
La nota di Palazzo Chigi
Inno di Mameli, scongiurate le varianti woke: il governo detta le regole su come va eseguito
Il Consiglio dei ministri, su proposta della premier Meloni, ha approvato lo schema di decreto del presidente della Repubblica recante norme per il riconoscimento del testo del «Canto degli Italiani» di Goffredo Mameli e dello spartito musicale originale di Michele Novaro quale Inno nazionale della Repubblica.
L’atto «stabilisce le modalità di esecuzione dell’Inno nazionale nelle occasioni istituzionali» e «viene adottato in vista della celebrazione della “Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”, fissata per il 17 marzo».
Il testo scritto da Goffredo Mameli fu scelto come inno provvisorio nel 1946 e solo pochi anni fa, nel 2017 appunto, è stato adottato ufficialmente insieme alla musica originale di Michele Novaro. La legge prevedeva di specificare le modalità di esecuzione e solo otto anni dopo si è colmato quel vuoto normativo. Guai a pensare che sia un puro atto formale, come spiega bene oggi Il Messaggero.
“L’Italia canta finalmente con la sua voce”
Il canto degli italiani è «un inno anche alla libertà scritto da un ragazzo italiano e idealista – scrive Federico Guiglia sul Messaggero apprezzando la scelta del governo – E poi i tentativi di relegarlo a marcetta zum-pa-pa, finché il Maestro Riccardo Muti – e poi altri come lui-, hanno spiegato ai saccenti o semplicemente agli ignoranti il valore anche melodico del nostro Canto. Ma il merito di avergli dato dignità nazionale si deve a Carlo Azeglio Ciampi, che dal Quirinale liberò gli italiani dal complesso di colpa di italianità a cui li aveva condannati una politica senza identità, che si vergognava persino di pronunciare anche l’altra espressione incisa nella Costituzione: Nazione. Quelli là ricorrevano a paese, pure con la minuscola. Acqua passata. L’Italia canta finalmente con la sua voce».
Inno di Mameli non inclusivo? La replica di Meloni
Sull’Inno di Mameli nelle ultime settimane ha imperversato la polemica della cantautrice e attivista Francesca Siano, in arte Francamente, che si era detta intenzionata a cambiare le strofe del Canto degli italiani definendolo non inclusivo. Una dichiarazione d’intenti diventata virale in un video social e alla quale aveva replicato, indirettamente, poche ore dopo la stessa premier Meloni, in un post del 12 febbraio scorso. «L’Inno di Mameli è il canto di un popolo che ha lottato per la sua libertà e la sua unità. Ogni parola racchiude la nostra storia, il nostro orgoglio, il nostro senso di appartenenza. ‘Fratelli d’Italia’ è un richiamo all’identità e alla fratellanza di una Nazione che guarda avanti con fierezza. Viva l’Italia, viva il nostro Inno. Sempre», ha concluso Meloni. Un mese dopo è arrivato anche il sigillo ufficiale del governo a quel post.