
Popolo alle armi!
Macron e il kit di sopravvivenza: la Francia si prepara alla guerra (o all’ennesima trovata?)
Monsieur le President arma i francesi… con un manuale! Il governo invierà un opuscolo in estate su come sopravvivere a un attacco in caso di conflitto con la Russia
A Parigi, il copione sembra sempre lo stesso: creare l’allarme, spaventare i cittadini e poi presentarsi come l’unico salvatore della patria. Emmanuel Macron, sempre più in divisa e meno in giacca e cravatta, ha deciso che i francesi devono essere pronti alla guerra. E per farlo, ha pensato bene di fornire loro un manuale di sopravvivenza, un libretto d’istruzioni per cavarsela nel caso in cui Mosca decida di bussare alla porta con carri armati e bombardamenti. Tradotto: se non siamo in guerra, dobbiamo almeno convincerci di esserlo.
Macron lancia il kit di sopravvivenza
La notizia, riportata dalla radio Europe 1, ha il sapore dell’ennesima trovata catastrofista. Il governo del premier Bayrou spedirà a ogni cittadino un agile manualetto su come comportarsi di fronte a un attacco imminente, prendendo ispirazione dal modello svedese. Tre capitoli essenziali: uno per allestire un kit di sopravvivenza, uno con i numeri da contattare in caso di emergenza e un altro per spiegare” l’arte della resilienza”. Insomma, oltre alla torcia, alle batterie e alle scatolette di tonno, il governo consiglia ai francesi di essere psicologicamente pronti. A cosa, esattamente? Non si sa, ma l’importante è che si attrezzino.
Macron, il presidente in trincea
L’Eliseo sembra ormai un comando militare e Macron ne è il generale supremo. La sua ossessione per il fronte non è una novità: già ai tempi del Covid dichiarava di essere «in guerra» contro il virus, e i francesi hanno ben presente cosa sia significato. Oggi cambia il nemico, ma la strategia è la stessa: paura e mobilitazione. Non a caso, il presidente ha spinto sul riarmo europeo e sulla necessità di un esercito comune, arrivando a proporre la condivisione dell’ombrello nucleare francese con i 27 membri dell’Ue. Un’offerta che suona meno come un gesto magnanimo e più come una leva strategica per mantenere l’Europa sotto il proprio controllo in caso di necessità. Eppure, nonostante l’enfasi sul potenziamento militare, Macron a quanto pare non si fida abbastanza delle forze armate francesi da lasciare i cittadini tranquilli nelle loro case. Meglio allertarli, far loro credere che la Russia sia pronta a sbarcare a Marsiglia da un momento all’altro, tanto per dare un senso a una retorica bellicistica che, finora, non ha trovato nessun riscontro nella realtà.
Il doppio gioco di Macron
Eppure, tra un proclama e l’altro, Parigi continua a intrattenere affari con Mosca. Mentre il governo grida all’emergenza e invita la popolazione a prepararsi al peggio, la Francia ha incrementato l’import di materie prime dalla Russia, compreso il titanio e il gas naturale liquefatto, il cui stock è cresciuto dell’81% tra il 2023 e il 2024, con un esborso di 2,68 miliardi di euro al portafoglio russo. Un paradosso? No, semplicemente il doppio standard francese: con una mano si puntano i cannoni contro Putin, con l’altra si firmano contratti commerciali.
Nel frattempo, Macron incassa schiaffi diplomatici dall’Algeria, che si rifiuta di riprendersi i suoi cittadini espulsi dalla Francia, e rischia di vedere crollare il suo governo, con il ministro dell’Interno Bruno Retailleau pronto a dimettersi. Forse è proprio per distogliere l’attenzione da questi problemi interni che l’Eliseo si lancia in un’operazione di psicodramma collettivo.
Guerra o campagna elettorale?
Ad intervenire sulla vicenda anche Vincenzo Sofo, ex europarlamentare di Fratelli d’Italia, che si è giustamente domandato «a che gioco sta giocando Macron?». Sofo ha denunciato quella che definisce «l’ennesimo atto di una campagna allarmista» orchestrata da Monsieur le President. «Perché Macron si sta impegnando così attivamente a inculcare l’idea di un’imminente guerra? Solo per giustificare il ReArmEurope o ha qualche altro obiettivo in mente?».
Difatti, il dubbio che tutto questo abbia poco a che fare con la sicurezza nazionale e molto con le difficoltà politiche di Macron è legittimo. Nonostante i suoi proclami un sondaggio Odoxa rivela che il 58% dei francesi non vuole che i propri risparmi vengano utilizzati per finanziare il riarmo. Insomma, il presidente prova a convincere la popolazione che il conflitto sia dietro l’angolo, ma i francesi sembrano più scettici che terrorizzati.