
Migranti
Lista dei paesi sicuri e hub per i rimpatri, la linea von der Leyen che fa impazzire i progressisti
In vista del Consiglio europeo la presidente della Commissione Ue conferma il patto per la migrazione: stiamo lavorando alla creazione di centri per il rimpatrio nei paesi terzi
Bruxelles conferma la linea sull’immigrazione clandestina, aprendo all’ipotesi di hub di rimpatrio in paesi terzi, un meccanismo molto vicino alla “ricetta” italiana. Un’apertura esplicita al modello Albania che fa infuriare le sinistre, che puntano tutto sull’aiutino delle toghe militanti. La Commissione europea “sta lavorando a proposte per accelerare aspetti mirati del Patto. Anche per quanto riguarda la designazione di Paesi di origine sicuri con eccezioni, che, se applicate il prima possibile, miglioreranno l’efficienza del nostro sistema di asilo”. È uno dei passaggi della consueta lettera della presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, in vista del Consiglio europeo.
La lettera di Ursula von der Leyen in vista del Consiglio Ue
Oggi nell’Unione europea “stiamo aprendo la possibilità per gli Stati membri di istituire ‘hub di rimpatrio’ in Paesi terzi. Si tratta – scrive von der Leyen – di una parte importante della nostra discussione su soluzioni innovative per contrastare vigorosamente l’immigrazione illegale. Agendo in cooperazione con i Paesi partner e assicurando che i diritti fondamentali degli individui interessati siano garantiti, in linea con il diritto internazionale”. Parole chiave in preparazione del consiglio europeo del prossimo giovedi. Un summit strategico con all’ordine del giorno anche il dossier migranti, pur non essendo prevista una discussione approfondita sul tema.
In preparazione un elenco dinamico dei Paesi di origini sicuri
Il “patto per la migrazione” mira a semplificare le procedure di asilo attraverso il concetto di Paesi sicuri. La Commissione – ha confermato la presidente – sta attualmente preparando un elenco Ue di Paesi di origine sicuri. A questo fine, stiamo attingendo a un’analisi dell’Agenzia dell’Ue per l’asilo e ad altre fonti di informazioni disponibili. Per valutare una prima selezione di Paesi scelti in base a criteri oggettivi, come bassi tassi di riconoscimento dell’asilo. La nostra intenzione è di presentare una proposta per un primo elenco Ue di Paesi di origine sicuri nelle prossime settimane”.
Foti: l’agenda Meloni è un modello da prendere ad esempio
“L’Unione europea continua a riconoscere la validità dell’approccio italiano sull’immigrazione, confermando che l’agenda Meloni rappresenta un modello da prendere ad esempio”, commenta soddisfatto il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti. “Questa decisione conferma quanto il governo italiano sostiene da due anni. La lista dei Paesi sicuri deve essere designata a livello europeo e applicata dai giudici, non il contrario. L’Europa, dunque, si sta muovendo nella stessa direzione tracciata dall’Italia, riconoscendo che una gestione efficace dell’immigrazione passa attraverso regole chiare e condivise”.
Alleviare le condizioni e le fasi procedurali
Una volta adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio “questo elenco sarà dinamico. E potrà essere ulteriormente ampliato o rivisto nel tempo. Inoltre – prosegue la lettera- la Commissione sta ultimando le sue consultazioni con gli Stati membri, il Parlamento europeo, la società civile e l’Unhcr in vista della revisione del concetto di Paese terzo sicuro (previsto dal regolamento sulla procedura di asilo). Esiste una comprensione condivisa tra gli Stati membri che alcune delle condizioni e delle fasi procedurali devono essere alleviate. Stiamo attualmente esaminando il modo migliore per farlo”, spiega von der Leyen assicurando che ogni persona continui ad avere “una valutazione individuale” e che “il funzionamento complessivo del sistema tra gli Stati membri sia salvaguardato”.
La collaborazione con i Paesi partner è essenziale
In preparazione di questo lavoro sui Paesi sicuri, aggiunge la presidente, “la cooperazione con i nostri Paesi partner è essenziale: un’attività di sensibilizzazione congiunta, attraverso i canali diplomatici degli Stati membri e le delegazioni dell’Ue, è necessaria per fare chiarezza e dissipare qualsiasi malinteso. Queste partnership ci consentono di creare fiducia e affidabilità attorno a interessi condivisi. E sono una parte importante della nostra politica migratoria, avendo portato a una significativa riduzione degli attraversamenti illegali delle frontiere dell’Ue”.