
Non c'è fine al ridicolo
“Ho scoperto di avere azioni Tesla”, Rosy Bindi alle comiche finali: “Le ho vendute subito” (video)
L'ex ministra Pd parla a "Un giorno da pecora" e confessa di essere azionista "a sua insaputa" dell'azienda di Musk, diventato il simbolo del male assoluto. La surreale presa di distanze da ogni azienda a lui legata sta diventando una psicosi. Il "contagio" dei Fratoiannez. Il racconto inverosimile e farsesco
Oggi le comiche. “Ho scoperto di avere della azioni Tesla. Le ho subito vendute”. Il racconto-confessione di Rosy Bindi durante il programma “Un giorno da pecora” è più inverosimile che comico. Sono tutti fuori di Tesla dopo la vicenda dei “Fratoiannez”. Il marchio di Elon Musk è diventato il simbolo del male assoluto. Bisogna vergognarsene, disfarsene, giustificare perché sei in possesso di una vettura così demoniaca, spiegare chi te l’ha regalata. In Italia e negli Usa non mancano inbiziative di boicottaggio contro le vetture prodotte da “Adolf Musk”. Insomma, una psicosi ridicola che ha effetti contagiosi. Non mancano iniziative di boicottaggio, così come veri e propri atti vandalici contro i veicoli e l’azienda di Elon Musk che avrebbero allarmato persino la Casa Bianca; a tal punto da proporre di paragonare le violenze a veri e propri atti di terrorismo domestico. Ad essere stata contagiata dalla sit-com di Piccolotti e Fratoianni (“Ottima, la la venderemo: è di un nazista”) è Rosy Bindi. Figura autorevole della sinistra italiana, ci regala tre perle di comicità inarrivabile tutte in un sol colpo.
Tesla e la “confessione” di Rosy Bindi a “Un giorno da pecora”
La prima: aver posseduto azioni Tesla “a sua insaputa”. La seconda: la corsa alla vendita del pacchetto bancario. La terza: accorgersi – sempre a sua insaputa- di possedere nel suo “portafoglio” azioni legate anche ad industrie di armi. Con la conseguente corsa a vendere, vendere, vendere. L’episodio esilarante è avvenuto durante la puntata del 13 marzo della trasmissione “Un giorno da pecora”, in onda su Rai Radio 1. Il duo insuperabile Geppi Cucciari e Giorgio Lauro chiedono a Rosy Bindi: «Lei la Tesla non la comprerebbe?». La risposta è netta: «No, no, no, no, no!». Poco dopo, però, l’ex parlamentare democratica “confessa” un suo “peccato involontario”: «Vi confesso una cosa. Ho scoperto […] di avere un piccolissimo investimento nel coso di T… l’ho venduto immediatamente!» Sorpreso, Lauro chiede conferma: «Aveva delle azioni di Tesla e le ha vendute subito?» Bindi, senza indugio, risponde: «Immediatamente!». Della serie “vade retro, Satana”. Il bello – o il brutto- è che credono a cià che fanno e che dicono. Senza minimamente essere sfiorati dalla dolce ebrezza del dubbio: non sarò un po’ esagerata?
Tesla, Rosy Bindi e le azioni “a sua insaputa”
Ma non è colpa mia, dice, non sono stata io: mi sono affidata alla mia banca. Non finisce qui. Rosy Bindi che è in vena di confessare i suoi “peccati” bancari, aggiunge: “Avevo qualcosa si piccolo anche investimento in industrie che producono armi. Ho venduto anche quelle!. La psicosi di prendendo le distanze da Tesla e da qualsiasi azienda o prodotto legato a Elon Musk sta raggiungendo il parossismo. Un esempio evidente questo colloquio semiserio.