
Accordi, disaccordi e stecche
Feroce rissa in tv, tra Travaglio e Calenda volano gli insulti: “Sei un poveraccio”. La replica: “Pulisciti la bocca” (video)
Il giornalista e il leader di Azione se le danno di santa ragione a suon di accuse e offese che mandano ko il conduttore Luca Sommi che non riesce a venirne a capo. Intanto Mario Giordano, convitato di pietra, se la ride sotto i baffi...
Altro che campo largo: questa alleanza non s’ha da fare… E se proprio c’erano dei dubbi, l’ultima conferma che il matrimonio tra gli ami-nemici dell’opposizione è impossibile da celebrare –né al chiuso dell’Aula. Né in campi più o meno larghi dove ognuna delle componenti sembra più che altro interessata a marcare il territorio del suo orticello – arriva dalla furiosa rissa cortile tra Marco Travaglio, portabandiera delle istanze pentastellate, e Carlo Calenda, leader di Azione. Uno scontro senza esclusione di colpi, e con tanto di beceri insulti reciproci, andato in onda sabato sera su La Nove nel talk di approfondimento politico condotto da Luca Sommi.
Altro che “Accordi e disaccordi”: furibonda lite in tv tra Travaglio e Calenda
Già, perché alla faccia del titolo della trasmissione a cui i duellanti stavano partecipando: Accordi e disaccordi (nomen omen), più che una divergenza di opinioni quella che è prevalsa a favore di telecamera è l’insopprimibile acredine non solo tra i due ospiti in studio – che il conduttore… ha fatto una fatica bestiale a tenere a bada – ma tra forze in contrapposizione all’interno della stessa compagine di sinistra… Al cui interno a fare da apripista su divisioni, disaccordi, e accordi rabberciati al fotofinish, c’è sempre il Pd che fa sa apripista in materia di caos e divisionismi tenuti come la polvere sotto il tappeto…
Campo largo? No corpo a corpo…
Dunque veniamo al cuore dell’alterco a cui gli spettatori hanno assistito attoniti, come chi scrive, spettatori involontari di uno spettacolo al cui confronto “il teatrino della politica di berlusconiana memoria è roba da principianti: una lite furibonda tra Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, e Carlo Calenda, leader di Azione. Il dibattito, teoricamente incentrato sulla guerra in Ucraina, è uscito dalla scaletta della trasmissione, ed è rapidamente degenerato in uno scambio di insulti personali. Dando adito a una situazione ingestibile per il conduttore. E lasciando emergere il livello a cui è sprofondato il confronto politico attuale.
Tra il giornalista e il leader di “Azione” volano parole grosse (e insulti di fuoco)
Calenda sulle prime la prende alla lontana, e parlando a nuora perché suocera intenda, attacca di striscio Travaglio dando del «propagandista russo» ad Alessandro Orsini che notoriamente il diretto del Fatto Quotidiano ospita sulle pagine del suo quotidiano. E assesta la prima stoccata: «Aveva parlato della polverizzazione dell’Ucraina essendo lui un propagandista russo». Travaglio sobbalza sulla poltrona e replica sul tamburo: «Tu sei un trombettiere della Nato, sei un calunniatore. Perché Orsini nel 2019 in Parlamento diceva che bisognava lasciare le sanzioni alla Russia, a differenza vostra… Racconti da tre anni che l’Ucraina vincerà la guerra”».
Calenda e Travaglio scatenano la rissa, Giordano se la ride…
È solo l’inizio di una sequela di colpi e contraccolpi sanguinosi (per vedere tutta la rissa tv basta guardare il video postato in basso da X), che farà sfuggire di mano la situazione a Sommi. E che vedrà l’altro malcapitato ospite, un divertito e silente Mario Giordano, nell’inedita veste di convitato di pietra, ridere sotto i baffi e godersela da spettatore esterno… Così, tra un «sei un poveraccio», un invito veemente a «studiare l’inglese», una sprezzante constatazione sull’interlocutore del tenore di «questo qui non sa niente», si arriva a insulti espliciti e epiteti sopra le righe (e fuori dal galateo dialettico televisivo).
«Non capisci un ca**o», «Pulisciti la bocca… dici solo panzane»
Non solo. Perché quando la discussione entra nel (fuoco) vivo del confronto (acceso), Calenda si sente dare del calunniatore: e a quel punto non ci vede più. «Del calunniatore non me lo dai, io per diffamazione e calunnia a differenza tua non sono mai stato condannato. Sono a casa tua, cerca di comportarti educatamente. Ho rinunciato a tutte le immunità e non ho mai avuto un avviso di garanzia e mai usato l’immunità contro un’accusa». Parole che a quel punto però imbestialiscono Travaglio, che insorge e tuona: «Tu hai cominciato a diffamare un assente, io ti ho dato del calunniatore perché lo sei… Tu sei un mentitore. Sei andato duemila volte in Ucraina e non hai capito un caxxo di quello che è successo». Calenda non se le tiene, e controbatte furioso: «Chi lo decide? Tu che con un ucraino non ci hai mai parlato?».
E il conduttore sopraffatto non riesce a venirne a capo
Vani, quanto disperati, i tentativi del conduttore di intervenire, placare gli animi, prendersi la parola per chiudere il siparietto e presentare il libro di Giordano che, ancora una volta, se la sghignazza, con la discussione ancora sul tavolo, ormai inesorabilmente precipitata. Con Travaglio che spara le ultime cartucce apostrofando Calenda come «poveraccio», mentre quest’ultimo ha replicato invitando il giornalista a «pulirsi la bocca» e accusandolo di dire «panzane».
Tra i due litiganti, l’Auditel gode: ma a che prezzo?
E forse l’Auditel sarà cresciuto in quei dieci minuti di ordinaria follia in cui Travaglio è sceso dal trono da moralista grillino inflessibile più incline a infiammare che a informare. Mentre Calenda di saper perdere, eccome, il suo proverbiale aplomb, se la situazione lo richiede… E insieme, il poco edificante spettacolo ha confermato a spettatori e elettori quanto distanti (e rissosi) possano essere i commilitoni in trincea per l’opposizione, anche se comodamente seduti in un salotto tv…
“Cafone-Poveraccio” Volano stracci tra Calenda e Travaglio #accordiedisaccordi pic.twitter.com/krlN0TIiT0
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) March 23, 2025