
Come in un film
Gene Hackman, l’ultimo atto: la moglie uccisa da un virus trasmesso da un topo. Lui è morto inconsapevole
Un amore lungo 34 anni spezzato da un dramma senza testimoni. L'antavirus colpisce Betsy Arakawa, mentre l'attore, ormai prigioniero dell’Alzheimer, resta solo nella loro casa di Santa Fe, ignaro di tutto
Un’ultima, clamorosa rivelazione segna il destino di Gene Hackman e della moglie Betsy Arakawa: la donna è morta a causa dell’hantavirus, un raro virus polmonare trasmesso dai topi, mentre l’attore, affetto da Alzheimer, potrebbe non essersi nemmeno reso conto della tragedia avvenuta sotto il suo stesso tetto. La loro fine, avvenuta a una settimana di distanza, è un dramma che sembra uscito dalla sceneggiatura di un noir, e invece è vita vera, cruda, senza il filtro della finzione. Hackman, due volte premio Oscar, si è spento a 95 anni nella sua casa di Santa Fe, in New Mexico, solo e inconsapevole dell’orrore che lo circondava.
L’ultimo capitolo di una vita condivisa
Il medico legale Heather Jarrell ha ricostruito un quadro che non ha bisogno di sovrastrutture per risultare sconvolgente: Hackman e la moglie sono morti intervallati a soli sette giorni di intervallo, addirittura senza che l’attore, malato in fase avanzata, comprendesse cosa fosse accaduto alla donna con cui aveva condiviso 34 anni di vita. «È molto probabile che non sapesse», confessa lo sceriffo di Santa Fe, Adan Mendoza. Il loro isolamento, la malattia, il tempo che scorre senza testimoni: tutto ha giocato un ruolo in questa tragedia.
L’ultima giornata di Betsy
Betsy Arakawa si era recata l’11 febbraio in farmacia e poi in un negozio di animali. Rincasata nel pomeriggio, di lei non si avranno più notizie. Il suo corpo verrà trovato il 26 febbraio sul pavimento del bagno, accanto a una piccola stufa e un flacone di farmaci per la tiroide. Nessun segno di violenza, nessun avvelenamento da monossido di carbonio: la morte è stata causata dalla sindrome polmonare da hantavirus, una malattia rara ma letale, che si contrae dall’esposizione a escrementi o urina dei topi e attacca il sistema respiratorio portando al soffocamento. Negli Stati Uniti, tra il 1993 e il 2022, sono stati registrati 869 casi, la maggior parte proprio in New Mexico. Questo, però, è il primo del 2025.
Hackman, solo nel silenzio: “Il suo stato di salute era pessimo”
Hackman, con la mente ormai sfocata dal morbo di Alzheimer, potrebbe aver vissuto per giorni accanto alla morte senza comprenderla. «Il suo stato di salute era pessimo», secondo l’autopsia. L’ultimo segnale del suo pacemaker risale al 18 febbraio, indicando «problemi cardiaci acuti». Il corpo, trovato dopo da uno dei custodi della piccola comunità in cui vivevano dagli anni Ottanta, giaceva in un ingresso della casa, bastone e occhiali da sole accanto a esso. La solitudine come ultimo spettatore della sua fine.
Gli ultimi compagni di casa
I due cani della coppia sono stati trovati ancora vivi: uno di fianco al cadavere della padrona, l’altro fuori, in giardino. Il terzo, Zinna, era morto anche lui in una gabbia nel ripostiglio del bagno. Era stato operato pochi giorni prima e dunque, senza cure, ha ceduto alla fame e alla sete.
Una vita lontana dal mito
Michael Baden, ex medico legale di New York, ha sintetizzato la vicenda con parole definitive: «Parliamo di uno stadio di Alzheimer così grave che normalmente si viene messi in casa di cura o si ha un’infermiera a casa, ma la moglie si è presa cura di lui finché non è morta». Un epilogo che cancella ogni traccia di Hollywood e riconsegna Hackman a un’umanità fragile, lontana dal mito.