
Il caso diplomatico
Francia, la sinistra rivuole la Statua della Libertà. Trump la umilia: “Ringraziate noi se non parlate tedesco…”
Scintille, più o meno, tra Francia e Stati Uniti per la Statua della Libertà. Il monumento che Parigi ha donato agli Usa alla fine del XIX secolo torna alla ribalta dopo la provocazione dell’europarlamentare transalpino socialista Raphaël Glucksmann. “Ve l’abbiamo data in dono, ma a quanto pare la disprezzate. Starà bene qui a casa”, le parole di Glucksmann, con Donald Trump nel mirino.
Le dichiarazioni dell’europarlamentare sono state sottoposte all’attenzione di Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca. “Il mio consiglio a questo politico di basso livello è di ricordare che solo grazie agli Stati Uniti d’America i francesi ora non parlano tedesco. Dovrebbero essere molto grandi al nostro grande paese”, la replica piccata, con riferimento alla Seconda Guerra Mondiale. I tedeschi, come è noto, occuparono la Francia per 4 anni. Trump rimanderebbe indietro la Statua? “Assolutamente no”, la risposta di Leavitt.
La Statua della Libertà richiesta dalla Francia
Difensore dei diritti umani, in prima linea per l’impegno europeo in Ucraina, sulle orme del padre, lo scomparso filosofo André Glucksmann, ieri l’esponente socialista francese ha chiuso con un discorso a 360 gradi il Congresso del movimento da lui creato, “Place Publique”. “Agli americani dico – queste le sue parole, pronunciate con voce calma – quando si decide di passare dalla parte dei tiranni, quando si licenziano i ricercatori per dimostrare la libertà scientifica, innanzitutto restituiteci la Statua della Libertà. Ve l’abbiamo regalata noi – ha continuato fra le ovazioni dei presenti – ma a quanto pare voi la disprezzate. Allora vi dico che starà benissimo qui a casa nostra”. Applausi e cori, poi Glucksmann ha continuato: “Licenziate i vostri migliori ricercatori, volete cacciare via tutti quelli che parlano liberamente, e il loro senso dell’innovazione, il loro gusto del dubbio e della ricerca hanno fatto del vostro Paese la prima potenza mondiale. Ebbene, noi li accoglieremo e saremo il Paese degli scienziati, degli spiriti innovatori”. Ventiquattr’ore dopo, dalla portavoce Leavitt, è arrivata la risposta a gamba tesa. In un volantino diffuso ieri al Congresso del suo movimento, che si è concluso davanti a 1.500 simpatizzanti, Glucksmann lancia un appello a costruire “una forza che pesa, che agisce e che protegge il nostro motto Liberté, égalité, fraternité! contro l’internazionale di estrema destra”.