
Popoli contro (false) élite
L’oligarchia di sinistra abbattuta dalla democrazia…di destra
Dietro il "totem" di Ventotene si è celato per anni un establishment senza radici né Nazione. Antipatico e arrogante. Ecco perché la rivolta democratica ha abbattuto i suoi idoli
L’oligarchia, insegnano Aristotele e Polibio e altri, è storicamente una degenerazione dell’aristocrazia, cui somiglia solo per ristretto numero dei suoi membri; ma gli aristocratici sono, o almeno credono di essere i migliori e per discendenza e per osservanza di codici morali o almeno etici; gli oligarchi sono ugualmente pochi, però fondano le loro pretese di potere su una qualche posizione dominante per denaro e per appartenenza a qualche diciamo compagine di organizzata mutua assistenza, in cui si entra per cooptazione.
Ci fu, e in parte c’è ancora in Italia un’oligarchia, la cui finalità è il potere, e i cui mezzi erano, e sono, la politica e la cultura. La politica è divenuta oligarchia quando, verso gli anni ’90, entrarono in crisi i vecchi partiti, dico quelli con la tessera, le sezioni, i congressi; e in cui l’iscritto contava qualcosa. Oggi i partiti, salva la pace dei buoni, sono liste elettorali. Gli oligarchi hanno poi molti altri modi per conquistare il potere; e uno dei più sicuri è la cultura: più esattamente, e per evitare equivoci, chiariamo che si tratta di una cultura libresca e meccanica, fatta delle stesse coordinate di linguaggio; linguaggio in cui la parola chiave è, appunto, cultura, meglio se esente da dubbi. Rivolgete loro due o tre domandine fuori dai loro schemi, e si dimostrerebbero somari in crisi di nervi; ma, per la regola del mutuo soccorso, non gliele rivolge nessuno.
L’isteria su Ventotene
Mi si lasci esemplificare con l’ormai noto Manifesto di Ventotene; noto dico ormai, giacché prima era come la Donazione di Costantino del Medioevo, cui tutti credevano, incluso Dante che per condannarla scrisse un intero poema, però non l’aveva mai letta nemmeno lui, e il primo che diede un’occhiata, Lorenzo Valla, la dichiarò sbagliata e da dimenticare. Oggi chiunque si sobbarcasse la fatica di leggere Ventotene, troverebbe cose dall’attuale Europa lontanissime quali l’abolizione degli Stati nazionali e della proprietà privata, e ugualmente estranee alla carta costituzionale del 1948, dove, oltre alla proprietà, fa bella mostra di sé il Concordato (art. 7 principi fondamentali), che invece Ventotene vuole laicisticamente del tutto abolire… Ebbene, prima che se ne parlasse nelle Camere, tutti gli oligarchi giuravano su Ventotene mai letto; e quando gli è stato toccato, abbiamo visto persino scene d’isteria e infantili lacrimazioni e mani nei capelli… altrui.
E se non basta, ecco gli asterischi, gli schwa, e ondate di politicamente corretto e inclusione di qualsiasi cosa; e abolizione della Gerusalemme Liberata perché non è Clorinda che uccide Tancredi; e della Commedia perché è morta Beatrice e Dante invece, pur peccatore, sta ancora in salute; e la tiritera di “le gatte e i gatti”, “fratelli e sorelle”, meglio se “sorelle e fratelli”, e “il giorno delle morte e dei morti”. Ecco alcuni dei molti esempi di automatismi glottologici dell’oligarchia intellettuale. Sentiteli come parlano tutti uguali, per ritualità. Gli oligarchi del linguaggio-rito, infatti, si proteggono a vicenda, si onorano a vicenda, si danno ragione a vicenda, si premiano a vicenda e si nominano a vicenda cittadini onorari di qualche villaggio. Una parentesi che, se volete, potete fingere di non aver letto: le persone di cultura di destra, con rare eccezioni, invece a vicenda s’ignorano; sarebbe un utile argomento di meditazione.
Per fortuna ci pensa la democrazia
Torniamo a sinistra. A settembre 2022, sulla tranquilla tribù degli oligarchi, fossero rossi o semirossi o biancorossi, cadde, precipitò un terremoto di magnitudo undici, con le elezioni in Italia e la vittoria di un centrodestra che, numeri alla mano, era ed è destracentro, e nemmeno tendente al centro. Due anni dopo, in USA, fu per loro un’apocalisse, con la cacciata di Biden e la nettissima sconfitta di Kamala. Attenti: quello che turba gli oligarchi è che non avvennero biechi golpe militari, ma regolarissime paciose consultazioni elettorali, e per la Meloni, come poi per Trump, hanno votato non granduchi russi nostalgici di zar e khan tartari, bensì normalissimi tranquilli cittadini; e qui sono costretto a precisare anche le cittadine, visto che le donne (con buona pace delle intellettualone fanatiche antipatriarcato dalle frasi fatte, le donne sono esseri umani come tutti gli altri!), hanno votato come parve a loro, e non come dettavano le sempre meno numerose però ancora vociferanti femministe.
Cosa dunque è successo? Ma quello che Aristotele, a tale proposito, prevedeva: l’oligarchia si rende insopportabile, e soprattutto antipatica, e non serve più a nulla manco nei salotti bene, infine viene abbattuta dalla democrazia. E chi gliel’avrebbe detto, agli oligarchi della cultura e del potere, e intoccabili Vestali custodi della democrazia ventotenica, che proprio la democrazia li avrebbe abbattuti? Fu ed è una era rivolta antioligarchica; e gli oligarchi, perdendo spazio e potere e guiderdoni, si stanno scompostamente agitando, sempre più invano.
E se l’oligarchia di sinistra lascia finalmente il vuoto, è ora di riempirlo con la cultura; cultura genuina; sotto a chi tocca, e a chi si deve dare da fare perché avvenga bene.