
Cambio di paradigma
La Commissione adotta il Piano di rimpatri dei migranti: l’Ue compie un altro passo sulla “via italiana”
Via libera del collegio al nuovo regolamento. Fitto: «Un passo avanti decisivo». Tajani: «A Bruxelles hanno capito che la nostra battaglia non è una questione nazionale ma un tema europeo»
La Commissione Ue ha approvato la proposta von der Leyen per creare un sistema europeo per i rimpatri dei migranti irregolari. Si tratta di «un passo avanti decisivo», ha commentato il vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, nel percorso di ripensamento dell’intero sistema di accoglienza. L’approvazione del regolamento da parte della Commissione si inserisce nel più ampio cammino intrapreso per un cambio di paradigma complessivo sul tema migranti, che nella primavera dello scorso anno ha visto l’approvazione della revisione del Patto sulla migrazione e l’asilo e che per giugno attende la definizione della questione dei Paesi sicuri. Un percorso, com’è noto, percorso fortemente voluto e accompagnato dall’Italia, che è riuscita a far compiere ai partner europei un salto di qualità prima di tutto prospettico. Mi pare che anche a Bruxelles si siano resi conto che la battaglia storica che abbiamo combattuto noi italiani sulla questione migratoria non è una questione nazionale o dei Paesi del sud ma è un grande tema europeo», ha commentato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Fitto: «Un passo avanti decisivo»
«La politica migratoria dell’Unione europea ha finora funzionato efficacemente solo sul fronte dell’accoglienza di coloro che giungono in Europa», ha scritto Fitto in un lungo post sui propri social, ricordando «gli sforzi degli Stati membri, in particolare degli Stati di confine» sul fronte dell’accoglienza, ma anche che fra le migliaia di persone che arrivano in Europa la maggior parte non ha diritto di restare.
Ad oggi si eseguono davvero solo 2 ordini di rimpatrio su 10
«In questo ambito, l’Europa ha finora mostrato profonde carenze», ha sottolineato il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, spiegando che ad oggi solo il 20% di quanti dovrebbero essere rimpatriati lascia il suolo europeo, mentre l’80% vi «rimane illegalmente», generando una situazione che «mina l’intero sistema», con la sottrazione di risorse destinate ai migranti che hanno diritto all’accoglienza, l’aumento della pressione sui primi Paesi di accoglienza e l’indebolimento dell’efficacia della politica migratoria europea, «che non può limitarsi – ha ricordato Fitto – a un’accoglienza indiscriminata e incondizionata».
L’Europa sceglie un sistema più equo e dice basta all’accoglienza «indiscriminata e incondizionata»
«Oggi – ha proseguito l’esponente di FdI – la Commissione compie un passo avanti decisivo: rendere il processo di rimpatrio più rapido ed efficace per coloro che non hanno il diritto di rimanere in Europa. Armonizzando norme e procedure, istituendo hub di rimpatrio nei paesi terzi e introducendo misure più severe per coloro che rappresentano una minaccia per la sicurezza o non collaborano con le autorità, rispondiamo alle aspettative dei cittadini europei che chiedono alla Commissione di affrontare le sfide legate alla migrazione con un approccio fermo ma equo».
Cosa prevede il nuovo regolamento per i rimpatri dei migranti approvato dalla Commissione
La proposta per il nuovo regolamento approvata dalla Commissione Ue prevede un sistema europeo, che supera la frammentazione e le lungaggini burocratiche attraverso procedure comuni per l’emissione di decisioni di rimpatrio e ordini di rimpatrio che valgono a livello comunitario, non più solo nel singolo Stato membro che li emette. Inoltre, si rendono più stringenti le norme per i rimpatri forzati e più efficaci quelle per favorire i rimpatri volontari e si introduce la possibilità di trasferimento in un Paese terzo, sulla base di accordi o intese tanto a livello Ue quanto bilaterali.
Spetterà ora al Parlamento europeo e al Consiglio concordare sulla proposta, ma la Commissione ha chiarito la volontà di accompagnare con puntualità il percorso di confronto con i co-legislatori e di sostenerlo con decisione fino alla sua conclusione. Entro il primo luglio 2027, un anno dopo l’entrata in vigore del patto sulla migrazione e l’asilo, la Commissione esaminerà se gli Stati membri hanno stabilito accordi appropriati per elaborare in modo efficace gli ordini di rimpatrio europei e adotterà una decisione di esecuzione che renderà obbligatorio il riconoscimento e l’esecuzione di una decisione di rimpatrio emessa da un altro Stato membro. Dunque, si tratta, sì, di un primo passo sui rimpatri, ma nell’ambito di un percorso già ampiamente avviato e destinato a modificare radicalmente le politiche migratorie dell’Ue.