
Ossessione green
La rivoluzione urbana di Anne Hidalgo è un flop. Caos a Parigi e record di multe contro i ciclisti impazziti
Dopo la marcia indietro, obbligata da un referendum consultivo, sullo sharing di monopattini elettrici, gli effetti di un’utopica battaglia green sembrano non cessare. Oggi Parigi è invasa da ciclisti indisciplinati e le scelte dell’amministrazione socialista di Anne Hidalgo sono di nuovo sotto gli occhi del ciclone. La sfrenatezza urbana è all’ordine del giorno e ora piovono multe contro i pirati a due ruote, colpevoli di infrangere ogni regola del codice stradale. Tra chi ignora le segnaletiche e chi finge il daltonismo ai semafori, a pagarne le spese sono i pedoni e gli utenti onesti. Un sintomo, questo, di una rivoluzione della mobilità affrettata e costruita sull’onda di una lotta più propagandistica che necessaria.
Dall’ idea di una nuova Amsterdam Effe corsa ai ripari mascherata dalla sinistra locale
Cinquanta chilometri di pista ciclabile sono stati realizzati, su volontà dell’amministrazione Hidalgo, già nel 2020. Ma il “Plan Vélo” prevede la trasformazione di altri ottanta chilometri, oggi riservati alle auto, in aree bike-friendly. Un’ iniziativa apparentemente avanguardista che, d’altro canto, cela la miriade di effetti contrastanti. Oltre ad un esborso di denaro pubblico significativo, fino al 50% di incentivi per l’acquisto di una bicicletta, bisogna fare i conti con il problema sicurezza che attanaglia la città. A distanza di tempo, il beneficio alla viabilità sembra ancora, se non nullo, non all’altezza delle aspettative millantate in fase di progettazione. Una nota positiva, certo, quella della diminuzione di mezzi a quattro ruote in giro per la Ville Lumière ma il “gioco” sembra non valere la candela. E la battaglia ideologica contro le auto si pesta i piedi da sola, causa una demonizzazione sfrenata dell’abituale e una leggerezza amministrativa nell’attuazione della micromobilità.
A minare la sicurezza per le strade furono già i monopattini. Dopo gli incidenti la decisione di interrompere il servizio di sharing
Dal primo settembre 2023, il sindaco della Capitale francese ha dovuto prendere atto del voto popolare e lo sharing di monopattini elettrici, iniziale pilastro della mobilità green, è scomparso dalle vie parigine. I votanti hanno lamentato lo stato di caos procurato dall’utilizzo incontrollato che ne veniva fatto. Strade invase da spericolati inesperti e marciapiedi stracolmi: un vero e proprio ostacolo col quale automobilisti e pedoni erano costretti a convivere giornalmente. L’amministrazione locale ha provato più volte a regolare lo stato anarchico dovuto al micro-veicolo ma neppure la richiesta di requisiti più duri alle società di sharing è bastata ad annientare le criticità. Nel 2022 sono stati 408 gli incidenti causati dai monopattini, 3 i morti e 459 i feriti. Tra i coinvolti nove su dieci non indossavano alcuna protezione e anche una donna italiana è rimasta vittima di un incidente mortale, investita mentre passeggiava nell’area pedonale adiacente alla Senna. Così il futuro della micromobilità ecologica è ancora lontano, soprattutto nelle grandi città che attendono normative chiare e sognano un futuro più prospero, meno ideologico e che coniughi sostenibilità e sicurezza.