
Fare rete
La satira contro la sinistra spopola in rete. Anche i giovani si ribellano agli influencer antifa
L'intervista agli animatori del fenomeno social del momento "Siete dei poveri comunisti". Segno di una contronarrazione "differente" che ha battuto il bullismo conformista degli Scanzi & co (e pure l'algoritmo)
Che la sinistra fosse in affanno lo sapevamo già ma che stesse perdendo anche i suoi baluardi in rete è una dura novità con cui i compagni sono costretti a fare i conti. Basti pensare che fino a cinque anni fa sui social spopolava un bullismo virtuale fatto di spiegoni, accuse e denigrazioni del nemico politico, costruiti ad hoc dai vari Lorenzo Tosa, Saverio Tommasi, Andrea Scanzi. Una pletora ricca di violenza corroborata da saccenza intellettuale. Una rete favorita da un algoritmo sbilanciato, che puniva il linguaggio d’odio solo quando proveniva da destra. Abbondavano non solo i tristi influencer di cui sopra ma anche le pagine politiche non ufficiali, armi non convenzionali di cui il PD & Co. hanno usufruito in abbondanza. Abolizione del suffragio universale (che nome democratico!), Aprite il cervello, Meme della Terza Repubblica, tutte unite appassionatamente da un unico sentimento: l’odio verso la destra. Che fine hanno fatto tutti questi Re senza corona? Sono stati despotizzati da un’onda che ha ritrovato vigore nella vittoria del Governo Meloni e che ha scelto di ribellarsi alle prepotenze virtuali della sinistra. Che armi hanno scelto per ribellarsi? Quelle dell’ironia e dell’informazione. Per saperne di più, abbiamo scelto di intervistare una tra le pagine più attive del panorama social di destra, Siete dei poveri comunisti.
Come vi spiegate il successo del vostro progetto?
«Abbiamo sentito la necessità di creare una contronarrazione che contrastasse la macchina della sinistra. Vedere la propria crush condividere i post delle pagine di sinistra, spacciate come fonte di verità, era diventato frustrante. Abbiamo detto “basta!”».
Ci hanno detto che ad Atreju avete fatto un dispetto a Saverio Tommasi. Raccontateci cosa è successo.
«Abbiamo incontrato Saverio Tommasi mentre gironzolava per Atreju, provocando chi era lì per trascorrere qualche ora di svago e assistere ai dibattiti. Sembrava cercasse chissà quale scoop ma come al solito, era solo. Ci siamo avvicinati, anche per fargli un po’ di compagnia, ci dispiaceva vederlo così triste e senza alcun materiale utile alla sua propaganda. Così ci siamo avvicinati con la più scontata delle domande: “lei si dichiara anticomunista?”. Ammettiamo di essere rimasti anche noi sorpresi nel vederlo preso dal panico, non ci aspettavamo che una domanda del genere lo turbasse tanto. Però è stato divertente vederlo balbettare e inventare pretesti assurdi pur di non rispondere. Sarà per la prossima volta, se verrà…
Fateci la vostra personale classifica dei peggiori 5 influencer di sinistra degli ultimi anni. Scrivete il posizionamento e un piccolo commento.
«Roberto Saviano: bravo nel fare la vittima, ottimo attore, pessimo scrittore.
Andrea Scanzi: viene definito “la rockstar del giornalismo italiano”. Chi lo chiama così, sarà sicuramente un fan delle Lollipop.
Saverio Tommasi: pensieri banali e petalosi, troviamo più profondi i messaggi dei Baci Perugina.
Lorenzo Tosa: Ve lo ricordate? A noi è venuto in mente adesso.
Corrado Formigli: ogni volta che Piazzapulita va in onda Fratelli d’Italia guadagna delle percentuali. Vedere i sondaggi con il segno più nella sua trasmissione è fantastico».
Sta cambiando qualcosa in rete?
«Sì, la maggioranza degli utenti è stanca delle lezioni di moralismo, della sinistra e soprattutto delle imposizioni. Adesso gli utenti di destra hanno più coraggio ad emergere».
Siete costretti a fare un lungo viaggio in auto. Come compagni di corsa potete scegliere Roberto Saviano che terrà un lungo discorso sull’importanza della legalizzazione della cocaina , oppure Antonio Scurati che terrà un fitto monologo sulla fine della democrazia. Nessuna sosta in autogrill. Chi scegliete?
«Col naso tappato e i finestrini aperti, Saviano. Tra una frase e l’altra ci impiega due minuti, almeno abbiamo il tempo di far riposare il cervello».
Che fine ha fatto Scanzi?
«Gioca a Padel, tra le palle che para e quelle che spara ormai è diventato un campione».
Perché la sinistra ha perso terreno sui social?
«Continuare ad agitare lo spauracchio del fascismo non funziona. L’hanno capito tutti, eccetto i compagni. La sinistra, anche in rete, continua a dare in pasto agli utenti i soliti slogan, conditi da meme ormai invecchiati e pure male. Non nascondiamo un certo imbarazzo, delle volte, nello scorrere i loro feed. Ossessionati da TeleMeloni e dal politicamente corretto, possono brevettare la ricetta su come perdere consenso. A forza di ripetere “dobbiamo fermare l’oscurantismo delle destre”, nell’ombra ci sono finiti loro».
Con alcuni vostri contenuti social, avete “denunciato” la presenza di professori ideologizzati che tentano continuamente di imporre i loro schemi politici agli studenti. Come è venuta questa idea?
«Molti ragazzi ci hanno scritto in privato per lamentarsi dei comportamenti di alcuni docenti. Erano spaventati e ci chiedevano di restare anonimi. Abbiamo chiesto di raccontarci le loro esperienze e sono arrivate tantissime segnalazioni da tutta Italia. Così le abbiamo messe insieme e pubblicate sui nostri canali».
La violenza e l’intolleranza di certe frange di sinistra continua a essere ben presente nell’Università. Avete deciso di documentare anche quelle…
«Sì, sapete perché? I nostri, mentre fanno politica, subiscono violenze, aggressioni e insulti e i giornali di sinistra per anni hanno fatto passare per carnefici le vittime. Così abbiamo deciso di rompere questo gioco tanto caro alla sinistra».
Progetti per il futuro?
«Aspettare che Elon Musk colonizzi Marte per attaccare anche lì un adesivo brandizzato “siete dei poveri comunisti”…».