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La pagliacciata del pornostar Max Felicitas: niente scuola, ma si incatenerà per protesta. “Colpa dei fascisti”

Il caso in Lombardia

La pagliacciata del pornostar Max Felicitas: niente scuola, ma si incatenerà per protesta. “Colpa dei fascisti”

Cronaca - di Monica Pucci - 2 Marzo 2025 alle 17:28

Non ci sta, Max Felicitas, il pornoattore che avrebbe dovuto parlare in un incontro nell’aula magna dell’istituto Andrea Ponti di Gallarate lunedì mattina per informare i giovani sui rischi di malattie sessualmente trasmissibili e dipendenze dal porno. L’appuntamento coi ragazzi delle superiori è saltato dopo l’annuncio dell’ufficio scolastico regionale di venerdì sera anche per effetto delle proteste dell’associazione “Pro Vita”. Oggi è arrivato l’annuncio di Felicitas diramato sul suo canale Instagram: «Avrete letto tutti sui giornali che mi hanno annullato un’assemblea nelle scuole dove io, il mio avvocato e il mio urologo (Lorenzo Puglisi e Danilo Centrella ndr) dovevamo andare dai ragazzi per informarli sulla prevenzione delle malattie, revenge porn e bullismo. Sono stato giudicato e discriminato per il mio lavoro, una cosa che nel 2025 non può esistere: sono stato giudicato da associazioni integraliste cattoliche. E quindi domani mi incatenerò con un bavaglio, visto che non mi fanno parlare, e manifesterò per la libertà di parola e di informazione”. Libertà di parola di cui fa largo uso sui social intervistando ragazze e incoraggiandole a intraprendere la strada del porno… Davvero educativo, Max.

Max Felicitas difeso dagli studenti: “Tutta colpa dei fascisti”

La reazione degli studenti non si è fatta attendere ed è tutta Pro-Max: “Era previsto nella nostra scuola un incontro con Max Felicitas, ma l’Ufficio Scolastico della Regione Lombardia ha deciso di annullarlo a causa delle forti lamentele di una comunità, nonostante i temi trattati fossero di carattere formativo e non legati alla sua carriera – si legge in una nota diffusa dai ragazzi – Siamo stati censurati. E la censura appartiene al fascismo. La storia ci insegna che limitare il libero confronto di idee è il primo passo verso il controllo del pensiero. Noi non ci stiamo. Per protesta, Max ha deciso di presentarsi comunque fuori dalla scuola lunedì mattina, organizzando un sit-in aperto a chiunque voglia ascoltare gli argomenti di cui avrebbe parlato”.

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di Monica Pucci - 2 Marzo 2025