
Il caso in Lombardia
La pagliacciata del pornostar Max Felicitas: niente scuola, ma si incatenerà per protesta. “Colpa dei fascisti”
Non ci sta, Max Felicitas, il pornoattore che avrebbe dovuto parlare in un incontro nell’aula magna dell’istituto Andrea Ponti di Gallarate lunedì mattina per informare i giovani sui rischi di malattie sessualmente trasmissibili e dipendenze dal porno. L’appuntamento coi ragazzi delle superiori è saltato dopo l’annuncio dell’ufficio scolastico regionale di venerdì sera anche per effetto delle proteste dell’associazione “Pro Vita”. Oggi è arrivato l’annuncio di Felicitas diramato sul suo canale Instagram: «Avrete letto tutti sui giornali che mi hanno annullato un’assemblea nelle scuole dove io, il mio avvocato e il mio urologo (Lorenzo Puglisi e Danilo Centrella ndr) dovevamo andare dai ragazzi per informarli sulla prevenzione delle malattie, revenge porn e bullismo. Sono stato giudicato e discriminato per il mio lavoro, una cosa che nel 2025 non può esistere: sono stato giudicato da associazioni integraliste cattoliche. E quindi domani mi incatenerò con un bavaglio, visto che non mi fanno parlare, e manifesterò per la libertà di parola e di informazione”. Libertà di parola di cui fa largo uso sui social intervistando ragazze e incoraggiandole a intraprendere la strada del porno… Davvero educativo, Max.
Max Felicitas difeso dagli studenti: “Tutta colpa dei fascisti”
La reazione degli studenti non si è fatta attendere ed è tutta Pro-Max: “Era previsto nella nostra scuola un incontro con Max Felicitas, ma l’Ufficio Scolastico della Regione Lombardia ha deciso di annullarlo a causa delle forti lamentele di una comunità, nonostante i temi trattati fossero di carattere formativo e non legati alla sua carriera – si legge in una nota diffusa dai ragazzi – Siamo stati censurati. E la censura appartiene al fascismo. La storia ci insegna che limitare il libero confronto di idee è il primo passo verso il controllo del pensiero. Noi non ci stiamo. Per protesta, Max ha deciso di presentarsi comunque fuori dalla scuola lunedì mattina, organizzando un sit-in aperto a chiunque voglia ascoltare gli argomenti di cui avrebbe parlato”.