloso mix di cinismo, irruenza e incoscienza”. Oggi Schlein scrive di volere “Un’Europa diversa, unita e libera. Un’Europa federale”. Ma pochi giorni fa nell’ultima direzione dem, facendo sobbalzare più di qualcuno, ha detto di non riconoscersi “né con Trump finto pacifista né con l’Europa per continuare la guerra”. Qual è la posizione del Pd sulla guerra, le trattative di pace, le armi, la difesa europea, la Cina, le terre rare? Un bel rompicapo.

Il salto carpiato della sinistra cresciuta a pane e globalismo

Di sicuro la piazza di Serra e della sinistra,  cresciuta a pane e internazionalismo, poi globalismo, sarà una piazza anti-nazioni. Un’ammucchiata anti-sovranista che ignora che il peggiore nemico dell’Europa, come hanno detto Draghi e Vance, è l’Europa stessa, che ha smesso di essere e sentirsi cuore pulsante della civiltà occidentale. Dov’era Elly quando la destra italiana con Giorgia Meloni  metteva all’ordine del giorno la necessità impellente di  un’Europa politica forte e autorevole? Di chiudere con la stagione della burocrazia, dei diktat economici imposti dal cenacolo dell’alta finanza di Bruxelles? Insomma un’Europa capace di difendere gli interessi nazionali, senza complessi di inferiorità giocando  alla pari con le due superpotenze mondiali. Non c’era. E quando c’era gridava alla deriva autoritaria, alle mire imperialiste della destra nostalgica degli eserciti e delle armi. Oggi, eterogenesi dei fini, pezzi di sinistra ex arcobaleno scoprono che l’Europa “nano politico” è un male e spingono per un esercito comune e l’aumento delle spese militari. Un bel salto carpiato.

Non c’è traccia di foto con Zelensky, oggi un eroe vittima del bullismo di Trump

Oggi Elly è in prima fila a denunciare il bullismo a stelle e strisce contro Zelensky, ma finora non si registrano prese di posizioni forti al fianco dell’Ucraina e della resistenza del popolo di Kiev. Con l’Ucraina, certo, ma con molta freddezza per non suscitare nervosismi in casa. Negli archivi non c’è traccia di una stretta di mano con il presidente ucraino, non c’è foto che li ritragga insieme. Nel terzo anniversario dell’invasione russa Schlein non è pervenuta. Non ha preso parte alla piazza romana a sostegno dell’Ucraina, non si è vista a Kiev dove erano presenti tutti i principali rappresentanti della sinistra europea e atlantica. Ma la colpa dello sfascio, udite udite, sarebbe “la grave ambiguità del governo italiano, con la presidente Meloni che non sa scegliere tra la bandiera dell’Europa e il cappellino di Trump”. Da che pulpito.

 

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di Stefania Campitelli - 1 Marzo 2025