
Il caso
Eutanasia: ragazza vuole uccidersi, il padre si oppone: “Mia figlia non è lucida”. Processo in Spagna
Una donna di 24 anni, paraplegica dopo un tentativo di suicidio nel 2022, si è vista riconoscere dal governo regionale della Catalogna, in Spagna, il diritto all’eutanasia. Diritto che il padre ha contestato presentando ricorso in tribunale e affermando che la figlia soffre di un disturbo della personalità che ne influenza le scelte. Si tiene quindi un processo storico in Spagna dove, per la prima volta dal’approvazione dell’eutanasia nel 2021, il ‘diritto a una morte dignitosa’ è approdato in tribunale.
Eutanasia bloccata dopo il ricordo del padre, polemica in Spagna
”Voglio porre fine alla mia vita con dignità, una volta per tutte“, ha dichiarato oggi la donna in tribunale. “Mi sento incompresa dalla mia famiglia, mi sento sola e vuota, questa situazione mi causa molta sofferenza”, ha aggiunto. La richiesta della donna di ricorrere all’eutanasia aveva ottenuto il sostegno del consiglio di garanzia e del governo catalano, che ha sostenuto all’unanimità la sua decisione nel luglio dello scorso anno. L’eutanasia avrebbe dovuto essere praticata ad agosto, ma è stata sospesa all’ultimo momento a causa delle obiezioni legali sollevate dal padre con il sostegno del gruppo di attivisti Avvocati Cristiani (Abogados Cristianos).
Il rappresentante legale del governo catalano ha però dichiarato che “non è stata presentata alcuna prova di carattere scientifico che contraddica i numerosi referti medici che supportano” l’autorizzazione all’eutanasia. Il padre ha invece sottolineato “l’obbligo dello Stato di proteggere la vita delle persone, soprattutto delle più vulnerabili e con problemi di salute mentale”.
Le presunte “pressioni” delle associazioni cattoliche
L’eutanasia, programmata nel caso della 24enne nell’agosto scorso, è stata sospesa in via cautelare per il ricorso presentato dal padre – difeso dall’Associazione ultracattolica Abogados Cristianos – secondo il quale la scelta della figlia è frutto di uno “stato mentale alterato”, che ha compromesso “la sua capacità di prendere una decisione libera e consapevole”. Interrogata oggi a porte chiuse in tribunale, la ragazza, che soffre di un disturbo limite della personalità, ha ribadito la sua volontà, secondo fonti giuridiche riportate dai media iberici, fra i quali elDiario.es. E ha, inoltre, denunciato “coercizioni”, per farle cambiare opinione, da parte del padre e dell’ambiente cattolico del centro per minori tutelati dalla Generalitat dove ha vissuto quando era minorenne.