
Mantovano cita l’ex leader dei CCCP per ricordare gli 007 caduti: la memoria storica si fa “punk” ma arriva dritta al cuore
Il nuovo slancio dell'intelligence nel segno del ricordo e di una commemorazione che, in nome di un messaggio forte, va dritto al cuore della sua essenza. Il sottosegretario alla cerimonia: «Non c'è lama capace di recidere la catena di affetto, gratitudine, ispirazione che ci lega a loro»
Mantovano rende onore e tributa un messaggio istituzionale ai caduti dell’Intelligence citando il passo di un brano dei Cccp: e la memoria storica si tinge di punk… «”Non c’è lama che possa recidere la languida catena, generazione su generazione”: il verso di uno scrittore, Giovanni Lindo Ferretti, che esprime così il legame con chi nei secoli lo ha preceduto sulla sua terra, sui monti, dove era tornato a vivere dopo anni di lontananza”». Cita il cantante, noto ai più per essere l’ex leader dei Cccp, Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, per ricordare tutti i caduti dell’Intelligence italiana nel corso della cerimonia a Palazzo Dante. Il verso citato è nella canzone Cronaca montana dei Pgr, l’ultima trasformazione dei Cccp.
Mantovano ricorda gli 007 caduti in missione e cita un brano dei Cccp
«Non c’è lama che possa recidere la languida catena, generazione su generazione: la giornata della memoria che stiamo celebrando testimonia che altrettanto profondo e ininterrotto è il legame che unisce tutti noi a ciascuno di loro», ha sottolineato con forza Mantovano elencando i nomi dei caduti dell’Intelligence. E insistendo a dire: «Non c’è lama capace di recidere la catena di affetto, gratitudine, ispirazione che ci lega a loro, perché quel legame oggi è più vivo che mai, per i familiari, per l’intera comunità dell’Intelligence, inclusi coloro che pur non avendo conosciuto personalmente i sei agenti caduti li sentono comunque vicini, perché uniti dalla condivisione degli stessi principi».
E ancora. «La trasmissione generazione su generazione di questo patrimonio condiviso oggi è essenziale, in uno snodo della storia che esige dai Servizi un impegno maggiore e un carico di responsabilità che è cresciuto. È da quel patrimonio alimentato dalle vite di cui onoriamo la memoria, che chi lavora per le Agenzie e il Dipartimento continua a trarre forza, qualità, capacità di riuscire nelle operazioni più complesse».
I nomi, i volti, il coraggio e il ricordo delle vittime… intramontabile
Poi Mantovano, dopo aver deposto una Corona d’alloro al monumento ai Caduti, ha ricordato le figure di Vincenzo Li Causi, ucciso in Somalia nel 1993. Di Nicola Calipari, che ha perso la vita in Iraq nel 2005. Ma anche di Lorenzo D’Auria, ferito a morte in Afghanistan nel 2007, e di Pietro Antonio Colazzo, caduto a Kabul nel 2010. Come di Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, vittime della tragedia del Lago Maggiore nel 2023.
Mantovano: ricordare i 007 caduti significa rinnovare lo slancio dell’Intelligence
Perché, spiega il sottosegretario Mantovano, «ricordare i caduti significa richiamare i fondamenti etici dell’Intelligence il cui lavoro, anche quando non giunge al sacrificio della vita, esige sempre la continua disponibilità a dare il meglio di sé per l’Italia. La presenza di chi è appena entrato in questa comunità è anche un motivo di speranza per le famiglie dei caduti. Questi giovani costituiscono una nuova generazione pronta a lasciarsi orientare dalla testimonianza dei vostri cari. Vi è un filo chiaro, visibile, che lega a loro gli appartenenti di oggi».
Il loro coraggio fa da esempio
«Per questo – ha aggiunto Mantovano a stretto giro – la Giornata della memoria non è una cerimonia dal sapore retrospettivo, è l’occasione per rinnovare lo slancio dell’Intelligence nell’affrontare le sfide del presente, che sono numerose e complesse, anche per la vorticosità dei cambiamenti in cui si inseriscono. Le affrontiamo nel nome di chi oggi ricordiamo, nutrendoci del loro coraggio e del loro esempio», ribadisce con forza, stima e orgoglio, Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata per la sicurezza, nel corso della cerimonia a Palazzo Dante.
Mantovano, l’inaspettata citazione alla commemorazione degli 007 caduti…
E allora, in un’epoca dove la memoria storica è spesso confinata a quote di mercato e manipolazioni politiche, Alfredo Mantovano ha deciso di rendere omaggio ai caduti dell’intelligence italiana evocando uno dei personaggi più iconoclasti e lontani dal mondo della diplomazia e dei servizi segreti: l’ex leader dei CCCP, Gianluca “Freak” Antoni. Un’iniziativa tanto inaspettata quanto desueta, che ha destato non poco stupore tra i più integerrimi tradizionalisti.
Un tributo che arriva dritto al punto e al cuore del ricordo
Durante la cerimonia in memoria dei caduti dei servizi segreti italiani, Mantovano ha infatti citato il celebre cantante dei CCCP, band che ha segnato un’epoca con le sue sonorità punk e il suo spirito di rottura: ma quale migliore tributo alle vittime se non un richiamo a un’epoca che, in maniera tanto cruda quanto provocatoria, ha fatto della contestazione una bandiera?
L’importanza della memoria
Eppure, se da una parte il richiamo al “punk” come simbolo di rottura e protesta può sembrare fuori luogo in un evento ufficiale, dall’altra Mantovano sembra voler mandare un messaggio di speranza: l’importanza della memoria non è mai stata tanto necessaria quanto oggi. Perché forse, un pizzico di ironia e un tocco di provocazione, non guastano nemmeno nella commemorazione dei caduti, se si ha a cuore la sincerità storica.
Il contro-messaggio culturale al centro della rimembranza
E nel frattempo, il ricordo dei sacrifici degli uomini e delle donne che hanno servito i servizi segreti, intersecato dal linguaggio di una controcultura musicale degli anni ’80 lascia il segno. Perché in un’epoca in cui tutto si trasforma in veicolazione di messaggi immediati (nel senso di non mediati), forse l’elemento innovativo va dritto al cuore della rimembranza. E aguzza l’ingegno della memoria che si vuole evocare e perpetuare…