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Giallo Orlandi e le ossa trovate nei sotterranei di Castel Sant’Angelo. La sovrintendenza svela il mistero

Effettuati i rilievi

Giallo Orlandi e le ossa trovate nei sotterranei di Castel Sant’Angelo. La sovrintendenza svela il mistero

Cronaca - di Luisa Perri - 6 Marzo 2025 alle 13:27

Mercoledì 5 marzo un antropologo forense ha effettuato un sopralluogo nel cunicolo dove è avvenuto il ritrovamento di frammenti di ossa all’interno di Castel Sant’Angelo per una valutazione di interesse storico e antropologico. Dopo una attenta analisi, alla presenza dei carabinieri della Comando di Roma San Pietro e alla Direzione del Museo, è stato svelato il mistero. Le ossa non apparterrebbero ad un essere umano come inizialmente sospettato ma bensì ad animali. Probabilmente, essendo state ritrovate vicino ad un piatto di maioliche, potrebbero essere state un pasto dei prigionieri.

A renderlo noto il dirigente delegato di Castel Sant’Angelo, Luca Mercuri, che a proposito delle ossa rinvenute alcuni giorni fa in un cunicolo a Castel Sant’Angelo le ha attribuite a ossa animali e non umane. I resti erano stati trovati casualmente durante lo svolgimento di attività di manutenzione in un pozzo all’interno dell’area delle Prigioni. Le ossa sono associate a materiale di XVI-XVII secolo. Così in una nota, l’ufficio promozione e comunicazione Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma.

Perché le ossa sono state associate al giallo Orlandi

La tesi che ricollega la scoperta ai resti di Emanuela Orlandi si basa sulle dichiarazioni di Antonio Goglia, ex carabiniere e impiegato comunale, che nel giugno del 2023 aveva inviato una lettera al sostituto procuratore Stefano Luciani, incaricato di riaprire le indagini sul caso. Goglia, che si era già fatto portavoce di altre ipotesi non confermate, ha scritto che nei sotterranei di Castel Sant’Angelo, dietro una porta rinforzata, si carebbe una stanza di circa 20 metri quadrati dove si troverebbero i resti di Emanuela Orlandi, insieme a quelli di Mirella Gregori, un’altra giovane scomparsa nel 1983.

Nei sotterranei della fortezza, aveva scritto l’ex carabiniere, che oggi è impiegato comunale in una ridente cittadina campana c’è «una stanza di circa 20 metri quadrati dove si troverebbero i resti di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori», l’altra quindicenne scomparsa 42 anni fa. Una denuncia formalizzata con tanto di lettera inviata al pm Stefano Luciani, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela aveva definito tali congetture «pure follia». Adesso, a chiudere ogni illazione, arriva la conferma delle analisi: quelle ossa non hanno nulla di umano.  Su entrambe le scomparse il Parlamento ha istituito una commissione bicamerale d’inchiesta, presieduta dal senatore di FdI, Andrea De Priamo.

 

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di Luisa Perri - 6 Marzo 2025