CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

L’altolà di Mantovano alla sinistra: “Quando è in gioco la sicurezza nazionale, si deve parlare una sola lingua”

Intelligence

L’altolà di Mantovano alla sinistra: “Quando è in gioco la sicurezza nazionale, si deve parlare una sola lingua”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio invita ad abbassare i torni dello scontro. E su Trentini assicura: attivati tutti i canali per il rientro del cooperante

Politica - di Eugenio Battsti - 4 Marzo 2025 alle 15:04

“I tempi in cui viviamo esigono una correzione di rotta quanto a sensibilità sui temi della sicurezza nazionale. Abbiamo un Giubileo da tutelare; ci sono le incognite legate all’Ucraina e al Medio Oriente, e alla posizione assunta dall’amministrazione Trump. Ci sono le sfide dell’intelligenza artificiale, e tante altre che sarebbe impossibile elencare. Viviamo uno di quegli snodi della storia in cui è necessario uno spirito davvero ‘nazionale’”. Parole chiare quelle del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano durante la Relazione annuale intelligence 2025.  Prima di entrare nel merito dei dossier (i casi Trentini e Almasri) e dei dati relativi alla sicurezza, Mantovano ha sollecitato ad abbassare i toni dello scontro politico. “Il che non vuol dire non criticare il governo anche con asprezza, perché la critica anche aspra è il sale della democrazia. Vuol dire ricordare che una non sufficiente accortezza nell’affrontare questi temi danneggia non già il governo bensì le fondamenta della sicurezza della nazione. Spero che la memoria di Nicola Calipari aiuti a recuperare questa accortezza”.

Mantovano: “È necessario uno spirito nazionale, non di parte”

Un lungo passaggio dell’intervento è stato dedicato al ricordo dell’agente segreto ucciso venti anni fa. Mantovano ricorda di aver conosciuto Calipari circa un anno prima che morisse e di aver apprezzato il suo lavoro nel pieno del terrorismo jihadista. “La prima cosa che pensai quando, la sera terribile del 4 marzo 2005, appresi la notizia della sua uccisione, insieme col dolore per la morte di un funzionario così valoroso, è stato il rammarico per non aver mai avuto occasione di ringraziarlo. Lo faccio oggi, vent’anni dopo”. Mantovano ha insistito su un elemento cruciale: “Quando è in gioco la sicurezza nazionale non dovrebbe esserci questa diversità di spartiti, a seconda di chi governa, Nel 2024 abbiamo puntato a migliorare gli strumenti operativi a servizio delle Agenzie. Qui si incontrano le maggiori difficoltà, anzitutto di natura mediatica. Qualunque intervento normativo che oggi riguardi i Servizi fa scattare i sistemi di allarme. E rischia di bloccare ogni ipotesi non dico di riforma, ma anche solo di modifiche di dettaglio”, ha sottolineato.

Abbiamo rafforzato le norme introdotte da Renzi 10 anni fa

“Propongo di tornare a terra e di uscire dalla bolla del risibile. Faccio un esempio. Nel 2015 – governo Renzi – furono rafforzati gli strumenti, anche di intelligence, per contrastare il terrorismo. Avvenne sulla scia dell’emergenza: una raffica di attentati in Europa e in Medio-Oriente aveva ridestato l’attenzione sugli attentati jihadisti (ricordiamo Charlie Hebdo e  il Bataclan). Oggi il governo ha deciso di agire senza attendere l’emergenza”. “Visto che i numeri evidenziano una recrudescenza della violenza di matrice islamista in Europa, abbiamo proposto di rafforzare le norme che furono adottate dieci anni fa“. Analogo discorso – ha aggiunto Mantovano  – vale per la collaborazione tra intelligence e Università.

Golden power, 122 operazioni notificate

Nella sua relazione il sottosegretario ha ricordato l’escalation dei conflitti degli ultimi anni. “Oggi  nel mondo hanno superato i 50, il doppio rispetto a quelli che erano in corso nel 2020. E fra i principali vi è proprio una guerra tra Stati, quella tra Russia e Ucraina, che è tornata con prepotenza al centro delle discussioni e delle preoccupazioni. Questi numeri – ha aggiunto – non considerano le ‘guerre ibride’ che pure sono sempre più offensive e vengono condotte con strumenti inimmaginabili nel 2005”. Quanto all’uso del golden power, Mantovano  annuncia che nei primi 2 mesi del 2025  sono state notificate alla presidenza del consiglio 122 operazioni, delle quali 20 (il 16%) riguardano la difesa e la sicurezza nazionale. A queste si aggiungono 14 pre-notifiche.

Almasri, in corso l’approfondimento del tribunale dei ministri

Sotto il pressing dei cronisti i riflettori si spostano sul caso Trentini, Almasri e Paragon. Sul cooperante detenuto in un carcere a Caracas, ha assicurato che sono stati attivasti tutti i canali. “La situazione è complessa e di difficile soluzione. Dire qualcosa di più ne pregiudicherebbe il ritorno”, ha detto il sottosegretario assicurando ai genitori “ogni sforzo per rendere possibile il rientro”. Anche sul dossier Paragon massima riservatezza. “È stato detto tutto quello che si poteva dire pubblicamente. Ci sono indagini in corso, qualsiasi cosa venisse aggiunta danneggerebbe le attività di intelligence e di indagine”. Stessa postura sul caso del generale libico. “Sia l’approfondimento del tribunale dei ministri sia l’interlocuzione con la Corte penale internazionale sconsigliamo di mettere in pubblico più informazioni di quelle già ampiamente fornite dai ministri in Parlamento”. Una lezione diretta alle protesta delle opposizioni sul presunto silenzio del governo sulle attività dell’intelligence. “L’interlocuzione su questa materia avviene, per legge, col Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Il Comitato fornisce le garanzie istituzionali per rendere possibile l’interlocuzione, e per quanto attiene ai Servizi esso è il Parlamento: non è il luogo nel quale il governo si nasconde”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Eugenio Battsti - 4 Marzo 2025