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Gaza, Israele sospende l’ingresso degli aiuti umanitari. L’ira di Hamas: è un crimine di guerra

Alta tensione

Gaza, Israele sospende l’ingresso degli aiuti umanitari. L’ira di Hamas: è un crimine di guerra

Esteri - di Laura Ferrari - 2 Marzo 2025 alle 10:58

Israele ha sospeso l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e ha chiuso i valichi di accesso, lo riferisce l’ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu. La decisione è stata presa durante una riunione notturna tra sabato e domenica, in coordinamento con gli Stati Uniti, dopo la conclusione della prima fase dell’accordo sugli ostaggi. Il provvedimento è legato al rifiuto di Hamas di accettare il cosiddetto ‘piano Witkoff’.

Hamas ha definito un “crimine di guerra” e una “violazione dell’accordo” la decisione israeliana di impedire l’ingresso di qualsiasi commercio o fornitura nella Striscia di Gaza. “La decisione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di sospendere gli aiuti umanitari e’ un meschino ricatto, un crimine di guerra e una flagrante violazione dell’accordo”, ha scritto il movimento islamista palestinese, invitando “mediatori e comunita’ internazionale a fare pressione” su Israele affinche’ la macchina si fermi.

Non decolla la seconda fase del cessate il fuoco a Gaza

Secondo l’emittente televisiva Kan, Israele stima che gli aiuti umanitari giunti nella Striscia di Gaza durante il cessate il fuoco e nel periodo precedente dall’inizio della guerra saranno sufficienti ad Hamas per circa cinque mesi.L’Idf ha bloccato l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. La decisione è stata presa a livello politico e i valichi sono stati chiusi durante la notte. L’ufficio del Primo Ministro ha approvato la cessazione degli aiuti “alla luce del rifiuto di Hamas di accettare lo schema di Witkoff per la continuazione dei colloqui”, formulato dal consigliere di Trump Witkoff, al quale Hamas si oppone.

Israele chiede di proseguire lo scambio di ostaggi

La prima fase del cessate il fuoco a Gaza, che ha permesso di liberare una parte degli ostaggi israeliani catturati il 7 ottobre 2023 e centinaia di prigionieri e detenuti palestinesi, è scaduta ormai da sabato. Ma Israele e Hamas restano divisi sull’accordo.
Mentre gli israeliani vogliono infatti che la prima fase continui, prolungandola di fatto come da proposta contenuta nel piano Usa al quale ieri Tel Aviv ha dato il suo via libera, Hamas insiste perché si entri nella fase due dell’accordo.
Per lo Stato ebraico – spiega la Cnn – si tratterebbe quindi di continuare con lo scambio di ostaggi (vivi o morti), in cambio del continuo rilascio di prigionieri e detenuti palestinesi e di un maggiore flusso di aiuti a Gaza. Ma il gruppo sciita chiede invece che la nuova fase di negoziati, come previsto dall’accordo, entri nel vivo includendo il ritiro delle forze israeliane da Gaza e la fine permanente del conflitto.

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di Laura Ferrari - 2 Marzo 2025