
Il giallo di Gene Hackman, per la polizia è morto il 17 febbraio. E il pacemaker dell’attore fa la differenza: ecco perché
Nel giallo sulla morte di Gene Hackman e della moglie il mistero s’infittisce. E adesso a complicare un quadro investigativo alimentato di retroscena, dubbi e sospetti, arrivano anche i primi referti autoptici – a seguito dei quali per la polizia l’attore sarebbe morto il 17 febbraio – e con gli investigatori alle prese con una difficile ricostruzione della cronologia degli eventi, a partire dalle ultime ore di vita dell’attore. Un contesto fondamentale in cui diventa dirimente l’esame del pacemaker della star di Hollywood. Ma andiamo con ordine.
Morte di Gene Hackman: il mistero s’infittisce e il pacemaker…
Il cadavere di Gene Hackman è stato ritrovato il 26 febbraio, quando il divo hollywoodiano 95enne era ormai già morto da tempo. Dunque, mentre si sta cominciando a ricostruire la cronologia degli ultimi giorni, anche grazie al pacemaker dell’attore due volte premio Oscar, si fa strada la notizia secondo cui la polizia indicherebbe la data del decesso nel 17 febbraio: più di una settimana prima che il suo corpo e quello della moglie – la pianista classica Betsy Arakawa – fossero scoperti nella loro casa di Santa Fe, nel Nuovo Messico. Con loro è stato trovato morto anche l’amato cane di famiglia, che giaceva dentro l’armadio del bagno, mentre altri due pastori tedeschi sono sopravvissuti.
L’informazione dal peacemaker dell’attore potrebbe rivelarsi dirimente
In una conferenza stampa tenutasi venerdì pomeriggio lo sceriffo della contea di Santa Fe, Adan Mendoza, ha rivelato di aver controllato il pacemaker di Hackman dopo il ritrovamento dei due corpi. Il medico legale di Sante Fe ha annunciato che il primo esame autoptico del leggendario attore e di Arakawa non ha mostrato segni di traumi esterni. Il pacemaker, dunque, sembra essere il primo indizio importante per determinare la causa e le modalità della “morte sospetta” come è stata finora classificata dalla polizia, che continua a battere tutte le piste di indagine: omicidio (ipotesi ritenuta, tuttavia, poco probabile). Suicidio. O morte accidentale per avvelenamento da monossido di carbonio (la casa nel ranch è dotata di impianto a gas naturale).
Morte di Gene Hackman, «il suo ultimo evento cardiaco registrato il 17 febbraio»
«È stato condotto un primo interrogatorio del pacemaker del signor Hackman – ha detto Mendoza ai giornalisti riuniti fuori dalla stazione dello sceriffo di Santa Fe venerdì pomeriggio –. Questo ha rivelato che il suo ultimo evento cardiaco è stato registrato il 17 febbraio 2025. Credo che sia un’ottima ipotesi che quello sia stato il suo ultimo giorno di vita». I dettagli resi noti indicano che la coppia potrebbe essere morta prima di quanto si pensasse inizialmente. Entrambi i corpi presentavano segni di decomposizione, con «mummificazione di mani e piedi». L’attore sembra essere «caduto improvvisamente» in un corridoio vicino alla cucina. Mentre la moglie è stata trovata nel bagno con «pillole da prescrizione sparse per terra», secondo quanto è scritto nel verbale di perquisizione della polizia.
Cosa è emerso nella perquisizione della villa dell’attore
Non solo. L’ufficio dello sceriffo ha reso noto anche un elenco di oggetti prelevati dalla casa della coppia durante l’esecuzione del mandato di perquisizione. Tra questi, due cellulari, diversi medicinali, tra cui un farmaco per la tiroide, un farmaco destinati al trattamento del dolore acuto e cronico (Tylenol), un farmaco per il trattamento dell’ipertensione, dell’angina pectoris ed in alcuni tipi di aritmia (Diltiazem). E ancora: cartelle cliniche e un’agenda. Gli investigatori hanno anche prelevato dei documenti da MyQuest, un sito web di assistenza sanitaria utilizzato per controllare i risultati dei test, fissare appuntamenti e tenere traccia della propria storia sanitaria. Lo sceriffo Mendoza non ha precisato se l’agenda contenga dettagli che rivelino informazioni cruciali sugli ultimi giorni della coppia, ma ha indicato che sarà un elemento di prova fondamentale nelle indagini in corso.
Il tentativo degli investigatori di procedere secondo una “linea temporale inversa”
Asserendo poi contestualmente: «Cercheremo di accedere ai telefoni cellulari – ha spiegato Mendoza –. Analizzeremo i dati del cellulare, le telefonate, i messaggi di testo, gli eventi e le foto presenti nei cellulari, per cercare di ricostruire una linea temporale. In questo caso, sembra che stiamo tracciando una linea temporale inversa. Stiamo facendo una linea temporale dal momento della morte, dall’autopsia e dai risultati, e inizieremo a lavorare a ritroso. Faremo entrambe le cose e poi speriamo di riuscire a determinare cosa sia successo sia ad Hackman che ad Arakawa».
Morte di Gene Hackman, i segnali emersi dai rilievi e dalle prime ispezioni autoptiche
Mendoza ha anche detto che non ci sono filmati di sorveglianza della vasta proprietà della coppia che gli investigatori «conoscano in questo momento all’interno o all’esterno della residenza». Immagini «che aiutino a determinare una linea temporale o gli eventi che si sono verificati». Dopo la prima ricognizione cadaverica che ha escluso traumi esterni, i corpi della coppia saranno ora sottoposti a un’accurata autopsia. E i risultati delle indagini tossicologiche condotte dal medico legale ne rivelerà di più (quest’ultimi test dovrebbero essere pronti tra tre o quattro settimane).