
All'assemblea del popolo
La Russa a Pechino: “Italia e Cina possono dare un contributo sulle crisi in Medio oriente e Ucraina”
“Mi ha colpito molto la vitalità di questa nazione, di questo Paese. Si vede che è proiettato verso il futuro e che ha ancora una volontà di accrescere la sua storia millenaria nel presente e nel futuro, credo che l’Italia e la Cina, proprio perché hanno alle spalle una cultura millenaria, devono svolgere un ruolo molto importante in questo momento molto delicato della politica internazionale“. Lo ha detto da Pechino il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un passaggio della sua intervista ai media cinesi dopo l’incontro con il presidente del Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, Zhao Leji. La Russa è in Cina da domenica e vi resterà per una serie di incontri istituzionali fino a mercoledì.
Per la seconda carica dello Stato Italia e Cina “possono essere anelli di congiunzione tra visioni diverse, possono aiutare ad affrontare e risolvere le questioni più delicate: dell’Ucraina, del Medio Oriente, di Israele e del popolo palestinese”.
La Russa in visita istuzionale in Cina fino a mercoledì
“Cina e Italia – assicura – possono essere il momento fondamentale per dare possibilità di incontro a posizioni diverse ma che devono andare nella stessa direzione”. “L’Italia e la Cina credo che siano le civiltà più antiche o tra le più antiche del mondo, che hanno dato al progresso e alla cultura del mondo una grande spinta – sottolinea La Russa – L’anno scorso si è celebrato il settecentesimo anniversario di Marco Polo e ogni anno i rapporti culturali aumentano gli scambi anche tra università e tra studenti italiani e cinesi”.
“Io credo – ha proseguito la seconda carica dello Stato – che la nostra comune antica civiltà possa essere di grande aiuto per dare ai popoli di tutto il mondo il senso di un futuro di pace. Io credo che queste relazioni, che ormai hanno più di 50 anni, debbano essere intensificate. C’è bisogno che accanto agli scambi culturali, agli scambi commerciali, cominci ad esserci anche uno scambio più profondo di turisti, di gente che viaggia: gli europei conoscano la Cina, i cinesi che conoscono i paesi europei. Non solo sulla carta, non solo nei film, ma nel contatto costante di sempre un maggior numero di cittadini, perché la conoscenza tra popoli come i nostri – che hanno in comune la storia, la cultura, la civiltà, la legge – la conoscenza anche personale non può che essere un viatico per il futuro”, conclude La Russa.