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Il riarmo Ue mette ko il campo largo. Gentiloni molla la segretaria, Calenda la accusa di populismo e Conte se la ride

Schlein accerchiata

Il riarmo Ue mette ko il campo largo. Gentiloni molla la segretaria, Calenda la accusa di populismo e Conte se la ride

Il piano von der Leyen manda al tappeto le opposizioni che procedono in ordine sparso. L'ex commissario Ue attacca i vertici del Nazareno in versione peace and love. Azione: è la saga della banalità

Politica - di Stefania Campitelli - 5 Marzo 2025 alle 15:26

Il piano di riarmo europeo lanciato da Ursula von der Leyen è il colpo di grazia definitivo al campo largo, di ora in una Babele di lingue incomprensibili e contraddittorie. Pd, 5Stelle e cespugli centristi (con il cuore che batte per Kiev) procedono l’uno contro gli altri armati. Non solo le due piazze contrapposte, una il 15 marzo genericamente pro Europa lanciata da Michele Serra con il Nazareno al rimorchio, e l’altra  (il 5 aprile) convocata da Giuseppe Conte per il disarmo contro l’Occidente guerrafondaio. Per non dire del flop della piazza di Calenda per l’Ucraina che non ha superato i mille partecipanti scarsi. Le dichiarazioni del giorno dopo l’annuncio del Re-Arm parlano da sole.

Riarmo Ue, esplode il campo largo

Dichiara guerra il leader di Azione che demolisce la linea peace e love della segretaria dem. “Investire in sanità e cultura e non in armi? Da sinistra la saga della banalità e di un Pd che si è grillinizzato”, dice Calenda a “L’aria che tira“.  Si ”chiama populismo d’accatto. E’ uguale a quello di Salvini. La sinistra è ‘unfit’ per governare”. A dire il vero al cospetto delle risse dentro le opposizioni la maggioranza procede con la compattezza di una falange macedone. Venti di guerra anche nel Pd. Non tutti sono disposti a seguire la crociata di Elly Schlein in versione arcobaleno. La segretaria si è lanciata in una bocciatura immediata del piano von der Leyen, lei ha in mente un’altra Europa ma non si capisce  bene quale. “Non è la strada giusta”, ha tuonato Elly. Se il niet è condiviso dalla sinistra dem, l’ala riformista è molto più tiepida e preferisce andare a vedere le carte.

Gentiloni si smarca dalla linea Schlein peace and love

Ma a schiaffeggiare metaforicamente la segretaria è Paolo Gentiloni, sempre più distante dalla deriva massimalista e radicale dei vertici dem. Per l’ex premier e commissario Ue il Re-Arm è “un primo passo, credo vada nella direzione giusta. È chiaro che può essere migliorato. Ma un conto è dire che va migliorato, altro dire che l’Unione europea è bellicista e guerrafondaia”. Sembra alludere a Conte ma parla soprattutto a Schlein, anche se non può dirlo apertamente e si nasconde dietro lo scudo del ‘pluralismo democratico”: È un dibattito che va avanti, ognuno dà il suo contributo”. All’ex-premier piace in particolare il fondo da 150 miliardi. “Che – dice – è esattamente quello che l’Italia, governo e opposizioni, hanno chiesto in questi mesi”.

L’isolamente europeo del Nazareno

Tra Gentiloni che si smarca e Giuseppe Conte, pacifista senza se e senza ma, che le ruba la scena ormai da mesi (ieri ha parlato di Europa che si tinge di verde militare), per Elly si preparano notti insonni. Anche se lei continua a dire di restare “testardamente unitaria” (con se stessa evidentemente). Oltre ai guai in casa  deve vedersela con l’isolamento crescente da parte dei leader progressisti europei. Il nuovo piano Ue per la difesa sarà il primo punto all’ordine del giorno della riunione dei Socialisti e Democratici domani a Bruxelles. Quello in vista del Consiglio straordinario Ue non sarà un tavolo tranquillo. Oggi il gruppo S&D ha definito il piano Von Der Leyen “un punto di partenza”. Povera Elly. “La sicurezza dell’Europa – si legge sui social dell’account dei socialisti e democratici europei  – richiede investimenti immediati, sostanziali e congiunti. Abbiamo bisogno di nuovi finanziamenti dedicati alla difesa europea, rafforzando la nostra industria e salvaguardando al contempo il nostro benessere sociale. Questa è l’unica strada per un’Europa sicura e un sostegno duraturo all’Ucraina”.

 

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di Stefania Campitelli - 5 Marzo 2025