
Manovre di pace
L’annuncio di Trump: «Domani sentirò Putin. Vediamo se riusciamo a mettere fine a questa guerra»
Il presidente Usa ottimista: «Forse avremo qualcosa da comunicare». Mosca rilancia le sue condizioni: neutralità dell'Ucraina, niente ingresso nella Nato e no a contingenti internazionali
Si terrà domani, martedì, l’attesa telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente Usa, nella notta italiana, parlando con i giornalisti sull’Air Force One, durante il volo di ritorno a Washington dopo il fine settimana trascorso nella sua residenza a Mar-a-Lago. Ieri l’inviato speciale della Casa Bianca, Steven Witkoff, aveva anticipato che il colloquio era imminente e si sarebbe svolto in settimana.
Trump annuncia la telefonata con Putin
«Stiamo andando abbastanza bene, credo, con la Russia. Vedremo se avremo qualcosa da annunciare, forse entro martedì. Martedì parlerò con il Presidente Putin», ha detto Trump, aggiungendo che «nel fine settimana è stato fatto molto lavoro, vogliamo vedere se riusciamo a porre fine a questa guerra». «Forse ci riusciremo, forse no, ma credo che abbiamo ottime possibilità», ha proseguito, chiarendo di ritenere che «molto di questo sia già stato discusso, da entrambe le parti». Trump, inoltre, ha precisato che i negoziati includeranno colloqui su territori e centrali elettrici, sottolineando che molti territori «sono molto diversi da come erano prima della guerra». I colloqui, ha poi aggiunto, in corso hanno già incluso discussioni sulla «divisione di alcuni beni».
Mosca ribadisce le sue condizioni
Secondo quanto riferito dal viceministro degli Esteri di Mosca, Alexander Grushko, in un’intervista al quotidiano Izvestia, la Russia chiederà garanzie di sicurezza «concrete» e «di ferro» come parte di qualsiasi accordo di pace con Kiev. Grushko non ha fatto alcun riferimento alla tregua di 30 giorni proposta dagli Stati Uniti e accettata dall’Ucraina. «Queste garanzie devono includere lo status di neutralità dell’Ucraina e il rifiuto dei Paesi della Nato di accettarla nell’Alleanza atlantica». ha precisato il vice di Lavrov, ribadendo l’opposizione della Russia al dispiegamento di soldati dell’alleanza atlantica in Ucraina. «Non importa sotto quale nome: contingente Ue, contingente Nato, o su iniziativa di un Paese. Se appaiono – ha detto – significa che sono dispiegati in una zona di conflitto, con tutte le conseguenze che ciò comporta per i contingenti coinvolti nel conflitto».