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Esplode il “campo Serra”: la piazza pro Europa spacca la Cgil. Anche l’Anpi e l’Arci si sfilano

Più defezioni che adesioni

Esplode il “campo Serra”: la piazza pro Europa spacca la Cgil. Anche l’Anpi e l’Arci si sfilano

Dopo il no di Conte si aggiungono altri "rifiuti" e distinguo. Chi andrà all'evento convocato da Serra su Repubblica lo fa con i suoi personalismi e rese dei conti interne. Landini vorrebbe cedere al "richiamo della foresta" della piazza rossa, ma la sua opposizione in interna gli dà l'altolà: non in nostro nome

Politica - di Alberto Consoli - 8 Marzo 2025 alle 19:14

Allora, si fa prima a dire chi non aderisce alla piazza invocata da Michele Serra su Repubblica. Giuseppe Conte ha già detto no alla “chiamata” per il 15 marzo  per la manifestazione per l’Europa e per l’Ucraina. Serra aveva invitato associazioni, sindacati e partiti a partecipare, mettere da parte i personalismi e invece l’iniziativa ha avuto un effetto deflagrante sul cosiddetto campo largo. Conte dice no, Schlein e Calenda invece ci saranno. L’Anpi romana si sfila, mentre l’Arci ha intenzione di organizzare un’altra piazza. Il vero sconquasso sta avvenendo nella Cgil. Landini vorrebbe esserci. Ma i suoi lo stanno contestando sui socials. Soprattutto la minoranza interna del sindacato rosso, con Eliana Como, non ammette sfumature: «Non in mio nome». Simpatizzanti stanno lanciando appelli: “La Cgil non partecipi”: dicono no a una manifestazione che chiede di impegnarsi militarmente in sostegno dell’Ucraina. Parlano di manifestazione “guerrafondaia e reazionaria”.

Il “campo Serra” sta esplodendo

All’interno della Cgil l’ipotesi di scendere in piazza sta causando grandi malumori, con ampi settori di iscritti e delegati disorientati da ciò che trapela dalla segreteria. Sui social l’intenzione di Landini di esserci suscita mal di pancia, addirittura insulti. Si sprecano i meme con lui conl’elemetto in testa. Così, il “campo Serra” che doveva nelle intenzioni diventare il seme di un Campo largo sta diventando un campo di battaglia. C’è chi va ma con distinguo, come il verde Angelo Bonelli: «Ci sarò ma voglio farlo col mio messaggio. Indosserò la coccarda della pace e forse anche con la bandiera della pace, anche se non vorrei qualcuno pensi sia un affronto. Calenda ultimamente ha l’elmetto in testa». Dunque, si guarderanno in cagnesco?

Conte, Cgil, Anpi e Arci non ci stanno

La segretaria del Pd Elly Schlein ha subito detto sì. L’idea di trasformare la piazza pro Ucraina in una mobilitazione contro il governo Meloni è troppo ghiotta. Una piazza pro-Europa, bipartisan e aperta a tutti, a sostegno dell’Ucraina “tradita” da Trump: Elly si è subito iscritta al partito di Repubblica. Ma si tratta di una foglia di fico che le consente la solita vaghezza e restare con il piede in due scarpe: un po’ con Conte e i «pacifisti» anti-Ucraina che strizzano l’occhiolino a Putin (e Trump); un po’ con una vaga idea di Europa «dei diritti».  Chi ci capisce qualcosa alzi la mano. Ognuno avanza personalismi, rese dei conti interne, messaggi incrociati.  Ma che razza di piazza è? Per l’Europa, ma contro il piano von der Leyen per la difesa e il riarmo. Allora, un guazzabuglio di posizioni. Anche Calenda andrà ma sconnesso dagli altri: “Se quella piazza sarà una piazza che dice via le armi, via tutto, sarà una piazza antieuropeista“.

I partigiani si sfilano dalla piazza “rossa”

Non solo la Cgil, anche l’Anpi sta vivendo il suo dramma. L’Associazione nazionale partigiani di Roma ha fatto sapere di “non invitare le proprie iscritte e i propri iscritti e simpatizzanti a parteciparvi, se non a titolo esclusivamente personale e senza bandiere e fazzoletti dell’Associazione”. Afferma il comunicato: “L’Anpi è radicalmente contraria al piano di riarmo dello spazio comune europeo presentato dai rappresentanti e dai vertici politici delle attuali istituzioni UE”. L’Arci si è sfilata decisamente, come spiegato sul Manifesto dal presidente Walter Massa. La piazza “rossa” perde pezzi e mancxa solo una settimana.

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di Alberto Consoli - 8 Marzo 2025