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Askatasuna

Odio rosso contro il processo

Guai a chi tocca Askatasuna: i “nuovi” comunisti minacciano i magistrati che vogliono la condanna dei violenti

La toga Lucia Musti è stata minacciata gravemente da un comunicato del Nuovo partito comunista. Ha sollecitato la condanna dei militanti del centro sociale e del movimento No Tav. e per questo è stata definita "serva prezzolata". I compagni promettono battaglia dentro e fuori i tribunali

Politica - di Angelica Orlandi - 18 Marzo 2025 alle 14:56

Chi tocca il centro sociale Askatasuna muore. Funziona un po’ come diceva quell’antico spot “Su De Rica non si può!”:  la celebre frase di Gatto Silvestro che chiudeva ogni cartone animato quando, minacciato, il canarino Titti trovava riparo su un prodotto De Rica”. Nessuno poteva più metterlo in pericolo. Qui a Torino purtroppo non siamo in un cartone animato. E il magistrato Lucia Musti, è stata minacciata gravemente  dai bravi ragazzi del centro sociale, colpevole di avere «sollecitato la condanna dei militanti di Askatasuna e del movimento No Tav» imputati a Torino nel maxi-processo in via di conclusione. Sollecitazione che il procuratore generale della Corte di Appello di Torino ha tenuto durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario nel capoluogo piemontese.

N-Pci contro la toga: “Serva della mafia del Tav”

Lucia Musti è stata definita dall’anonimo estensore del comunicato “prezzolata e serva della mafia del Tav” in un documento diffuso dal N-Pci (nuovo Partito comunista italiano), un comitato di ultra sinistra legato ai Carc (Comitati di appoggio alla Resistenza per il Comunismo). Il comitato che dirama le “liste di proscrizione”per intenderci. 6,8 milioni di euro i danni che gli antagonisti dovrnno pagare. Gli imputati del maxiprocesso sono 28 e, di questi,16 rispondono di associazione per delinquere. La procura ha chiesto condanne per un totale di circa 88 anni di carcere. Per questo Lucia Musti ha auspicato una sollecita condanna. Il soccorso rosso ha dunque minacciatot non solo lei. Nel mirino del N-Pci è finito anche Enrico Aimi, membro laico del Csm vicino a Forza Italia – riporta Libero oggi in edicola- . Che nel corso della cerimonia aveva, si legge nel documento diffuso dai neocomunisti, «abbaiato al rischio di un ritorno agli anni di piombo».

Il soccorso rosso ai violenti di Askatasuna a processo a Torino

La nota del N-Pci è virulenta, perché per i compagni “che sbagliano” vogliono l’immunità: «Tentano di seminare sconforto, rassegnazione e diserzione dalla lotta. Fargli ricadere addosso questo macigno significa resistere a oltranza, ma soprattutto metterli sotto accusa fuori e dentro i tribunali. Questo è il compito dei comunisti e dei più determinati promotori delle lotte sociali». Scatta la solidarietà del centrodestrea a partire dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Che parla di «vile attacco subito da parte di frange estremiste che mirano a intimidire chi è impegnato nella difesa della legalità e della giustizia». Piantedosi ha poi ricordato di aver «raccomandato agli organi competenti che venga garantita la massima sicurezza alla dottoressa Musti, adottando tutte le misure necessarie per tutelare la sua persona e assicurarle le migliori condizioni per lo svolgimento del proprio delicato incarico».

Askatasuna, la sinistra minimizza le minacce

Anche il ministro della Pubblica Amministrazione e segretario di Forza Italia in Piemonte, Paolo Zangrillo ha stigmatizzato il clima di violenza evocato: “Ancora una volta queste frange estremiste, che nulla hanno a che fare con la dialettica democratica, prendono di mira con ferocia chi si pone dalla parte della legalità e si fa interprete della voce dei cittadini”. Per il ministro si tratta di una«aggressione verbale inaccettabile». Un documento preoccupante, intriso di odio e violenza, solo perché i due avevano giustamente sollecitato la condanna degli estremisti e violenti di Askatasuna e del movimento No Tav. Sulla vicanda ha replicato il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi, negando il legame tra l’attacco nei confronti di Musti e Aimi e il centro sociale. Il che non è il punto più grave in sé e per sé. Grave e pericoloso minimizzare le minacce. Preferendo la polemica con i colleghi del centrodesta:

Sinistra cerchiobottista

«Arriva la neuro, lasciate perdere lo Stato. Il presunto nesso fra la sigla N-Pci e la realtà di Askatasuna è nella testa di Rosso», dice svillaneggiuando l’intervento del segretario cittadini di FI. Il deputato di sinistra italiana minimizza la vicenda. Il che è bizzarro. Si schiera con i magistrati quando attaccano le politiche del centrodestra; li “dimentica” quando chiedono pugno duro per i violenti dei centri sociali.

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di Angelica Orlandi - 18 Marzo 2025