CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

I ministri Giorgetti e Lollobrigida
I ministri Giorgetti e Lollobrigida

I dati sulla crescita

L’Istat certifica un’economia in salute, solo la sinistra vede miseria e carestia. L’agricoltura da record traina il Pil

Economia - di Lucio Meo - 3 Marzo 2025 alle 17:38

La nave va, direbbe Federico Fellini, che nel suo capolavoro aveva inserito a bordo del panfilo un rinoceronte, ammalato di tristezza d’amore, che saltuariamente veniva visitato dai passeggeri con aria altrettanto triste. Una metafora della sinistra decadente e malinconica che oggi commenta i dati Istat con la brillantezza di un pachiderma ferito. Gli indicatori fondamentali dell’economia italiana sono buoni, incoraggianti, all’interno di un contesto mondiale rallentato dalle crisi belliche e da quello europeo che paga “dazio” ai rincari energetici e alla frenata della “locomotiva” tedesca, dice l’Istat, che non si cura particolarmente dei profeti di sventura della sinistra. Anche questo mese l’Istituto di statistica ha certificato che nel 2024 l’economia italiana ha registrato una crescita del Pil in volume dello 0,7%, pari a quella del 2023,  ma anche il calo del 3,4% del rapporto deficit pil e la crescita del saldo primario che va a riduzione del debito pubblico. Ed ancora, in termini di economia reale: lo sviluppo è stato stimolato sia da un contributo positivo della domanda nazionale al netto delle scorte (+0,5%) sia della domanda estera netta (+0,4%), mentre è stato lievemente negativo il contributo della variazione delle scorte (-0,1%). Dal lato della domanda interna nel 2024 si registra, in termini di volume, un incremento dello 0,5% degli investimenti fissi lordi e dello 0,6% dei consumi finali nazionali. Bene anche il dato dell’offerta di beni e servizi: il valore aggiunto ha segnato crescite in agricoltura (+2,0%), nei servizi (+0,6%) e, in misura inferiore, nel complesso dell’industria (+0,2%).

L’Istat vede un’economia solida, Giorgetti esprime soddisfazione

Altri dati incoraggianti riguardano la crescita dell’attività produttiva, accompagnata da una espansione dell’input di lavoro e dei redditi. Il rapporto tra indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e Pil, poi, ha registrato un forte miglioramento rispetto al 2023, attestandosi a -3,4%. Il saldo primario è migliorato, passando da -3,6% a +0,4%. Non tutte rose e fiori, ovviamente: in rosso il dato sulla pressione fiscale, cresciuta di oltre un punto percentuale, così come la spesa per interessi aumentata del 9,5%.   er quel che riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,7% mentre le esportazioni sono cresciute dello 0,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla dinamica del Pil, rispettivamente per +0,5 e +0,4 punti percentuali, mentre l’apporto della variazione delle scorte è stato negativo per -0,1 punti.

Dal ministero dell’Economia trapela grande soddisfazione. “I dati Istat di oggi confermano, come da sempre sostenuto con convinzione, che la finanza pubblica è in una condizione migliore del previsto”, dichiara il ministro Giancarlo Giorgetti. “L’avanzo primario certificato oggi dall’Istat – prosegue – è una soddisfazione morale. La crescita corrisponde a quella che avevamo aggiornato a dicembre. Naturalmente tutto questo è confortante ed è ragione di soddisfazione. Ma non possiamo fermarci – conclude – ora la sfida è la crescita in un contesto assai problematico non solo italiano ma che coinvolge tutta Europa”.

Sulla stessa linea anche Fratelli d’Italia. “Sulla finanza pubblica italiana “piovono dati positivi sulla falsa narrazione della sinistra”, scrive in una nota in una nota Guido Liris, capogruppo in commissione Bilancio. “L’ente di statistica ha certificano una crescita del Pil nel 2024 del + 0,7 per cento, con un deficit-pil in calo del 3,4 per cento, con un saldo primario misurato in rapporto al Pil pari al + 0,4 per cento. La condizione è migliore del previsto”, aggiunge Liris. “Dati, questi, oltremodo incoraggianti alla luce del contesto internazionale difficile. Il governo Meloni prosegue speditamente per rilanciare l’Italia”, conclude il senatore.

La sinistra sintetizza i dati, come al solito, in termini catastrofici. “I dati Istat pubblicati oggi smentiscono clamorosamente la narrazione ottimistica della presidente del Consiglio. La realtà è che l’economia italiana cresce meno del previsto, mentre la pressione fiscale aumenta e il debito continua a salire. Altro che ‘l’Italia è diventata un modello’, come sostiene Giorgia Meloni: i numeri parlano chiaro e certificano il fallimento delle politiche economiche del governo”, dice Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, che perfino sul Pil parla di stime al ribasso e ammette che “è vero che il deficit è sceso al 3,4%, meglio delle previsioni governative che lo davano al 3,8%, ma questo miglioramento è stato ottenuto con tagli ai servizi pubblici e senza un reale rilancio dell’economia”.

Agricoltura boom, Lollobrigida vede “verde”

Il valore aggiunto, come detto, ha registrato aumenti in volume del 2,0% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’1,2% nelle costruzioni e dello 0,6% nelle attività dei servizi. Quanto basta per far esultare il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida: “Quanto diffuso oggi dall’Istat certifica il ruolo centrale dell’agricoltura: il settore primario traina la crescita economica dell’Italia, registrando un incremento del valore aggiunto del 2%. Agricoltura, silvicoltura e pesca sono tra i settori con la crescita più significativa. Un segnale chiaro della vitalità e della forza ritrovata di un comparto strategici. Il Governo Meloni ha sempre creduto nella centralità del settore agricolo e lo ha dimostrato con fatti concreti – sottolinea il ministro – in questi anni abbiamo stanziato oltre 11 miliardi di euro per sostenere il comparto, investendo in innovazione, competitività e difesa delle nostre eccellenze. Un impegno senza precedenti che conferma quanto l’agricoltura sia centrale per il futuro dell’Italia. Continueremo a lavorare affinché gli agricoltori possano avere strumenti sempre più efficaci per affrontare le sfide globali, difendere la qualità dei nostri prodotti e affermare la leadership del Made in Italy nel mondo – e concluide – il nostro obiettivo è rendere il settore ancora più forte, sostenibile e capace di attrarre nuove generazioni”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Lucio Meo - 3 Marzo 2025