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Jovanotti si è liberato dalla sinistra: la castina radical-chic non è più l’ombelico del mondo

Inno di libertà

Jovanotti si è liberato dalla sinistra: la castina radical-chic non è più l’ombelico del mondo

Cherubini è maturato, la sua visione del mondo ora è più profonda e il suo sguardo sulle cose più contemplato, meno istintivo e ideologico. Chiuso (per sempre) il "Mi fido di te" dedicato al Pd...

Musica - di Andrea Moi - 9 Marzo 2025 alle 07:00

Siamo nella puntata di Propaganda Live del 21 febbraio, Diego Bianchi, in arte Zoro, manda in onda l’intervista a Jovanotti nei giorni di Sanremo, poco prima della sua esibizione sul palco del festival.  Nell’intervista, Zoro prova a spingere Jovanotti più volte sul campo della politica e parte chiedendogli se condivide il fatto che questa edizione sia all’insegna della “normalità”. Il cantante toscano lo spiazza ed afferma “A me piace la stabilità. È importante un po’ di messa cantata”. Poi Zoro prova ancora a strattonare Cherubini: “Tu sei sempre stato interprete dei tempi…”, risposta diretta “No, affatto. I tempi sono ininterpretabili”. Zoro insiste provando a portare il cantante nel campo dell’elitismo di sinistra chiedendogli se le 170mila canzoni che escono ogni giorno su Spotify non siano troppe. La risposta, anche qui, è tagliente: “No. Non sono troppe. Non do un giudizio. Dico che è cambiata l’attenzione verso la musica. È difficile rimanere concentrati” e poi, all’improvviso, colpo diretto del cantante all’intervistatore “Cos’hai sulla maglietta? Ah, vedi Andy Warhol. Eh… quelli di sinistra che vogliono distinguersi e dire… io sono colto”. Insomma Jovanotti non solo si smarca dai tentativi di Zoro di arruolarlo tra le file antagoniste ma colpisce in risposta e accusa l’intervistatore, anche se con tono scherzoso, di essere il classico radical di sinistra.

Alcuni elementi che parlano della trasformazione del cantante

Al termine di questo racconto la domanda sorge spontanea: ma quindi Jovanotti non è più di sinistra? Non vogliamo darvi subito una risposta ma fornirvi alcuni elementi che parlano della trasformazione mediatica ed artistica di una delle figure più importanti del panorama musicale italiano. Due informazioni chiave. Jovanotti non è più un cantante ribelle nel fiore dei suoi anni. E’ una persona matura che ha costruito un suo personale percorso artistico e culturale. Da diversi anni si occupa anche di poesia tanto da aver pubblicato per Crocetti una raccolta di “Poesie da spiaggia”, un pamphlet che contiene i versi di Kafavis e Rimbaud, Borges e Whitman, Rilke e udite udite anche di Pound. Ciò basta ad affermare che Jovanotti non sia più di sinistra? No ma andiamo avanti, anzi, indietro nel tempo.

Il Jova beach party e il conflitto col mondo ambientalista

Negli ultimi tre anni il cantante toscano ha dato vita allo spettacolo Jova Beach Party. Durante tutta la fase iniziale del suo festival in spiaggia è stato più volte attaccato dalle associazioni ambientaliste: con i suoi eventi di massa avrebbe distrutto alcune zone naturali compromettendone fauna e flora. Una polemica andata avanti diversi anni che però, ad oggi, ha visto il cantante uscirne pulito. Le continue polemiche delle associazioni ambientaliste hanno segnato un importante distacco di Jovanotti da quel mondo: essere attaccato quotidianamente e tacciato come distruttore di habitat naturali, non è stato certamente piacevole.

La partecipazione a un summit “molto molto esclusivo”

Eppure c’è stato un tempo in cui Lorenzo Cherubini non era solo un idolo della sinistra ma anche un figura iconica, utilizzata dal mondo progressista per provare a fare opinione. Il più eclatante esempio proviene da una testimonianza dello stesso Jovanotti del 3 giugno 2015 all’Università di Firenze. Il cantante confessa di essere stato invitato ad “un summit molto molto esclusivo organizzato da una delle più grandi aziende del mondo. In questo summit c’erano le 80 persone più importanti del mondo per quello che riguarda il futuro. Era un incontro a porte chiuse (…) perché qui si decidono le cose”.

Le clamorose dichiarazioni di Jovanotti all’epoca passarono sotto traccia ma sono la lampante dimostrazione di come il cantante fosse non solo un punto di riferimento per la sinistra, bensì per tutto il deep state progressista.

Jovanotti e il PD: una lunga storia d’amore finita male

Cherubini è stato un tempo quello che credeva “in una sola grande chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a madre Teresa”: si è prestato alla politica, arrivando a regalare il brano “Mi fido di te” per la campagna elettorale di Walter Veltroni. E poi, a un certo punto, non sappiamo esattamente cosa sia successo ma ha deciso di sottrarsi al gioco della sinistra tanto da arrivare a dichiarare nel 2017 che non avrebbe più prestato canzoni alla politica: “Sono disposto a dire pubblicamente la mia opinione, ma non più a ‘prestare’ una mia canzone. Allora l’ idea di Veltroni e la nascita del Pd mi avevano coinvolto emotivamente, avevo creduto al Pd del Lingotto, in quel momento andava bene così, adesso non lo rifarei.”

La partecipazione a Sanremo 2025

Dal 2017 in poi i suoi brani diventano profondi, si dedica alla celebrazione dell’amore, della poesia e, con l’ultimo disco, del corpo umano. La sua partecipazione a Sanremo 2025 è stata una scossa elettrica, un inno alla vita, un big bang inaspettato. Sul palco ligure recita una poesia del filosofo Franco Boelli al fianco dell’atleta Tamberi: “Credo alla vitalità del corpo, alla sua saggezza. Mi appassionano la performance fisica, l’azione energetica, la sensualità della vita, il progetto biologico”.

L’approdo a una visione profonda della vita

Quindi cos’è successo in questi anni a Jovanotti? Non è più di sinistra? Di certo Cherubini è maturato, la sua visione del mondo ora è più profonda e il suo sguardo sulle cose più contemplato, meno istintivo e ideologico. Jovanotti si è disinnamorato della sinistra perché la sinistra per molto tempo ha provato a strattonarlo, fidelizzarlo, incastonarlo nel suo pantheon culturale. Jovanotti si è inizialmente prestato al gioco ma poi si è sentito stretto e si è reso conto che quel mondo dove le persone come Zoro amano dirsi “colti” è un mondo dove in realtà la cultura è serva degli schemi ideologici, manca la libertà e, soprattutto, è assente una visione verticale. Jovanotti ha riscoperto la sacralità della vita, per questo non si trova più a suo agio con chi non è capace di pensare che esista una dimensione dove “noi due mano nella mano, siamo un mondo a parte”.

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di Andrea Moi - 9 Marzo 2025